La mentalità sta danneggiando la Ferrari più delle prestazioni in pista
Ferrari, la mentalità sbagliata che scontenta i piloti. Mentre Vasseur è occupato a trovare dei tappeti sotto cui nascondere la polvere presente all’interno del garage del Cavallino, Leclerc e Hamilton soffrono e questo si riflette sul loro stato d'animo.

06/10/2025 19:30:00 Tempo di lettura: 7 minuti

Definire la stagione 2025 come una delle peggiori della Ferrari forse è fin troppo eccessivo. Chi ha vissuto i drammi del mondiale 2020 sa bene cosa intendiamo dire. La squadra di Maranello ha avuto momenti ben peggiori di questo. È chiaro però che 5 podi (Arabia Saudita, Monaco, Spagna, Austria e Belgio) uniti all’unica pole position dell’Ungheria, bottino conquistato interamente da Leclerc, non bastano a dare un senso a un anno che potremmo definire alquanto anonimo.

Le prestazioni non ci sono. I piloti fanno anche l’impossibile per riuscire a ottenere un risultato migliore di quello che meriterebbe l’auto in base all’attuale potenziale, ma la squadra sembra guardare oltre. La storica Scuderia appare quasi disallineata dalle opinioni dei propri conducenti. Hamilton e Leclerc, anche se hanno pensieri un po’ diversi su quali siano gli aspetti da migliorare per poter progredire insieme come squadra, trovano nel team principal Frederic Vasseur una figura che, in certe circostanze, sembra distaccata dal contesto.

Un esempio? Le dichiarazioni rilasciate dal manager durante il weekend di Singapore, in cui ha glissato sui grandi passi avanti fatti dalla Mercedes, affermando che non era solo la Ferrari a essere stata superata, ma anche la McLaren (almeno su una pista unica nel suo genere come Marina Bay). Come a voler infilare i problemi sotto al tappeto, forti del fatto di non essere stati gli unici a essere stati presi in contropiede. In questo frangente sembra quasi che Vasseur sia più un insegnante di filosofia che un direttore d’orchestra. Non essere gli unici ad essersi lasciati superare dalla Mercedes è una pillola che può dare sollievo oggi, ma non risolverà i problemi tra due settimane quando si correrà ad Austin e, la settimana dopo, in Messico. Soprattutto ora che, perso il secondo posto Costruttori, si rischia di perdere anche il terzo a favore della Red Bull (squadra che sostanzialmente ha corso il mondiale con un solo pilota).

Ferrari, la mentalità sbagliata che scontenta i piloti

È la mentalità che è sbagliata e i conducenti ne risentono. Mentre Vasseur è occupato a trovare tappeti sotto cui nascondere la polvere presente all’interno del garage del Cavallino, i piloti soffrono e questo si riflette, oltre che sulle prestazioni in pista, anche sul loro stato d’animo.

L’esempio che calza più a pennello è lo stranissimo rendimento che ha la vettura durante il weekend. Di solito al venerdì la SF-25 è competitiva, sembra poter sfidare gli avversari e competere per il podio, se non qualcosa di più a volte, ma poi già dalle FP3 si sgonfia come un palloncino legato male. E non è un comportamento riconducibile alle mappature motore. Lo strano calo potrebbe derivare dalle motivazioni che spingono i tecnici a obbligare Leclerc e Hamilton a fare tanto lift and coast durante le fasi di gara.

Vasseur, Ferrari

Uno dei tanti problemi riguarda la difficoltà di correre all’altezza da terra desiderata. Al venerdì si riesce a girare più bassi, mentre dal sabato, con l’assetto pensato per la gara, la vettura si alza quel tanto che basta da mandare tutte le carte all’aria. Chissà poi se tali scelte dipendano anche da altri fattori. Potrebbero essercene più di uno.

Anche qui, però, la domanda che ci facciamo è una: perché? Perché ostinarsi al venerdì a utilizzare un assetto che si sa non potrà essere impiegato in qualifica e gara? Lo si fa per poter dire ai piloti che, senza queste problematiche, la SF-25 sarebbe stata in grado di sfidare gli avversari e lottare al vertice? È una mentalità che non funziona.

Lo vediamo a ogni GP: più i weekend passano, più i piloti sono scontenti. Vorrebbero vedere una reazione, sapere che si stia lavorando a qualcosa di concreto senza perdere tempo in giochi che non portano da nessuna parte. Ovviamente adesso, oltre al budget cap, si aggiunge anche il fatto che, essendo a fine stagione, l’impegno deve essere rivolto per forza di cose al 2026. Ma (e c’è un “ma” di dimensioni stratosferiche) il guaio è che le altre squadre continuano a portare aggiornamenti. Upgrade che funzionano. Perché la Ferrari non ci riesce? Cosa c’è che non va?

Se ci si concentrasse sin da subito sul set-up che, per forza di cose, genererà dei problemi in qualifica e in gara, anche la giornata del venerdì potrebbe essere deludente in termini di risultati. Questo potrebbe essere un dato di fatto. I piloti, però, quantomeno vedrebbero nel team la voglia di apprendere da una situazione scomoda e non voluta. Vedrebbero una squadra che sa assumersi le responsabilità e che cerca di progredire affrontando di petto i problemi.

Sembra quasi che la Ferrari abbia perso il senso dell’orientamento. Osservandola dall’esterno, è come se stesse affrontando tutto con la mentalità sbagliata. Il guaio è che i piloti risentono enormemente di questa situazione, e non ci sarebbe da meravigliarsi se poi uno dei due, o peggio entrambi, decidessero di spiccare il volo nella speranza di trovare fortuna altrove. Hamilton ormai è giunto quasi al termine della sua carriera, ma Leclerc difficilmente potrà resistere ancora a lungo in questa condizione.


Foto: Ferrari

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