Hamilton: «Il preside non mi ha mai supportato, affrontare la dislessia è stata dura»
17/10/2022 13:00:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Lewis Hamilton non è solamente un pilota. Molto coinvolto ad aiutare le persone meno fortunate di lui, è anche un uomo con tantissime passioni. Oltre a dedicarsi alla miglioria dell’ergonomia delle monoposto di Formula1 (tra i suoi progetti quello del volante e del proprio sedile, leggi qui), il britannico nutre anche un interesse profondo per l’arte.

“Cerco sempre di imparare cose nuove”, esordisce in un’intervista riportata da ‘CnaLuxory’. “Amo la musica e nel poco tempo libero che ho sto studiando pianoforte. Uno strumento difficile da apprendere andando avanti con l’età. Adoro scrivere canzoni e cantare. Ho un amico ingegnere che è anche produttore. Prima della pandemia ci divertivamo molto assieme, però ho rimediato ordinando tutta l'attrezzatura online. Ho scaricato TeamViewer così che da Los Angeles poteva controllare il mio computer. Fino a quel momento non sapevo fosse possibile avere un ingegnere remoto. Abbiamo registrato circa 30 canzoni durante quella pausa".

Ritiro, Hamilton si sta preparando il terreno…

Ovviamente non solo musica:Credo che anche guidare sia una forma d’arte in un certo senso. Si tratta di trovare il flusso giusto, non stringere troppo il volante e non essere tesi”. Quando poi gli viene chiesto di parlare del ritiro: So di non poter correre per sempre, quindi il mio sguardo è volto sempre verso nuove opportunità. Posso correre qualche altro anno, ma ci sarà un’altra vita nell’aldilà. Parlo molto con alcuni grandi atleti che hanno ormai concluso la loro carriera da un po’ di tempo. Molti hanno il rimpianto di essersi fermati troppo presto, altri credono di averlo fatto troppo tardi, ma la maggior parte di loro mi ha detto che quando arriverà il momento lo capirò”.

Hamilton, Mercedes, stagione 2022

La più grande paura di Hamilton è quella di non saper gestire lo ‘stress del ritiro’ nel modo corretto, per questo sono ormai tanti anni che sta preparando il terreno a questo avvenimento: Un atleta in carriera è totalmente concentrato su come migliorare le proprie performance. Non ha molto tempo per dedicarsi ad altro e quindi, quando si ritira, per lui è come se il mondo si fermasse. Per questo sto cercando di mettere dei tasselli nel loro giusto spazio, voglio rendere più facile la transizione per quando sarà il momento”.

L’aneddoto sulla dislessia

Tutto molto bello, anche se la vita di Hamilton non è stata tutta rose e fiori. Molti sapranno già delle difficoltà che Lewis ha dovuto affrontare da bambino a causa degli episodi di bullismo a cui è stato sottoposto, ma forse in pochi sono a conoscenza del fatto che a questo nell’adolescenza il britannico ha dovuto fare i conti anche con un altro problema, la dislessia.

“Il periodo scolastico è stato davvero difficile per me”, racconta Hamilton. “Ho scoperto di essere dislessico a 17 anni. Stando a scuola soltanto tre giorni alla settimana (sostanzialmente dal lunedì al mercoledì, ndr), per me è stato complicato affrontarla e superarla. Il preside non ha mai sostenuto la mia carriera e sapevo che mi avrebbe penalizzato se mi fossi preso il fine settimana libero per andare a correre. Allo stesso tempo, proprio come tutti i ragazzi di quell’età, non volevo avere un insegnante privato o una scuola extra da seguire. No grazie, ma è stata davvero dura per me”.

È anche per questo che vediamo Lewis così attivo nel sociale e nelle iniziative benefiche come la ‘Mission44’.

 

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Foto: Mercedes

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