"Devo fare i complimenti a Verstappen, la sua macchina oggi era troppo veloce. Non potevamo fare nulla. Ho dato tutto quello che avevo, è stata una bella battaglia con Perez e sono grato di aver portato a casa il 2° posto". La chiosa è su Perez: "La sua pressione negli ultimi giri? La pressione è una cosa che ho vissuto tante volte, è stato semplice reggerla, ma questo dimostra quanto era veloce la Red Bull - ha aggiunto Hamilton parlando della lotta con Sergio Perez nei giri finali -. E’ stata una gara che mi è piaciuta molto" Queste sono le parole di Lewis Hamilton dopo il secondo posto nel Gran Premio del Messico, diciottesimo appuntamento stagionale della Formula1. Le dichiarazioni sono state prontamente evidenziate dai colleghi del Corriere dello Sport.
Considerazioni: secondo il parere di chi scrive le parole di Hamilton nascondono un sottotesto pieno di livore e frustrazione. Un sentimento che non dovrebbe appartenere al pluridecorato campione britannico che invece dovrebbe fungere da esempio. In altre parole, se dici alla stampa che la macchina di Verstappen era troppo veloce per le tue possibilità il messaggio che passa tra le righe (ma neanche troppo) è il seguente: Verstappen ha vinto solo grazie alla monoposto più performante (concetto poi reiterato quando ha parlato del pressing di Perez). Insomma, stai dicendo a chiare lettere che Verstappen non ha meritato la vittoria del GP e chissà, forse neanche quella (probabile) del Mondiale. Nulla di più falso se consideriamo che entrambi i piloti guidano due "astronavi" e se andiamo a studiare il distacco in classifica. Distacco che premia l'olandese. Infine, non è proprio carino da parte di Lewis lanciare certe stoccate ai propri meccanici... Avrà anche appagato l'ego, ma il concetto di squadra è un'altra cosa. Andiamo molto male, Lewis.
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