Ali flessibili - I team non si arrenderanno mai al volere della FIA
Dopo qualche anno è ritornato in voga il tema delle ali flessibili. Forse l’ultima volta che se n’era parlato, andiamo a memoria, era il 2021 con la FIA che aveva dato una stretta introducendo dei ‘marker’ sulle ali per verificarne la flessione in ogni fase di gara.

18/08/2024 16:00:00 Tempo di lettura: 6 minuti

Dopo qualche anno è ritornato in voga il tema delle ali flessibili. Forse l’ultima volta che se n’era parlato, andiamo a memoria, era il 2021 con la FIA che aveva dato una stretta introducendo dei ‘marker’ sulle ali per verificarne la flessione in ogni fase di gara.

Dall’introduzione del nuovo regolamento tecnico (2022), la situazione sembrava ‘risolta’, ma ovviamente, era solo questione di tempo prima che i tecnici delle squadre tornassero a spingere sullo sviluppo di queste specifiche.

Il punto di vista della FIA

I team non si arrenderanno mai al volere della FIA. La Federazione vorrebbe avere delle ali piuttosto rigide. Cosa molto buona per lo spettacolo, ma che manda fuori dai gangheri i tecnici di tutti i team. Vi spieghiamo la ragione.

Montare delle ali secondo le direttive della FIA, ovvero che non si flettono oltre il limite stabilito né durante le prove statiche, né quando le auto sono in movimento, porterebbe ad avere delle vetture più scomposte in curva e anche meno veloci in rettilineo. Cosa che farebbe emergere le qualità dei piloti, ma fino ad un certo punto.

Il punto di vista dei team

Poter utilizzare dei particolari materiali, permette ai tecnici di far risultare la propria vettura idonea ai test statici della FIA e avere una monoposto che risponde alle proprie esigenze. Si tratta ‘soltanto’ di saper sfruttare delle determinate peculiarità dei materiali. Si tratta di ricerca. Quando l’auto è in movimento le parti meccaniche sono sottoposte a delle frequenze. Se i tecnici riescono a sfruttare dette frequenze per far andare in risonanza i materiali utilizzati, allora l’effetto della flessione può risultare anche maggiore del previsto. Che è di fatto il motivo per cui la Federazione ha imposto a partire dal GP del Belgio 2024 delle ulteriori telecamere ai team, per essere certi del lavoro che stanno conducendo (la Mercedes è la squadra maggiormente sotto osservazione)

Russell, Mercedes

Ciò che stiamo dicendo non si verifica sempre. Ogni materiale ha la sua frequenza di risonanza e questa può essere innescata soltanto a particolari velocità (gli ingegneri ci perdoneranno, la stiamo facendo semplice). È tutto un processo di ricerca ed è la parte più bella della Formula 1. Anche se non è qualcosa che tutto il pubblico può toccare con mano, è questo che fa la differenza poi là fuori quando le monoposto sono in pista: ricerca e sviluppo.

Specialmente per quanto riguarda le differenze tra top team, che contravvenendo in alcune circostanze al volere della FIA, spendono ancora tempo e denaro nella ricerca di questi materiali. Avere delle ali che si flettono al momento opportuno può riuscire a generare il carico aggiuntivo che occorre in una determinata curva, oppure ridurre sensibilmente l’effetto del drag in rettilineo.

Vogliamo uno standard o la ricerca? Questa è la domanda da porci

La FIA cerca da tempo di contrastare tutto questo perché i top team hanno già una certa esperienza nell’utilizzo di tali materiali e con determinati accorgimenti, possono fare dei progressi che vanno oltre il budget e le conoscenze in possesso dei team minori.

La domanda che dovremo porci è la seguente: vogliamo una Formula 1 più o meno standardizzata, come l’IndyCar, oppure uno sport in continuo sviluppo? Le qualifiche sono diventate qualcosa di eccezionale. Con delle vetture arrivate a mostrare delle prestazioni poco discordanti tra loro. Al sabato non si sa più chi riuscirà ad essere effettivamente il più veloce in pista.

Il tutto però si ripercuote poi sulla gara. Anche se le vetture sono prestazionalmente vicine, l’aerodinamica che continua ad essere comunque ancora molto ricercata dai team (cercano per forza di cose di avere una vantaggio sugli avversari in qualunque modo possibile), sporca la scia e abbiamo visto come questo può risultare molto penalizzante per gli inseguitori, anche se più veloci della preda, nell’effettuare sorpassi. Eliminare il budget cap e liberalizzare il tutto permetterebbe alle squadre di dare spazio alle idee, con la prestazione delle auto che ne gioverebbe a dismisura.

La Federazione deve fare una scelta. Più si va verso una standardizzazione dell’aerodinamica, spingendo anche sul budget cap, più i team cercheranno di trovare degli escamotage per arginare il regolamento. Se invece si andasse nuovamente verso una certa liberalizzazione, se da un lato potremo avere una disparità marcata di prestazione tra le varie vetture, dall’altro avremo dei gruppi di ricerca molto più motivati e funzionanti.

La ricerca è il cuore pulsante dell’umanità e la Formula 1 non dovrebbe fare eccezione.


Foto: Mercedes

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