GP Messico 2022 - Analisi strategie: Mercedes rischia poco, Ferrari senza voto
31/10/2022 08:20:00 Tempo di lettura: 10 minuti

Il GP del Messico ci ha restituito un grandissimo duello tattico che ha visto coinvolte Red Bull e Mercedes. Sull’esito della battaglia ha inciso molto la scelta delle gomme, sempre diverse durante gli stint tra i principali rivali Verstappen e Hamilton. La casa di Stoccarda ha fatto davvero tutto ciò che era in suo potere per ottenere la vittoria e impensierire l’olandese, oppure poteva anche rischiare qualcosa di diverso? E la Ferrari? Quanto hanno influito le strategie sulla gara delle due vetture di Maranello? Queste le domande a cui cercheremo di dare risposta nel corso di questa disamina. Prima però, come al solito, diamo uno sguardo ai commenti della casa P Lunga rilasciati al termine della gara.

Analisi Pirelli

Verstappen è scattato dalla griglia su gomma Soft ed è rimasto al comando fino al 25° giro, quando è rientrato ai box per montare gomme Medie cedendo la testa della corsa alle Mercedes. Una volta che Russell e Hamilton hanno effettuato la sosta è poi nuovamente tornato in vantaggio. L’olandese ha gestito le Medium completando uno stint di 46 giri, creando un gap di 15 secondi su Hamilton.

La griglia di partenza ha visto dodici piloti prendere il via sulle Soft e otto su Medie. Le strategie si son rivelate determinanti fin dai giri iniziali. Il duello principale ha visto coinvolte Red Bull e Mercedes, con quest’ultimi che hanno scelto le Hard per il secondo stint dopo una partenza su mescole Medie. Hamilton ha ottenuto il secondo posto eguagliando il risultato ottenuto ad Austin, fin qui il migliore della stagione. Russell è uno dei tre piloti ad aver effettuato due soste. Il giovane britannico ha montato le Soft nel finale così da mettere in cassaforte il punto a disposizione per il giro più veloce (1’20’’153).

GP Messico 2022, Pirelli

Isola: “Medie protagoniste indiscusse, usura limitata per Hard e Soft”

“Vedere come tutte e tre le mescole abbiano permesso a piloti e team di giocare una sorta di partita a scacchi fra pista e box non può altro che renderci contenti”, ha esordito il responsabile motorsport Pirelli alle colonne dell’azienda. Strategie diverse dimostrano l’importanza delle capacità individuali nell’ottimizzare gli pneumatici. Le Medie sono state le protagoniste indiscusse, mentre Soft e Hard hanno giocato un ruolo fondamentale mostrando un indice di performance elevato e usura limitata. Su questo si è giocato il duello finale fra i due team che meglio hanno interpretato gli pneumatici durante tutto il weekend”.

“Questo è particolarmente significativo per noi, soprattutto dopo aver sostenuto entrambi i test riguardanti gli pneumatici per la stagione 2023. Abbiamo raccolto tantissimi dati sia sulle mescole dure che morbide fra Austin e Città del Messico. Vorrei ringraziare anche i piloti che hanno mostrato entusiasmo e partecipazione nell’analizzare ogni tema specifico fin dal venerdì sera dopo il secondo test. Congratulazioni a Red Bull ed a Verstappen per aver vinto e ottenuto il record delle 14 vittorie stagionali in una cornice di pubblico che, al solito, qui in Messico è davvero unica”, ha concluso Mario Isola.

Riepilogo strategie

Domenica mattina, prima della gara, neanche la Pirelli sapeva bene cosa attendersi. Aveva pronosticato delle strategie ad una o due soste lasciando però il verdetto alla pista su quelle che sarebbero però andate per la maggiore. Il tracciato ‘green’ e in continua evoluzione lasciavano dei dubbi su quelli che sarebbero stati i corretti valori di grip e degrado offerti.

Alla fine sono 6 le tattiche messe in atto dai team: tre ad una sosta e tre a due pit. Tra quelle ad un solo stop troviamo Verstappen, Perez, Sainz, Leclerc, Vettel e Schumacher ad utilizzare la Soft-Medium; Hamilton, Ocon, Norris e Bottas a puntare sulla Medium-Hard; Ricciardo, Gasly, Albon, Zhou e Magnussen su Medium-Soft.

GP Messico 2022, Pirelli

Pochi invece i piloti su due soste: Russell ha utilizzato la Medium-Hard-Soft per ottenere il giro veloce nel finale, Stroll è andato su Medium-Soft-Soft, mentre Latifi su Soft-Hard-Soft.

Impressionante il numero di giri che alcuni piloti sono riusciti a percorrere sulle C4 Rosse: 38 giri Vettel. Equiparabile invece il livello di degrado e usura mostrato da Medium e Hard.

Menzione speciale per Ricciardo

Che dire di Daniel... L’australiano è stato autore di una gran prova d’orgoglio ieri, a dimostrazione che c’è ancora un gran pilota dietro quel casco e quei guanti. Certo, il sorpasso su Tsunoda è stato alquanto pretenzioso (anche se Yuki non è totalmente esente da colpe), ma Ricciardo è stato sanzionato e dobbiamo dargli merito se nonostante i 10’’ di penalità, sia riuscito ad avere una gestione perfetta della Soft che oltre a concretizzare una bella serie di sorpassi, gli ha anche permesso di accumulare un gap di oltre 12’’ su Ocon mantenendo così a fine gara una P7 meritatamente conquistata. Settima posizione che sarebbe dovuta andare ad Alonso, pilota autore di un’altra gara brillante ieri. Peccato che un problema al motore abbia nuovamente tarpato le ali allo spagnolo. Di 7 ritiri stagionali dell’Alpine, 5 sono occorsi al campione di Oviedo. Chiamarla sfortuna è riduttivo.

Mercedes, si poteva rischiare di più

Ovviamente con i sé e con i ma non si fa la storia, tuttavia sì, la Mercedes avrebbe potuto rischiare qualcosa di più. Lo chiedevano i piloti, sia Russell che Hamilton, ma i tecnici di Stoccarda hanno preferito non perdere la posizione conquistata in pista da Lewis su Perez, anticipando il pit stop sulle Medie e mettere le Hard, piuttosto che percorrere qualche altro giro e montare le Soft. Abbiamo visto con Ricciardo, scattato dalla P11, in P12 quando è iniziato il valzer dei pit stop intorno al 22° giro, quanto la strategia Medium-Soft fosse buona. Se l’australiano ha chiuso in P7 lo deve soprattutto all’incredibile ritmo mostrato sulle Soft, spesso sui tempi realizzati da Verstappen e Hamilton in testa alla gara rispettivamente su Medium e Hard.

GP Messico 2022, Mercedes, Red Bull

Affermare che Lewis avrebbe potuto vincere se avesse adottato una decisione simile è impossibile dirlo, di sicuro sarebbe rientrato in pista alle spalle di Perez dopo la sosta, ma di sicuro avrebbe certamente messo più pressione a Verstappen di quanto non lo abbia fatto con la Hard (se nel corso del primo stint il gap non è salito mai sopra i 2’’, a fine gara tra i due ci sarà una distanza di 15’’). Si poteva rischiare di più. Cosa avevano da perdere?

Ferrari senza voto

Impossibile dare un voto alla strategia adottata dagli uomini di Maranello. Sainz e Leclerc ricopiano quasi alla lettera quanto fatto dalle Red Bull senza risultare coinvolte nella lotta con altre vetture. Dopo una breve battaglia tra Carlos e Charles al primo giro, dopo che il monegasco è riuscito a liberarsi di Bottas, la gara si stabilizza per loro sulla 5° e 6° posizione, risultato che non verrà mai messo in discussione.

GP Messico 2022, Ferrari

Qualunque strategia avessero adottato ieri, il risultato non sarebbe cambiato. Nei giorni scorsi erano emerse preoccupazioni in merito allo stato del turbo e per non compromettere l’affidabilità di tale elemento, i tecnici del Cavallino hanno deciso di utilizzare delle mappature più conservative così da non correre rischi. Considerazione confermata anche dal team principal, Mattia Binotto, che al termine della gara ha affermato: “Oggi non avevamo la velocità per batterci con le vetture davanti. La strategia non c’entra. Per il manager la power unit è soltanto un aspetto però. La F1-75 è stata carente anche in altri aspetti, come trazione e il sottosterzo che impediva ai piloti di far girare la vettura come volevano. Insomma tutti aspetti su cui la strategia non ha più di tanta influenza (qui il commento del manager della Ferrari).

 

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Foto: Twitter, Ferrari, Pirelli, Mercedes

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