F1 in Arabia Saudita - La difesa di Domenicali: Non siamo ciechi, bisogna comprendere la situazione
29/03/2022 10:25:00 Tempo di lettura: 3 minuti

Il GP dell’Arabia Saudita è stato circondato da grandi critiche questo weekend. Molte persone hanno giudicato a dir poco incoerente la scelta della categoria di voler correre a tutti i costi in un Paese, la cui situazione, si scontra con quelli che sono i principi per cui la Formula1 si sta battendo da anni.

Il maggior polverone è stato ovviamente sollevato a causa degli attacchi terroristici svoltisi a circa 20 km da Jeddah lo scorso venerdì. Episodi che hanno seriamente rischiato di compromettere lo svolgimento dell’evento. Le domanda che molti si sono posti sono state: Non si era detto che ogni atto di guerra sarebbe dovuto essere condannato? Perché accanirsi (giustamente) contro la Russia se poi non si agisce allo stesso modo al di fuori del continente europeo?

L’altro tema, oggetto di critiche è stato il tema riguardante i diritti delle donne sul territorio. Anche in questo caso non sono state poche le persone che hanno ritenuti inutili gli sforzi che la F1 sta compiendo, attorno a questa tematica, anche attraverso la creazione della W Series, se poi si va a gareggiare in Paesi ancora molto indietro sotto questo aspetto.

Le donne pilota della W Series (foto: Twitter, W Series)

La difesa di Domenicali

La F1 però si difende, e lo fa attraverso le parole di Stefano Domenicali, il CEO della categoria: “Non è questione di punti interrogativi. Bisogna solo comprendere la situazione. Non siamo ciechi, ma non dobbiamo dimenticare una cosa: questo Paese e lo sport stanno facendo un enorme passo avanti. Non si può pretendere di cambiare una cultura di oltre un millennio così di punto in bianco” ha affermato secondo quanto riportato da ‘GpFans.com

Abbiamo visto quelle che sono le risorse che stanno impiegando in direzione del progresso ha proseguito. “Soltanto due anni fa, alle donne non era ancora permesso di guidare e ora le ritroviamo sulla griglia di partenza ad assistere alle gesta dei piloti. Sono cambiate molte leggi, questo va considerato.”

F1 rinnova l'impegno con l'Arabia Saudita

“Non vogliamo immischiarci in quelle che riteniamo essere questioni politiche, ma credo che la F1 stia avendo un ruolo molto importante nella modernizzazione di questo Paese. Ci stiamo concentrando per assicurarci che sia al centro della nostra agenda ha concluso il manager italiano con fermezza andando ancora una volta in contrapposizione con quello che è stato il pensiero del Paddock in questi ultimi giorni (leggi qui). 

Foto Twitter Formula 1 and co 

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