Con la tappa in terra ungherese si è ufficialmente conclusa la prima parte del Mondiale 2025 e, di conseguenza, è tempo di bilanci. Puntiamo l'attenzione sulla Red Bull e sulla sua "sorellina", vale a dire la Racing Bulls. Le 14 gare disputate hanno confermato come - nonostante competano per obbiettivi nettamente differenti - la VCARB 02 sia (e non di poco) una monoposto migliore rispetto alla RB21, spesso portata al limite dal solo Max Verstappen.
Il weekend dell'Hungaroring ha sancito il crollo completo del team di Milton Keynes, culminato con l'ottavo posto del pilota olandese in qualifica e concluso con la nona posizione alla bandiera a scacchi: risultati che hanno posto il sigillo su una tre giorni a dir poco disastrosa.
Proprio il nativo di Hasselt ha lamentato sin da subito la mancanza di grip, ribadendo più volte via radio a Gianpiero Lambiase la sensazione di "guidare sul ghiaccio". Neppure la nuova specifica da alto carico ha dato una mano e anzi, per assurdo, ha invece contribuito a peggiorare l'instabilità all'anteriore, tanto da spingere gli ingegneri a scartarla già al termine del venerdì.
Si è parlato spesso del fatto che la Red Bull abbia talmente concentrato le proprie attenzioni su Verstappen nel tentativo di garantirgli un mezzo competitivo, a tal punto da arrivare ad esasperare un concetto poi sfociato in una monoposto diventata complicata (per non dire impossibile) da portare al limite. Ne sa qualcosa Sergio Perez, lo ha assaggiato per due gare anche Liam Lawson ed è ora il turno di Yuki Tsunoda farne le spese.
Finchè Max ha portato avanti la baracca, la Red Bull è riuscita a conquistare per il rotto della cuffia il titolo piloti nel 2024 e qualche vittoria quest'anno. Ora che però nemmeno il talento di un quattro volte Campione del Mondo riesce a governare la RB21... non sarà forse il caso di iniziare a mettere in discussione questa tipologia di approccio? Eppure basterebbe puntare l'attenzione su ciò che accade a circa 1.500 chilometri, in quel di Faenza.
L'ottava posizione di Lawson a Budapest non è solamente valso al classe 2002 il secondo piazzamento a punti consecutivo dopo quello ottenuto a Spa, bensì è stata un'ulteriore conferma della bontà di cui gode la monoposto della Racing Bulls, avente due caratteristiche - fondamentali nella Formula 1 moderna - che invece alla RB21 mancano.
Punto primo. La VCARB 02 è una vettura versatile: si adatta a più stili di guida e permette ai piloti di costruire quella confidenza necessaria per poter spingere al limite. Chiedere conferma a Isack Hadjar che, nello straordinario impatto avuto con la massima serie automobilistica, darà sicuramente una parte del merito alla qualità del proprio mezzo.
Punto secondo: la monoposto italiana gode di una finestra di funzionamento decisamente più ampia rispetto a quella della Red Bull; ciò permette alla squadra di trovare in poco tempo la quadra e lavorare al meglio in termini di fine tuning. Ne sanno qualcosa lo stesso Lawson e Tsunoda che - sin dallo swap concretizzatosi all'indomani del Gran Premio di Cina - hanno rispettivamente ritrovato e perso quel feeling imprescindibile per estrarre il massimo della perfomance.
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