Binotto, dalla dirigenza al rapporto con Leclerc: i motivi dell'addio
29/11/2022 15:30:00 Tempo di lettura: 3 minuti

La stagione 2022 della Ferrari è iniziata nel migliore dei modi, ottenendo una doppietta in Bahrain dopo un periodo di difficoltà durato due anni. L'ultima bandiera a Maranello era targata infatti Sebastian Vettel a Singapore 2019. Binotto è così riuscito a riportare la Ferrari nelle posizioni che merita facendola rientrare in battaglia per conquistare le vittorie contro top team come Red Bull e Mercedes.

Dal 2019 ad oggi: l'operato di Binotto

Binotto, dalla dirigenza al rapporto con Leclerc: i motivi dell'addio

Il mandato del team principal italo-svizzero non è stato tutto rose e fiori, anzi, promosso in questo ruolo nel 2019 per sostituire Maurizio Arrivabene ha conquistato insieme al team le vittorie di Monza e Spa con Charles Leclerc, oltre a quella di Singapore citata prima con il tedesco. Arrivati ad Austin però la power unit ha avuto un calo prestazionale, e solo dopo si scoprì che la scuderia di Maranello aveva firmato un accordo segreto con la FIA per irregolarità del motore. Da qui in avanti la scuderia ha dovuto affrontare altri due anni di difficoltà, causati anche allo slittamento del cambio regolamentare per colpa dalla pandemia. Per poi presentare a inizio 2022 la nuova e promettente F1-75.

La mancata fiducia della dirigenza e la delusione di Leclerc 

Alla presentazione della vettura 2022 è intervenuto in prima persona pure il presidente Elkann dando completa fiducia alla squadra, sicuro che la macchina sarebbe stata competitiva. Le attese non sono state deluse, concludendo il primo appuntamento stagionale con una doppietta firmata Leclerc - Sainz. Ma come riporta tuttosport.com proprio il monegasco sarebbe una delle motivazioni che hanno portato Mattia Binotto a consegnare le dimissioni. Charles infatti si è detto molto deluso dalla mancata competitività della vettura nel lungo termine, facendo scappare la Red Bull e Verstappen verso il secondo titolo piloti, senza permettere alla rossa di contrattaccare. Anche se i due piloti del cavallino sono molto amici, la mancata conferma dello status di prima guida da parte del team principal per la macchina numero 16 non è piaciuta al pilota, nonostante dopo l'appuntamento di Melbourne avesse accumulato un consistente vantaggio sullo spagnolo. Con il passare della stagione anche la fiducia data dalle alte cariche del team di Maranello è venuta meno, scoppiando in un caso mediatico già durante il weekend di San Paolo, dove però la scuderia ha prontamente smentito le voci con un comunicato stampa. Almeno fino a oggi.

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Foto www.ferrari.com

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