Ha fatto tutto quello che poteva fare Carlos Sainz in Messico, ha conservato agevolmente la sua posizione dai timidi attacchi del compagno di squadra, ma non è stato mai neanche vicino ai piloti Red Bull e Mercedes per anche solo tentare di insidiare il podio.
Ai microfoni di Sky, Carlos ha subito chiarito che non ha sofferto di alcun problema tecnico particolare, ma che la sua Ferrari era semplicemente troppo lenta a causa di un compromesso affidabilità/prestazioni a cui il team ha dovuto ricorrere considerando le particolari condizioni del circuito a Città del Messico.
"La macchina non era brutta da guidare oggi, non è che avevamo un problema grosso è che sappiamo che rispetto ai circuiti ad un'altitudine normale qui abbiamo perso tanto. Sappiamo il compromesso che dobbiamo fare a quest'altitudine e la macchina non era performante in questo weekend. Peccato perché io mi sentivo bene con la macchina, ho fatto penso una bella gara ma quando sei così lento non si può fare molto"
Interessante la risposta di Sainz alla domanda diretta se sulle Ferrari fosse stato depotenziato il motore per garantire l'affidabilità. Il pilota spagnolo sembrava non sapere effettivamente quale sia stato il compromesso scelto dal team, ma è sicuro che la macchina non ha espresso il suo potenziale.
"E' una domanda più per la squadra che per me. E' una domanda più tecnica a cui deve rispondere la squadra, ma sicuro che la macchina non è al massimo del suo potenziale in questo weekend, abbiamo sofferto troppo a questa altitudine. Non voglio dire che ad un'altitudine normale potevamo lottare per vincere ma sicuramente saremmo stati più avanti"
Tutti i protagonisti Ferrari sono andati molto in difficoltà nel rispondere alle domande sulla crisi di prestazioni che ha colpito la Rossa in questo weekend, da Binotto a Leclerc gli sguardi cupi e sfuggenti sono stati una costante. Probabilmente è vero che si tratta di una "tempesta perfetta" di più fattori, ma sicuramente in ottica 2023 questa mancanza di risposte è alquanto preoccupante.
Speriamo che in Brasile, in condizioni normali, si possano nuovamente valutare le reali prestazioni di una monoposto che al momento, da favorita per la vittoria, sembra declassata a terza forza sullo schieramento.
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