Indubbiamente, l'Aston Martin può essere considerata come la sorpresa positiva di questa prima parte di stagione. Dati alla mano il team di Silverstone ha compiuto, rispetto a 12 mesi fa, un balzo in avanti di primissimo livello, passando dalla lotta per la zona punti a quella per il podio. Uno step che, di fatto, ha portato la squadra inglese a lottare, ormai ad armi pari e sorprendente costanza, con top team come Ferrari e Mercedes, appena alle spalle della straordinaria Red Bull.
Un progresso certificato dalle ottime prestazioni mostrate e dai risultati ottenuti nelle prime uscite di questo 2023: quattro podi su cinque gare per Alonso ed ottimi piazzamenti per Lance Stroll. Un trend che, dopo alcune perplessità, ha portato il team di Lawrence Stroll a stazionare costantemente nelle zone nobili della classifica e pronto, dopo anni altalenanti, a guardare il futuro puntando verso obiettivi ambiziosi.
Uno stato dell'arte che non può che far piacere ad un fuoriclasse come Fernando Alonso (in uno stato di forma assolutamente invidiabile), che ad oltre quarant'anni di età sta vivendo una seconda primavera nella sua carriera, pronto a tornare al successo dopo oltre 10 anni di digiuno. Un successo da cui, ad oggi, è diviso solamente dalla straordinaria Red Bull di Verstappen e Perez, praticamente perfetta in ogni scenario.
Una RB19 "all round", realizzata dal genio indiscusso della F1 di ieri e di oggi, Adrian Newey. Un personaggio con cui Alonso ha già avuto modo di confrontarsi durante le sue stagioni in Ferrari (quando l'inglese realizzò le vetture vincenti con Sebastian Vettel) e di cui, nel corso di alcuni incontri con dei media a Miami, Fernando è tornato a parlare.
"Adrian Newey, con la sua Red Bull RB19, ha creato un'auto di un altro livello. Più o meno è la stessa cosa che ha fatto la Mercedes durante gli anni vincenti di Hamilton".
Il pilota di Oviedo ha analizzato poi la rivalità che, quest'anno, sta avendo con la Ferrari. Nel dettaglio, lo spagnolo ha individuato nella scarsa costanza di risultati la chiave della poca competitività di Maranello. Una costanza che, invece, nei suoi anni in Rosso era il fiore all'occhiello del team, oltre che elemento prezioso nel riuscire a lottare (malgrado vetture inferiori) per i i campionati del mondo contro la Red Bull.
“Quando ero in Ferrari, eravamo sempre vicini alla Red Bull, non abbiamo mai sbagliato e abbiamo lottato più volte per il mondiale fino all'ultima gara. È stato possibile grazie alla nostra costanza. Ora c'è meno costanza in Ferrari e, forse, è per questo che facciamo più punti di loro".
In chiusura, l'ex McLaren ha analizzato il modus operandi con cui svolge il suo mestiere. Un fattore che, in passato, non gli ha permesso di raccogliere quanto sperato e meritato ma che, in Aston, sta funzionando alla perfezione, forse in virtù della fiducia che la squadra ripone nei suoi confronti.
"Ho sempre lavorato sodo, ma forse non avevo la squadra che credesse nella mia prestazione e nella mia capacità di mettere a punto la macchina. Io ho cambiato nulla, ma l'Aston Martin ha cambiato tutto per me".
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Foto copertina astonmartinf1.canto.global