La stagione 2023 di F1 è terminata da oltre un mese e, in questo periodo di pausa, si può affermare con certezza quanto l'anno della Ferrari sia stato, per i risultati raccolti e le prestazioni mostrate nei 22 GP disputati (salvo dei lampi, specie a fine anno), difficile e complesso. Di fatto la Rossa, dopo le ottimistiche aspettative invernali, ha faticato non poco ad estrarre il potenziale della SF-23 che, malgrado fosse l'evoluzione della F1-75 del 2022, si è sempre rivelata poco competitiva e "facile" per i tecnici.
Nelle previsioni, infatti, la Rossa approcciava il 2023 con la speranza di chiudere il gap dalla Red Bull e sfidare Max Verstappen per il titolo mondiale. Previsioni che, sin dai primi chilometri in pista, sono state smentite visto che è subito apparso chiaro quanto il team di Milton Keynes avesse prootto una vettura inavvicinabile, capace di sbaragliare la concorrenza. Previsioni non confermate, che hanno portato la SF-23 ad essere, almeno nelle prime gare, inferiore a Mercedes e Aston Martin ma che, con costanza e duro lavoro negli aggiornamenti è tornata in forma nella seconda parte di campionato, giocandosi la seconda posizione nel mondiale costruttori contro al Mercedes.
Previsioni rosse che la Ferrari proverà a rendere reali nel 2024, a partire dal 13 febbraio, giorno in cui cadranno i veli sulla nuova monoposto che avrà come obiettivo quello di tornare a vincere e lottare, o almeno provarci, contro la Red Bull per il titolo iridato. Una rossa che, nel 2024, potrà contare anche sul supporto di un ex tecnico del Cavallino Rampante: Luca Baldisserri, per oltre 20 anni in Ferrari e ingegnere di pista di Michael Schumacher nell'epopea del tedesco in F1. Un supporto che il 61enne ha espresso in una intervista concessa a Leo Turrini sulle colonne di "Quotidiano Nazionale".
"Faccio il tipo per Vasseur, per Leclerc, per Sainz e per tutti quelli che lavorano all’interno del reparto corse".
Un supporto che, auspicabilmente, porterà la rossa a lottare e battere quello che ad oggi, secondo Baldisserri, è il vero problema della Scuderia e della F1: il binomio Red Bull e Max Verstappen.
"Però hanno un problema. E questo problema ha un nome e cognome. Max Verstappen".
Verstappen che, secondo l'ex Ferrari, è il pilota simbolo della F1 attuale, così come lo sono stati Senna negli anni '90, Schumacher negli anni '00 ed Hamilton negli anni '10.
"Ogni generazione ha il suo simbolo. Senna, Schumi, Hamilton. Ora è il turno dell’olandese. Sta nell’abitacolo della vettura più veloce, ma anche lui è il migliore. Guidata da Perez, la Red Bull è meno stratosferica, meno lontana. C’è una differenza aggiuntiva determina dal manico. Come la Ferrari di Schumi quando era al top: soltanto Michael sapeva renderla irresistibile".
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