Leo Turrini non ha peli sulla lingua e non nasconde l'amarezza nel vedere i problemi che la Ferrari ha mostrato nelle qualifiche del GP di Ungheria. Il giornalista sottolinea come la Rossa sia finita anche dietro sia un team cliente che alla McLaren, che a inizio anno era nelle retrovie. Non difende nemmeno la squadra di Maranello dall'alibi del nuovo format di qualifiche, dal momento che era annunciato ed era uguale per tutti.
"Com’era quel detto? Credi di aver toccato il fondo e invece cominci a scavare. Fred Vasseur aveva spiegato proprio a me che l’Hungaroring era pista più adatta di altre alla SF23. Manca ancora la gara, ma forse ho visto abbastanza. Flop epocale. Se un cliente di power unit (Zhou, con Sauber Alfa) ti sta davanti, insomma, significa che sei messo malissimo. Se a Budapest la McLaren ti fa mangiare la polvere come sul veloce tracciato di Silverstone, idem con patate. Aggiungo che il nuovo format gomme per la qualifica non può essere un alibi. Era annunciato, tutti sapevano, ergo i problemi Ferrari non dipendono da questo. Faccio prima a dichiararmi ufficialmente in depressione e passo ad altro", ha scritto Turrini sul Quotidiano.net.
Il giornalista passa poi a parlare di una grande sorpresa che è uscita dal Q3 dell'Hungaroring: la pole position di Lewis Hamilton, che mancava da circa un anno e mezzo. "Un gigante, Lewis. Io ho rinunciato a comprendere chi si ostina a negarne la grandezza. Si possono legittimamente non condividere le esternazioni del personaggio, si può contestarne l’abbigliamento, si può insomma non amarlo perché la simpatia nei confronti di qualcuno è sempre volontaria, ma mai può essere figlia di coercizione. Però il pilota lasciatelo stare. Anzi a me dispiace che uno come lui, nell’arco di una carriera così lunga, non si sia mai vestito di Rosso. Ovviamente dubito che Hamilton possa battere Verstappen, in Ungheria. Ma, se ci riuscisse, sarebbe pure bello", ha continuato Turrini.
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