Un’alba rossa. Una definizione magari già consumata dal frequente uso fatto nel passato ma necessariamente appropriata per provare a sintetizzare quanto accaduto a Melbourne, Australia, nel primo gran premio della Formula 1 2017, quella delle gomme extra large, delle monoposto più cattive e velocissime in curva, ma anche del dopo Ecclestone. I segnali c’erano, ma c’era anche molta cautela dopo una delle stagioni peggiori in assoluto della Ferrari, quel 2016 che di colpo sembra così lontano, un vero incubo felicemente scacciato via, spazzato quasi con violenza da una vittoria travolgente, da un ritorno attesissimo e da una nuova forza, quella del binomio Ferrari/Vettel.
E’ una vittoria, questa, figlia di un intenso lavoro (molto italiano) ma anche di un totale silenzio, il silenzio invernale che ha imperato a Maranello e che ha lasciato spazio al rumore dei fatti. Certo, inutile fare proclami, siamo semplicemente alla prima gara, che però ha il sapore di altre edizioni del gran premio australiano, come quella 2000, che segnò l’inizio di un’era. Come quella 2007, esattamente dieci anni fa, nella quale Kimi Raikkonen portò subito la Ferrari al trionfo, per poi trascinarla in un mondiale incredibile e indimenticabile. E’ la quarta vittoria di Sebastian Vettel in rosso, alla sua terza stagione con la scuderia. E’ la vittoria che sancisce ufficialmente l’inizio della sfida diretta tra Mercedes, dominatrice totale dal 2014, e Ferrari.
E’ la prima volta, soprattutto, che la Rossa ha davvero manifestato una competitività fino a poco tempo fa semplicemente impensabile. La SF70H ha usurato meno le Pirelli ultrasoft rispetto alla W08, che invece ha costretto Lewis Hamilton a un rientro leggermente anticipato ai box. L’inglese, poi, è uscito nel traffico e ha perso tempo dietro la Red Bull di Verstappen. Un grande pit stop dei box Ferrari ha poi permesso a Vettel di sopravanzare per una manciata di metri il poleman della Mercedes. Senza contare il vantaggio di circa dieci secondi che il tedesco è riuscito a costruire e gestire nella seconda metà di gara, a parità di gomme con i rivali (soft, la più dura tra le mescole portate in Australia dalla Pirelli).
Ha esordito, in casa Mercedes, Valtteri Bottas. Il finlandese ex Williams, come noto, ha preso il posto del ritirato campione in carica Rosberg e non ha deluso le attese. Nonostante la maggior velocità di Hamilton soprattutto in qualifica, Bottas ha chiuso sul podio in terza posizione, a pochi secondi dal suo compagno di squadra. Un po’ più giù di tono, invece, la gara di Kimi Raikkonen, che qui ha chiuso quarto e leggermente più distaccato rispetto ai primi tre classificati. Quinta posizione finale per Max Verstappen, mai seriamente competitivo con una Red Bull non all’altezza dei primi due team. Gara disastrosa per Daniel Ricciardo, idolo di casa, che dopo il botto in qualifica ha patito altri problemi fermandosi poi in gara. Degna di nota la gara di Felipe Massa, ritirato a fine stagione e poi di nuovo in corsa grazie alla partenza dell’ex compagno Bottas. Il brasiliano ha chiuso sesto. Interessante anche la gara delle Force India (tinte di… rosa), settima con Perez e decima con Ocon, nuovo acquisto del team. In mezzo a loro, in ottava e nona posizione, si sono classificati Sainz e Kvyat con le Toro Rosso.
E’ stata una giornata storica per l’Italia da corsa, perché finalmente sulla griglia di un gran premio si è nuovamente schierato un pilota italiano (ultima volta il 2011, con Trulli e Liuzzi): Antonio Giovinazzi! Vice-campione Gp2 della passata stagione, classe 1993, ragazzo molto veloce e talentuoso nonché terzo pilota Ferrari da qualche mese. Giovinazzi aveva preso parte alla prima sessione di test pre-campionato con la Sauber in sostituzione di Wehrlein, infortunato alla Race of Champions. I postumi di quell’incidente hanno impedito al tedesco di salire di nuovo sulla Sauber e sabato mattina il nostro Antonio si è improvvisamente ritrovato nell’abitacolo della Sauber. La sua gara è stata molto bella, conclusa al dodicesimo posto su un tracciato a lui poco noto e con poco tempo per la preparazione. Ha evitato contatti o incidenti, guidando come pochi esordienti riescono a fare. Ci uniamo volentieri anche noi al coro di chi caldeggia il suo passaggio definitivo alla Formula 1. Posto in cui Giovinazzi, ancora una volta, ha dimostrato con merito di poter stare.
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