ESCLUSIVA - Valtteri Bottas, tra F1, ciclismo e libertà: «Non sono finito per questo sport»
Nel corso del weekend di Imola abbiamo avuto modo di parlare in esclusiva con Valtteri Botttas, reserve driver Mercedes. Un dialogo in cui è stato possibile spaziare tra il suo ruolo in F1, il suo futuro e alcuni aspetti legati al suo privato. Senza dimenticare...

22/06/2025 07:30:00 Tempo di lettura: 9 minuti

Rilassato, con l'aria bonaria e "friendly" che traspare in TV, sorridente e pronto a parlare, con calma e professionalità, di tutti gli argomenti che gli vengono posti. Valtteri Bottas si presenta così, con maglia Mercedes d'ordinanza e outfit da giornata al mare, nel paddock di Imola per parlare in esclusiva con chi scrive per "Formula1.it". Un incontro voluto, con uno dei personaggi più noti del paddock, forse troppo sottovalutato e al contempo criticato durante la sua carriera che, tra le varie cose, lo ha portato ad essere artefice di anni di successi Mercedes insieme a Lewis Hamilton. Un viaggio che, ad oggi, sta vivendo una pausa che, come lo stesso Valtteri ammette, andrà interrotta il prima possibile. Magari già nel 2026, anno in cui vorrà farsi torvare pronto per una possibile chiamata. Motivo per cui il 35enne di Nastola si sta tenendo in allenamento come reserve driver del team di Brackley, con il casco sempre pronto per disputare dei test e gli occhi sull'attualità per restare al passo con un mondo che corre veloce.

Valtteri, partiamo dal presente: può spiegarci il suo ruolo attuale in Mercedes?

"Il mio ruolo come reserve driver per il team Mercedes è quello di essere presente a tutte le gare del campionato, ma anche a tutti i meeting tecnici in modo da poter capire bene cosa accade gara dopo gara ed essere coinvolto nelle discussioni per il prossimo anno. Inoltre visiono tutti i dati e gli on-board camera dei nostri piloti, in particolar modo di Kimi Antonelli, in modo da poter dare loro dei consigli. Prendo poi parte a diverse sessioni al simulatore per aiutare la squadra e, infine, partecipo anche ad alcune sessioni di test in pista: la parte migliore del mio lavoro".

Posso chiederle come mai ha accettato di tornare a Brackley come reserve driver?

"Perché ho accettato di tornare in questo ruolo? Semplicemente perché credo di non essere ancora "finito" per la Formula Uno, e vorrei essere ancora qui il prossimo anno. Per me è una grande chance far parte di un top team come questo, con un grande brand alle spalle. Inoltre credo sia una grande opportunità anche in ottica futura".

ESCLUSIVA - Valtteri Bottas, tra F1, ciclismo e libertà: «Non sono finito per questo sport»

Quando è tornato, Toto Wolff era contento di riaverla in squadra: che rapporto avete e cosa pensa di aver portato alla squadra?

"Beh conosco Toto Wolff dal lontano 2007, da molti molti anni. È stato lui a contattarmi per primo quando ha saputo che non avrei corso come pilota titolare quest'anno e ha voluto concedermi questa grande opportunità e quella di dare alla Mercedes una buona riserva, con una buona quantità di esperienza con questa generazione di monoposto. Sa sicuramente cosa posso fare in macchina, quello che posso portare al team. Toto è davvero una bella persona e, conoscendomi, sa bene quello che è il mio obiettivo: tornare in F1 come pilota titolare".

Lei è anche terzo pilota della McLaren: come si gestisce il lavoro con team diversi, auto diverse, metodologie diverse?

"È un aspetto difficile, non posso negarlo. Passare da una macchina all'altra non è facile e ti richiede del tempo per adattarti. Ma in fondo è il mio lavoro. Mi richiedono di fare dei test per valutare le vetture, i sistemi. Da poco ho guidato una vettura del 2020 al Paul Ricard e a breve guiderò la macchina 2025. Poi è vero ho testato una McLaren, mentre non ho ancora lavorato con la Williams nel ruolo di reserve driver".

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Ha lavorato con Lewis Hamilton in Mercedes: le chiedo cosa ricorda di quegli anni vincenti e se, avendolo conosciuto da vicino, può spiegarci cosa lo rende unico rispetto agli altri.

"Credo di aver condiviso con Lewis Hamilton gli anni in cui stesse vivendo il suo "prime time", il periodo di massima forma. Insomma, gli anni migliori della sua carriera in Formula Uno. Posso dire che è veramente un pilota che lavora molto e soprattutto è molto molto molto difficile da battere. Ovviamente, oltre a lavorare molto, ha anche un gran talento naturale e un carattere dominante, da vero leader nel team".

Anni in cui ha, come Hamilton, avuto tra le mani delle vetture assolutamente vincenti: cosa crede le sia mancato per vincere un titolo mondiale?

"Mah, semplicemente credo di non essere stato abbastanza consistente, come invece è stato Lewis, per batterlo e poter vincere un campionato durante quegli anni in cui eravamo in gran forma".

Parlando del rapporto tra lei e Hamilton, cosa può dirci?

"Per quanto riguarda il nostro rapporto posso dire che abbiamo sempre avuto il massimo rispetto l'uno per l'altro, sia durante gli anni insieme in Mercedes che in seguito quando abbiamo preso strade diverse. Un buon rapporto di amicizia".

Cosa pensa del passaggio di Hamilton in Ferrari? Anche lei in passato è stato avvicinato alla Scuderia...

"È vero, sono stato vicino alla Ferrari, ma sono passati parecchi anni ormai. Posso capire la sua decisione, a volte è necessario cambiare e credo che per lui sia una bella opportunità entrare a far parte della Ferrari. È una cosa che ti cambia la vita e credo sia davvero bello, per lui e non solo".

Hamilton ha spesso parlato di difficoltà di adattamento alla Ferrari, specie con la power unit. Lei ha guidato sia quella del Cavallino su Alfa Romeo che quella Mercedes, sa dirci quali crede siano le differenze principali?

"Non so quali siano le differenze tra le due power unit nella specifica attuale, quella 2025. Però si, le conosco entrambe. Sto aspettando di fare un test in estate con la macchina di quest'anno, ma credo di poter dire che le differenze principali siano a livello di guidabilità e dell'utilizzo del freno motore. In termini di picco di potenza non credo ci siamo grosse differenze, pertanto credo che le sue difficoltà siano relative a questi due parametri. Pian piano si sta adattando".

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Cosa vede nel suo futuro? La F1 resta un obiettivo, anche in virtù dei vari rumos che la vedono in trattativa con una o due squadre, o potrebbe valutare nuove sfide in campionati come il Wec? La Mercedes sta per entrare nell'endurance...

"Spero di essere ancora in Formula Uno, che resta il mio obiettivo ed è il motivo per cui sono qui oggi, a lavoro per il prossimo anno sotto tutti i punti di vista. È vero, la Mercedes sta entrando nel Wec ma non ci penso. Se non sarò in F1 vorrei avere un piano B, e una valida opzione potrebbe essere l'IndyCar. Sono comunque aperto a valutare tutte le opzioni. Ma ripeto, per ora resto focalizzato sul presente in Mercedes e sulla ricerca di un sedile in F1".

Mai pensato ad un futuro nel ciclismo? In fondo è uno sport che la appassiona molto...

"Sempre, sempre (ride, ndr), mi piace molto il ciclismo, hai ragione".

Prima di salutarci mi dica: preferisce salire in bici e pedalare o guidare una F1?

"Mh... meglio guardare una monoposto di F1, senza dubbio. È la cosa che mi piace fare più di qualsiasi altra. Ma anche andare in bici mi piace veramente tanto (ride, ndr)".

Si ringrazia Valtteri Botttas per la cordialità e la disponibilità mostrata. La riproduzione parziale di questa intervista esclusiva è possibile previa citazione dell’autore e della fonte formula1.it con link al contenuto originale.

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Foto copertina www.martellotta.it

Foto interna www.martellotta.it


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