Caos T-Tray: FIA e 'media' chiedano scusa, l’abbiamo gestita malissimo
Prima di fare qualsiasi tipo di analisi, dobbiamo dire una cosa: l’abbiamo gestita malissimo. Prima di essere scrittori, giornalisti, siamo tifosi e proviamo a metterci nei vostri panni.

19/10/2024 18:05:00 Tempo di lettura: 6 minuti

Prima di fare qualsiasi tipo di analisi, dobbiamo dire una cosa: l’abbiamo gestita malissimo. Prima di essere scrittori, giornalisti, siamo tifosi e proviamo a metterci nei vostri panni. Chi vi scrive, dopo ieri, detto come va detto, se non provasse a farlo per mestiere avrebbe gettato all’aria il tavolino e avrebbe detto, molto spassionatamente: “il mio tempo libero lo dedico ad altro”.

In primis abbiamo trovato la presa di posizione della FIA alquanto discutibile, sulla quale però torneremo a parlare in chiusura per fare il punto della situazione. In secondo luogo il comportamento dei Media: nessuno sa, ma pretende di sapere. Non faremo esempi solo per evitare ulteriore confusione. Un giornalista dice “A”, poi un team principal dice ‘’B’’, quindi chi prima diceva “A” adesso afferma “C” generando un caos senza fine (anche chi scrive si invita da solo al party).

Tutta questa gran corsa a voler divulgare la notizia senza però pensare al danno che causa nel pensiero comune.

Se avete letto questo articolo cercando la notizia, vi avvertiamo, l’unica notizia che possiamo darvi in questo momento è questa: se potete prendetevi una pausa di tre giorni, forse anche una settimana e tornate a leggere qualcosa tra una decina di giorni.

Red Bull, Perez

Se invece siete in cerca di qualche risposta immediata, dobbiamo fare una distinzione tra elementi certi e supposizioni.

Evidenze accertate:

  1. Tutti i team sono in possesso di un dispositivo in grado di variare l’altezza del T-tray. Tutti, nessuno escluso.
  2. La FIA si sarebbe accorta oppure le è stato detto, (molto probabilmente le è stato detto) che qualcuno usava detto dispositivo per variare l’altezza in regime di parco chiuso. È qui il nodo della questione. L’altezza del T-Tray da terra (solo del T-Tray, non di tutta la vettura), può essere variata nel corso del weekend durante le libere, ma deve restare fissa una volta superate le qualifiche.
  3. Non si ha però alcuna prova che la Red Bull o un altro team labbiano trasgredito le regole.

Supposizioni e domande:

  1. Prima domanda (forse la migliore): se tutti hanno questo dispositivo perché se ne parla? La FIA obbliga i team a non intervenire sulla vettura in regime di parco chiuso, con tanto di telecamere annesse. Qual è il problema?
  2. Il problema è che si pensa, i team pensano, che la Red Bull sia fornita di un sistema diverso dagli altri e sia in grado di modificare l’altezza del T-tray dall’interno dell’abitacolo (ma ripetiamo, siamo nel campo delle supposizioni).

Ieri la FIA ha mandato due steward all’interno del box Red Bull per visionare l’ammortizzatore montato sul T-tray (elemento presente su tutte le vetture) così da conoscere il tempo che una possibile modifica richiede ai meccanici. Il test è stato trasmesso in diretta TV, con i meccanici che hanno impiegato moltissimo tempo per intervenire. Che sia stato un teatrino orchestrato per non incorrere in penalità è probabile, ma resta ancora da dimostrare.

  1. Ciò che si vocifera nel Paddock è che la Red bull possa essersi inventata qualcosa di diverso e che spiegherebbe dunque il calo prestazionale registrato a metà campionato rispetto all’inizio di stagione.
  2. Il fatto che la Red Bull poi affermi di avere il dispositivo montato in vettura, ma di non averlo mai usato in regime di parco chiuso, aumenta le illazioni. Mosse anche dalla McLaren.

Il nodo cruciale, come prima detto, è che non si hanno prove e dunque la FIA ha le mani legate.

Resta l’evidenza però che la Federazione abbia tirato fuori il problema (da quanto si vocifera) molto, ma molto in ritardo. Da quel che si dice la Red Bull ne avrebbe fatto uso ad inizio stagione per poi sospenderlo prima sull’auto di Perez e poi su quella di Verstappen (qualcuno è arrivato a dire che il fatto di essere a conoscenza di questo marchingegno abbia permesso a Perez di restare in squadra).

Però non va bene. L’ente di controllo avrebbe dovuto chiedere un controllo approfondito non appena i team l’avessero richiesto, o meglio, quando se ne fosse accorto. L’intervento tardivo, unito alla ‘fame’ dei media, ha provocato una mala informazione generale a cui occorrerà sicuramente molto tempo per porre rimedio.

FIA e Media hanno gestito malissimo questa situazione. Dovrebbero chiedere scusa ai fan per questo.

Nel nostro piccolo lo facciamo: scusateci.


Foto: Red Bull

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