Ferrari, scelte di set-up ed errata gestione dell'ibrido dietro le carenze di Imola?
22/05/2024 07:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Il GP del Made in Italy e dell'Emilia Romagna che è andato in scena domenica scorsa a Imola, settimo round della stagione 2024, si è rivelato essere un evento a due facce per la Ferrari. Una tre giorni che la Scuderia ha chiuso con un terzo e quinto posto finale (rispettivamente con Charles Leclerc e Carlos Sainz), incassando un gap che, con l'arrivo del primo pacchetto di sviluppi stagionale, è stato notevolmente ridotto dalla Red Bull. Un weekend positivo, quindi, guardando il podio e i gap finali, specie rispetto quelli incassati nel 2023, ma che lascia anche della delusione per non aver colto colto quello che, dopo le ottime prove libere, si pensava poter essere un risultato migliore.

Quindi, il team diretto da Frédéric Vasseur si mette alle spalle la tre giormi sul Santerno certo di aver compiuto passi in avanti con le novità introdotte (il cui potenziale è ancora da sbloccare appieno) visto che, come detto, il gap dai primi è stato ridotto, consapevole però di avere ancora delle aree su cui intervenire per poter entrare nella lotta per la vittoria o, quantomeno, rimettere le ruote davanti alla McLaren. Aree che, almeno in parte, sembrano essere già state individuate, con i punti deboli che sarebbero stati riscontrati sia in carenza di carattere meccanico sia, se non soprattutto, motoristico, specie nella gestione della parte ibrida dalla power unit nel primo settore del tracciato: troppo conservativa che, di fatto, poneva la SF-24 in sofferenza rispetto ai rivali. Questo lo scenario tracciato da Franco Nugnes su "Motorsport.com".

"La Scuderia ha sofferto il primo settore della pista di Imola, dimostrandosi meno prestazionale rispetto a Red Bull e McLaren tanto in qualifica che in gara. La sensazione iniziale era che il problema derivasse dal preparation lap, ma i piloti [...] non hanno esitato a sottolineare che le difficoltà all’Enzo e Dino Ferrari possono essere emerse per una strategia non adeguata dell’ibrido nel tratto del tracciato dove si deve esprimere la massima potenza".

Come detto, oltre alla carenze nella gestione della batteria nel T1 del Santerno, i tecnici della Rossa avrebbero adottato anche un set-up meccanico non ideale al tracciato, tale da non consentire a Leclerc e Sainz di aggredire nella maniera adatta i cordoli di Imola, perdendo tempo rispetto ai rivali.

"L’Enzo e Dino Ferrari non rappresentava certo il tracciato migliore per esaltare le doti del nuovo pacchetto di aggiornamenti, ma dopo i 63 giri della gara ai dubbi sull’assetto, l’incapacità di aggredire i cordoli con la stessa veemenza di Max Verstappen e dei due piloti McLaren, [...] si è aggiunto il lecito dubbio che la SF-24 non sfruttasse abbastanza batteria nel T1. [...] La parcellizzazione dell’energia elettrica può essere modificata pista per pista in funzione delle caratteristiche del tracciato: il dubbio è che l’utilizzo dell’ibrido non sia stato finalizzato alla ricerca di una migliore prestazione nel primo pezzo veloce della pista. [...] La somma dei due fattori (assetto più ibrido) può aver determinato un gap che a Imola si è fatto sentire più del previsto".

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Foto copertina media.ferrari.com


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