Ferrari, ma Vasseur che gare guarda?
Al termine delle ultime gare, ogni dichiarazione di Frederic Vasseur raccontava di una Ferrari in crescita, alla ricerca di soluzioni per i suoi problemi. Peccato che i piloti dicessero tutt'altro. Quindi, il team principal che gare guarda?

17/08/2024 16:00:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Dopo un ottimo inizio di stagione, la Ferrari ha accusato il "tradizionale" colpo, ossia il calo di prestazioni. In questo caso il problema è il bouncing, arrivato insieme al pacchetto di aggiornamenti di Barcellona. Un nemico inaspettato, stando a quanto riportato dagli ingegneri, che non si vedeva in galleria del vento e che ha chiesto così diverse modifiche e sacrifici in corso d'opera per cercare degli assetti ideali (da leggersi anche come i meno peggio).

Eppure, quando si sentono le interviste post gara a Frederic Vasseur, lo scenario dipinto è totalmente diverso, con una squadra solida e in costante miglioramento, quasi fosse la diretta avversaria dalla Red Bull. E quello che fa più storcere il naso è che le opinioni dei piloti sono ben diverse: se da un lato c'è un team principal quasi "Binottificato", che cerca i lati positivi con i suoi "Abbiamo ridotto il gap con la Red Bull" e nasconde le criticità, dall'altra c'è Charles Leclerc, che parla con tono abbattuto di come la Mercedes abbia trovato il bandolo della matassa e loro no. E quindi viene da chiedersi: ma Vasseur, che gare guarda? O forse meglio, con che occhio le guarda?

Mai mettere il dito nella piaga

Ferrari, ma Vasseur che gare guarda?

Per fare un esempio, basta vedere le dichiarazioni al termine del GP del Belgio, quando il monegasco ha detto che non c'era passo nella sua SF-24 e che il saltellamento fosse peggio del previsto, mentre Vasseur decantava di un ritmo ritrovato e di una macchina che si comportava meglio delle aspettative. O ancora, dopo il GP di Ungheria il francese diceva che il team aveva sistemato il bouncing, ma Leclerc ha risposto ammettendo che ci sarebbe voluto del tempo prima di trovare una soluzione. E la lista si può allungare con delle interviste a Carlos Sainz, il quale ha tolto ogni freno e parla ormai senza troppi peli sulla lingua. 

In particolare, ciò che ormai da mesi trapela dalle interviste è che il francese si concentra di quei decimi in cui sono racchiusi quattro team, elogiando il lavoro fatto a Maranello per chiudere il gap, senza mettere il dito nella piaga: se sono tutti vicini, perchè la Rossa è la quarta forza? Perchè nel momento in cui la Red Bull vacilla sono gli altri a ballare? Certamente chi guida una squadra deve sottolineare questi miglioramenti, fatti tra l'altro sotto la propria gestione, ma non rispettano la realtà. Quindi perchè buttare le difficoltà sotto al tappeto quando sono alla luce del sole, ingannando anche i tifosi, quando i piloti parlano apertamente dei problemi? L'opzione migliore, quella che dà speranza, è che sia solo una strategia mediatica, una comunicazione pulita e a tavolino ottima per la squadra che sempre sotto torchio, e non la vera mentalità che si ha a Maranello: avere da un lato chi freme per le vittorie e dall'altro chi si "accontenta" di un miglioramento è il modo migliore per allontanarsi dall'obiettivo comune. 

 

Foto copertina x.com

Foto interna x.com

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