Neanche McLaren è perfetta: il punto debole di Monza che può ripresentarsi a Baku
L'ultimo Gran Premio ha confermato il deficit che - a tratti - rende "umana" la monoposto britannica, la quale in Azerbaijan avrà comunque a disposizione il primo match point Mondiale. Proprio in terra azera potrebbe però arrivare un'altra sorpresa...

11/09/2025 16:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

È uscita sconfitta la McLaren da Monza, proprio come un anno fa. Se nel 2024 furono Leclerc e la Ferrari a fregare la squadra di Woking, questa volta a soffiarle la vittoria sono stati Verstappen e la sua RB21 - capaci di rifilare quasi 20 secondi alla coppia papaya - grazie all'approccio super aggressivo adottato in termini di assetto.

Il tracciato brianzolo è storicamente soprannominato Tempio della Velocità non a caso, dal momento che il layout permette alle vetture di scendere in pista con il livello di carico più basso della stagione. Le squadre arrivano infatti a progettare esemplari di ali posteriori disegnate appositamente per Monza: è proprio quello che ha fatto la Red Bull, memore della sofferenza patita 12 mesi prima quando si presentò in autodromo priva di una veste aerodinamica adeguata, trovandosi così a fronteggiare uno dei peggiori weekend dell'anno.

Con quell'ala lì contro quella macchina lì

Se c'è un aspetto che permette agli avversari di provare ad avvicinare le prestazioni della corazzata color papaya, quello è sicuramente la tendenza della MCL39 a perdere efficienza nella veste da basso carico, configurazione invece preferita dal team di Milton Keynes.

Ed è proprio per questo che la svolta decisiva del fine settimana è arrivata il sabato mattina quando, alzata la saracinesca lato box di Verstappen, si è intravista un'ala posteriore ancor più estrema: l'esemplare "standard" utilizzato il giorno precedente era stata infatti tagliata ulteriormente nella parte superiore del flap mobile, al fine di guadagnare qualche chilometro orario in più.

Neanche McLaren è perfetta: il punto debole di Monza che può ripresentarsi a Baku

Basta questo a far comprendere (se mai ce ne fosse ancora bisogno) lo spessore di un quattro volte Campione del Mondo che ha spronato la priopria squadra ad intraprendere una strada così estrema, guidando i suoi uomini alla ricerca di un bilanciamento che gli permettesse di gestire una vettura così scarica aerodinamicamente. Alla conquista della pole position ci ha pensato poi lo stesso Super Max, abile come sempre a fiutare il colpo e sferrare l'attacco decisivo alla - sportivamente parlando - la preda ferita.

Allarme Azerbaijan (e non solo)

Quanto appena descritto è stato poi l'aspetto determinante che, nel corso delle prime tornate, ha permesso a Verstappen di proteggersi sul dritto dagli attacchi di Lando Norris. Ad agevolare ulteriormente la gara dell'olandese - capace di inanellare un giro veloce dopo l'altro - è stato anche il degrado pressochè nullo, di gran lunga inferiore alle simulazioni del venerdì, che ha privato la McLaren della sua arma più preziosa: la superiorità in termini di gestione gomme.

Neanche McLaren è perfetta: il punto debole di Monza che può ripresentarsi a Baku

Uno scenario che potrebbe ripresentarsi tra una settimana in quel di Baku e il weekend del 20-22 novembre a Las Vegas, altri due circuiti da basso carico dove la squadra capitanata da Andrea Stella rischia di prestare nuovamente il fianco agli avversari. Tale stuazione potrebbe inoltre costringere il team britannico a rimandare la festa per la (ri)conquista del titolo Costruttori, visto che in terra azera gli uomini color papaya avranno infatti a disposizione il primo matchpoint iridato.

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