Le certezze della Ferrari, a maggior ragione dopo il podio autorevole di Leclerc e la rimonta arrembante di Hamilton: i piloti. Lo pensavamo anche prima di Spa, a maggior ragione lo pensiamo stasera. Questo perché, adoperando una formula paradossale, il rischio è che entrambi continuino a correre "contro" la macchina, oltre che contro una concorrenza sempre più agguerrita.
A Hamilton, ammirevole nella rimonta contro il se stesso di ieri, bisogna dar retta molto di più per ciò che resta dello sviluppo della SF-25 e, soprattutto, per semplificare il più possibile la monoposto del 2026, anno epocale per tutta la Formula Uno ma per la Ferrari ancora di più, a maggior ragione.
A Leclerc bisogna starlo a sentire quando cerca di tradurre il feeling con la macchina in una serie di indicazioni profilate sul suo stile di guida e sulla soglia di rischio, gestionale e riguardante la prestazione, che è disposto ad assumersi.
Ragionando in questo modo e motivando i piloti circa il raggiungimento della maggiore competitività possibile della macchina, ancora più esaltate, a tratti esaltanti, ne uscirebbero le loro prestazioni.
Le McLaren restano imprendibili ed è un dato di fatto, perché disputano un - divertente - Mondiale a parte; si può però arrivare ancora primi tra gli "umani", togliendosi due o tre sfizi sotto la bandiera a scacchi. A patto, però, di non complicare più la vita a Lewis e Charles.
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