Che non si tratti dell'inizio di stagione che auspicavano a Maranello lo abbiamo ripetuto tante volte, ma da domenica scorsa c'è un altro aspetto negativo che accompagna il finora amaro 2025 della Rossa: dopo il trionfo della Mercedes di George Russell in Canada, la Ferrari è ufficialmente rimasta l'unica tra i top team a non essere ancora salita sul gradino più alto del podio.
Tra strategie discutibili, qualche episodio sfortunato, dichiarazioni spesso contrastanti di piloti e Team Principal, oltre alle molteplici lacune della SF-25 - nella quale solo tre mesi fa venivano riposte massima fiducia e speranza per la conquista del titolo - la realtà oggi è ben diversa... Vediamo perchè.
Il Gran Premio del Canada è stato un concentrato di confusione per la Scuderia di Maranello, a cominciare dalla strategia attuata. Se da una parte Leclerc ha espresso più volte via radio il suo disappunto riguardo le scelte del muretto, anche Hamilton non ha di certo goduto di un miglior piano gara dal momento che prima della sosta si trovava a due secondi dalla McLaren di Oscar Piastri, salvo uscire in pieno traffico una volta effettuato il pit-stop per poi ritrovarsi una decina di secondi dietro al compagno di squadra (fermatosi parecchi giri dopo).
Il calvario del britannico è continuato poco dopo, quando ha inavvertitamente colpito una marmotta nei pressi del tornantino di curva 10 che ha causato una perdita di 20 punti di carico, un vero e proprio deficit da mezzo secondo al giro.
Conosciamo ormai tutti a memoria l'amore che Leclerc prova nei confronti della Ferrari, ribadito anche nella giornata di giovedì in risposta ai rumors che mettevano in dubbio la sua volontà di permanenza a Maranello. Eppure, a discapito di ciò che afferma - e secondo la pura sensazione di chi scrive - il monegasco non appare affatto sereno, glielo si legge negli occhi.
Queste le sue parole al termine dei 70 giri in quel di Montreal: "La situazione è frustrante perchè non abbiamo una vettura in grado di vincere, però non è la competitività degli altri che mi rende più frustrato". Sia chiaro, nessuno vuole nella maniera più assoluta mettere in dubbio la buona fede di Charles, ma siamo davvero sicuri che non si stuferà mai nel vedere gli altri esultare senza che lui non abbia neanche la possibilità di provarci?
Al netto di qualche errore come quelli commessi nel corso delle FP1 prima e in qualifica poi, l'ex Sauber sta senza ombra di dubbio massimizzando ciò che ha a propria disposizione e lo dimostra il fatto che negli ultimi tre GP sia il pilota che ha raccolto il maggior numero di punti (43), a parimerito con Lando Norris e dietro solo a Oscar Piastri, i due che guidano la monoposto migliore del lotto.

Dall'altra parte del box la situazione è ben diversa con Hamilton che, sin dal suo approdo nella squadra capitanata da Fred Vasseur, fatica a trovare la sintonia con la SF-25. Sicuramente Lewis non si trova nel miglior momento della carriera - e non è un mistero che non abbia mai avuto particolare feeling con le monoposto a affetto suolo, sin dalla loro introduzione nel 2022 - ma non è nemmeno il pilota "bollito" che alcuni hanno dipinto (la pole position nella Sprint Qualifying di Shanghai dovrebbe bastare come dimostrazione).
Bisogna comunque tenere a mente che Hamilton è stato ingaggiato anche e soprattutto per portare una mentalità in un ambiente che di vincente ha ben poco, salvo qualche lampo isolato nel corso delle passate stagioni. A questo proposito, le parole rilasciate a Sky Sport F1 nel post-gara in Canada hanno fatto parecchio rumore: "Ci sono tante cose che vorrei spiegarvi, però non posso sbilanciarmi troppo. I problemi che abbiamo avuto, quello che sta succedendo all’interno dell’organizzazione... Il mio obiettivo è cercare di influenzare in modo positivo l'ambiente, perchè sono tanti i cambiamenti necessari".
Inutile girarci ulteriormente intorno: il progetto SF-25 è un fallimento. Non è più un mistero che la lacuna principale della vettura riguardi le altezze da terra, aspetto cruciale per la generazione di downforce nelle attuali monoposto. I problemi si sono manifestati sin dalla prima tappa in Australia quando, dopo un venerdì sui livelli della McLaren, la squadra è stata costretta ad alzare la macchina al fine di evitare un'eccessiva usura del pattino posto sotto al fondo, andando così incontro ad un netto peggioramento della performance.

Un deficit che ha portato grattacapi anche in Cina con la doppia squalifica (proprio perchè entrambe le SF-25 avevano usurato troppo lo skid) e in Spagna, quando Leclerc nei giri finali è stato obbligato ad effettuare un fastidioso lift and coast per arginare ancora una volta il problema. Anche domenica scorsa al pilota monegasco è giunta la stessa richiesta dopo che la vettura di Hamilton aveva sofferto di un grave problema di surriscaldamento dell'impianto frenante dovuto ad un'impostazione non ottimale del sistema di cooling.
Ciò su cui non rimangono più dubbi è il fatto che il Cavallino Rampante paghi una scarsa correlazione tra simulatore e pista, dal momento che la fiducia che si respirava nella pre-season era chiaramente collegata ad un certo tipo di competitività che poi - per le ragioni sopracitate - non si è potuta sostenere. Qualche lampo tra Monaco e Cina c'è stato, ma una squadra col blasone di Ferrari non può certo accontentarsi di un podio o di un successo nella "garetta" del sabato...
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