Lui sarebbe stato perfetto come ministro per il vecchio Pentapartito della Prima Repubblica, a livello comunicativo: beninteso, è un complimento. Perché quei politici, in particolare i democristiani, riuscivano dialetticamente a districarsi da ogni ginepraio, anche quando i fatti li inchiodavano. Quale che fosse la questione della quale il popolo si lamentava, loro apparivano imperturbabili e straordinariamente abili nel non dire nulla ma, nel mentre, di usare giri di parole per convincere il popolo che le cose in realtà stavano andando bene. O che perlomeno non stavano andando così male, anche se al popolo sembrava il contrario.
Ora, bisognerebbe chiedersi a quale repubblica siamo arrivati, in ambito ferrarista. E, anche: cosa si starà chiedendo il “popolo”? Perché quello che pensa lo sappiamo, anche attraverso le nostre pagine.
A livello comunicativo, mentre Binotto si perdeva nella sua incapacità di arrivare al punto quando c’erano da spiegare le giornate più critiche, Vasseur arriva sempre preparato e imperturbabile davanti alle telecamere al termine di un gran premio. Anche al termine della gara in Ungheria, dopo un fine settimana nel quale in qualifica era apparsa quasi più performante della Ferrari persino l’Alfa Romeo e in gara McLaren e Mercedes hanno mostrato di essere (definitivamente?) più avanti della Ferrari a metà Mondiale, lui ha valorizzato questioni di passo e di usura delle gomme quando in realtà il risultato avrebbe dovuto tradurre soltanto la frustrazione di due piloti che non hanno mai potuto competere per vedere da vicino gli scarichi del gruppo di testa. Perlopiù, con la questione delle frizioni tra i due tutt’altro che risolta.
Però Federico l’imperturbabile ha il mezzo sorrisetto fisso e difende sempre il suo “governo” per l’operato del quale sembra sempre rilanciare promettendo: - Aspettate e vedrete -. Aspettiamo, ancora un po’; in fondo siamo italiani, sono secoli che crediamo alle promesse di chi ci governa.
Foto copertina www.ferrari.com
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