Il GP d’Austria continua a regalare delle gare bellissime e incerte fino alla fine. Se non altro è stata una corsa ricca di battaglie, soprattutto a centro gruppo. L’inizio è subito caotico con il ritiro di Sainz nel giro di formazione e successivamente con il contatto avvenuto tra Antonelli e Verstappen alla seconda curva del Red Bull Ring. Kimi calibra male e va dritto per dritto contro il quattro volte campione del mondo.
L’episodio spiana la strada al duo McLaren che si ritrova al comando, in prima e seconda posizione, subito dopo la prima curva. Norris e Piastri sfiorano a loro volta un contatto intorno al 20° giro, poco prima di effettuare la prima sosta. Nell’occasione, Oscar è molto intelligente. L’australiano tenta l’attacco in staccata, ma poi una volta resosi conto che non ce l’avrebbe fatta va al bloccaggio, evita il contatto e da lì in poi non arriverà più tanto vicino da impensierire il compagno Norris che così conquista la sua terza vittoria stagionale e ora insegue il compagno da 15 punti di distanza nella classifica iridata.
Terzo Leclerc, che ritrova il podio dopo Jeddah, Monaco e Barcellona, quarto Hamilton. Un risultato che dà morale anche alla Ferrari che torna seconda in classifica costruttori con un punto di vantaggio sulla Mercedes. La casa di Stoccarda conquista solo 10 punti grazie alla quinta posizione di Russell. Disastro Red Bull con Verstappen ritirato e Tsunoda giunto 16°. Nipponico in fondo al gruppo e l’unico ad essere stato doppiato due volte quest’oggi.
Come di consueto andiamo a fare il riepilogo di tutte le strategie viste oggi. La tattica più veloce è stata la M-H-M, secondo aspettative. Piano che ha messo Norris, Piastri, Leclerc e Hamilton nelle prime quattro posizioni. Tuttavia c’è stata anche una sorprendente varianza strategica con Russell giunto quinto su M-M-H, come lui anche Bortoleto ottavo. Poi Lawson e Alonso su una sosta M-H in sesta e settima posizione. Hulkenberg nono su S-M-H (l’unico a punti tra quelli che hanno usato la Soft C5), Ocon chiude la top ten su M-H-H.

Fuori dalla top ten troviamo dei piloti che, forse non a caso, hanno deciso di inserire la Soft nelle loro strategie. La C5 è stata competitiva solamente per una manciata di giri, pista davvero troppo calda, sopra ai 52°C. S-H-M per Bearman e Gasly. S-M-H per Hadjar e Colapinto (5’’ di penalità per Franco, ha forzato Piastri fuori dai limiti della pista); M-H-S per Stroll; M-H-M-S per Tsunoda (Yuki ha anche ricevuto 10’’ di penalità per il contatto avuto con Colapinto.). Albon, Verstappen, Antonelli e Sainz i ritirati.
Questa mattina, alla vigilia della gara, avevamo bocciato la tattica ad una sosta (leggi qui). La credevamo, allo stesso modo di Pirelli, troppo rischiosa. Lawson e Alonso però hanno sollevato dei punti interrogativi importanti. Considerato soprattuto che alla ripartenza dalla Safety Car al terzo giro, Liam e Fernando erano rispettivamente nono e decimo. Posizioni che diventeranno sesta e settima a fine gara. A nostro parere si è trattato di una strategia ben riuscita. I due piloti sono stati bravissimi nell’eseguirla, ma sono stati anche aiutati dal corso degli eventi.
Lawson e Alonso in effetti fanno meglio solamente di tre piloti. Tra questi Albon si ritira e Gasly finisce fuori dai giochi scegliendo di partire con la Soft. L’unico che possono davvero dire di aver battuto è Bortoleto. C’è da dire però che il brasiliano ne aveva di più del duo davanti nel finale, solo che forse, desideroso di conquistare i suoi primi punti, non ha forzato troppo la mano (o il piede, vedete voi). Negli ultimi giri tenta l’attacco su Alonso, ma una volta resosi conto che Fernando non aveva alcuna intenzione di abbandonare facilmente quella posizione, decide probabilmente di accontentarsi e ottenere i suoi primi 4 punti iridati. Fosse accaduto in un altro momento, probabilmente avremmo avuto un altro risultato.
Anche se Bortoleto fosse riuscito comunque a superarli entrambi staremmo qui ad elogiare Liam e Fernando per aver creduto in una strategia che altri credevano impossibile, ma a parte questo, crediamo che non abbia dato un vantaggio effettivo rispetto alle due soste.

Saremo diretti rispondendo subito a questa domanda: la Ferrari avrebbe potuto impensierire Norris e Piastri se avesse fatto solo una sosta? Probabilmente no. Vi spieghiamo perché. Ovviamente vale tutto quello che abbiamo detto poco fa per Lawson e Alonso. In più possiamo aggiungere i seguenti dati: in Austria il tempo della sosta si aggirava tra i 19 e i 20’’, con Leclerc giunto a 17’’ da Piastri e a 19’’8 da Norris.
Se togliessimo il tempo di un pit stop, qualcuno potrebbe dire che sarebbe secondo, o in lotta almeno con Piastri per la P2. Tuttavia, non è così semplice perché dal calcolo si esclude il degrado che avrebbe avuto la gomma nel finale. Probabilmente le McLaren non avrebbero avuto nessuna difficoltà nel sopravanzare Leclerc o Hamilton se gli fossero stati davanti con una mescola molto più vecchia della loro. Basti pensare che a parità di condizioni, a parità di gomma e con chiamate ai box più o meno similari, negli ultimi giri Norris e Piastri giravano in 1’08’’2-1’08’’7, mentre Leclerc faceva 1’08’’7-1’09’’2. Una differenza di circa mezzo secondo al giro.
Se la Ferrari avesse tentato la strada ad una sosta la forbice si sarebbe sicuramente ampliata con Leclerc e Hamilton che avrebbero fatto grande difficoltà a rispondere agli attacchi della McLaren.
Difficile dire ora però se il gap alla fine sarebbe stato minore, maggiore o uguale rispetto ai 19’’8 rimediati da Leclerc rispetto al leader della gara Norris. A sensazione, ci verrebbe da dire che Charles e Hamilton avrebbero concluso più vicini alla coppia di testa, ma non possiamo sapere quale sarebbe stata l’entità del degrado a fine gara. Lawson e Alonso, nelle fasi finali, giravano 2’’ più lenti rispetto a Norris e con quel ritmo, sarebbero bastati una manciata di giri per riportare il gap sopra i 10-15 secondi.
A nostro parere, se c’era un team che avrebbe potuto tentare la via ad una sosta, quello era la McLaren, considerata la gestione gomma che ha. La Ferrari avrebbe fatto più fatica a concludere la gara. Detto questo crediamo si sia presa la giusta decisione al muretto degli uomini in rosso. Leclerc e Hamilton hanno dovuto gestire molto meno, la vettura ha subito uno stress minore e il risultato sarebbe stato, al più, comunque lo stesso.

Il punto del direttore Motorsport Pirelli al termine della gara: “Tutte e tre le mescole si sono dimostrate importanti ai fini delle strategie. Come previsto, quella basata sul doppio pit-stop è stata la più veloce, ma chi ha provato la sosta singola è stato comunque piuttosto competitivo, tanto da finire nella top ten. In termini di prestazione, Hard e Medium si sono dimostrate abbastanza vicine mentre la Soft è stata competitiva nei primissimi giri per poi accusare un ovvio calo a partire dalla settima/ottava tornata. Adesso andiamo a Silverstone su una pista tradizionalmente molto severa per gli pneumatici. Abbiamo scelto un tris di mescole da asciutto uno step più morbido rispetto al passato (C2, C3 e C4) e siamo molto curiosi di vedere come si comporteranno e l’effetto che avranno sulle strategie di gara”, ha concluso Mario Isola alle colonne della Pirelli.
Foto copertina: X, Ferrari; foto interne: X, Pirelli; X, Ferrari
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