Quando siamo a due GP dalla fine del Mondiale di Formula 1, la battaglia per i titoli piloti e costruttori è ancora accesissima. Protagoniste assolute la Mercedes e la Red Bull con i realtivi piloti di punta, Lewis Hamilton e Max Verstappen. Tra pochi giorni andrà in scena la peultima gara a Jeddah e la tensione nel circus è palpabile. Intanto, purtroppo, sono anche i giorni in cui si piange la scomparsa di una delle leggende della F1, Frank Williams, venuto a mancare domenica scorsa all'età di 79 anni.
Di questi argomenti (e di tanto altro ancora) ha parlato Jacques Villeneuve, ex pilota campione del mondo di Formula 1 ed oggi opinionista, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Di seguito l'intervista.
Le parole di Jacques Villeneuve
Su Frank Williams
"È l’uomo che mi ha aperto le porte della F.1. Mi ha dato fiducia e non era facile perché dall’America qualche anno prima era approdato in McLaren Michael Andretti e non era andata bene. Franksi è presounbel rischio. L'ho ripagato? Sì, già il 1996 è stato soddisfacente. Avevo tanto da imparare da Damon Hill. Eppure Frank e Patrick Head mi diedero massima libertà. Fu una lotta tra noi due:Hill aveva lavorato tanto con la squadra per portare la macchina a quel livello e meritava il titolo. Per cui uscii sconfitto ma non distrutto".
Sulla lotta per il titolo con Michael Schumacher
"Come l'ho vissuta? Bene quando hai la squadra giusta intorno a te, che ha l’abitudine di vivere questo tipo di stress..".
Sull'incidente con Schumacher a Jerez
"Fu una gara tosta, tutta d’attacco. Quando sei in due a lottare, diventa tutto più complicato perché puoi giocare poco con le strategie. Devi essere aggressivo, mettere pressione all’avversario. Si doveva andare al massimo ad ogni giro. Schumacher sbagliò, sapeva
sin da prima della gara che non si poteva permettere di fare una mossa del genere. Nei giorni precedenti sui media, nei giornali si era parlato tantissimo di quello che aveva fatto nel 1994 con Damon Hill (l’incidente di Adelaide; n.d.r.). Noi come Williams avevamo spinto in questo senso per mettere pressioneeprima del via la Fia aveva spiegato che se uno avesse commesso una cosa del genere ci sarebbe stata una enorme punizione. Lo sapeva ed è per questo che la manovra non gli riuscì bene".
Sull'accesa battaglia tra Mercedes e Red Bull
"La Red Bull è senz’altro attrezzata alla pressioni. La Mercedes è fortissima ma ha avuto per anni vita facile e si vede perché a volte reagisce in maniera un po’ aggressiva, cattiva proprio perché non è più abituata a lottare e a... perdere. Però la capacità di vincere ce l’ha, si è visto in tante gare".
Sull'exploit di Hamilton in Brasile e Qatar
"È stato un recupero enorme, di colpo...O si erano tenuti qualcosa nella manica o... non lo so (ride). Mi è sembrato tutto troppo improvviso. Impressionante. Vediamo se continua così nelle ultime due gare...".
Su Jeddah e Abu Dhabi
"Il primo mi pare caratterizzato da lunghe curve che normalmente favoriscono la Mercedes, Abu Dhabi prima dei cambiamenti era senz’altro favorevole alla Red Bull. Ma c’è un aspetto da considerare. La Mercedes di Lewis monterà il motore che ha usato a Interlagos. Mi pare quasi imbattibile con quella power unit".
Sulla strategia della Red Bull
"Se fossi il capo della Red Bull mi giocherei un motore fresco? No perché il motore Honda fornisce gli stessi cavalli da inizio a fine vita. Quello della Mercedes non è solo nuovo, ma ha qualcosa dentro che è diverso… Sembra veramente di un altro pianeta".
Su un possibile epilogo "scontroso" tra Max e Lewis
"È possibile, percé la lotta è ravvicinata. Ma c’è differenza se succede come conseguenza della lotta o perché uno fa una cosa “sporca" ".
Sulla manovra di Verstappen in Brasile
"Era da punire anche se non è che avesse fatto granché, non aveva danneggiato Lewis che anzi aveva vinto lo stesso. Ma poi ché quando erano successe nelle gare precedenti, queste manovre erano state punite, lo si doveva fare anche in questo caso. Però durante e non dopo la gara".
Sulle tensioni tra Toto Wolff e Christian Horner
"Cosa brutta perché si tratta di due capi squadra e nondei piloti. Noi vogliamo vedere lottare i piloti non i team principal".
Sulla sfida tra Hamilton e Verstappen
"L’esperienza conta moltissimo e Lewis ha grinta intatta, però Max va considerato un pilota esperto, ha ormai tanti anni di Mondiale alle spalle, è giovane di età non per esperienza. Chi è più bravo tra i due? Non lo so. Non abbiamo mai visto Lewis in queste situazioni nell'ultimo periodo. L'ultima volta è capitato nel 2016 con Rosberg. E ha perso".
Sull'apporto di Bottas e Perez
"Bottas ha dato una grossa mano a Lewis in Ungheria (quando buttò fuori al viale Red Bull; n.d.r. ), però si vede la differenza quest’anno tra lui e Hamilton che ha dovuto alzare l’asticella. Sapevamo che Perez non era a livello di Verstappen, però ci hamesso tanto tempo per arrivare al punto di aiutare Max. Però ultimamente è migliorato. Sarà lui a dare più una mano tra i due? Sì, anche perché ha un contratto per l’anno prossimo, mentre Bottas va via (all’Alfa; n.d.r.). Se può, Valtteri punta a fare un buon risultato per sé, non ha una gran voglia di aiutare la squadra. E si nota...".