F1 2026, la FIA chiarisce: «Non sarà una partita a scacchi»
25/08/2025 16:30:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Nel 2026 assisteremo a una rivoluzione della Formula 1. Le nuove Power Unit, a preponderante parte elettrica, e l'aerodinamica attiva, implicheranno più variabili da gestire, ma la FIA ha chiarito che la complessità non aumenterà al punto da snaturare la guida. L’obiettivo è chiaro: trovare un punto d’incontro tra velocità e strategia, decidendo con precisione “quanto” automatizzare i nuovi sistemi legati alla gestione energia e all’aerodinamica attiva introdotti dal regolamento 2026.

Le prime sensazioni emerse dai simulatori parlano di vetture “diverse” nello stile di guida e più esigenti sul piano mentale; qualcuno ha persino evocato un aumento del carico cognitivo. Ma Nikolas Tombazis, responsabile monoposto della Federazione, intervistato da Autosport, ha ribadito alcuni concetti: le regole definitive non sono ancora state provate in pista e il livello di automazione è tuttora in fase di calibrazione.

“Innanzitutto, i piloti non hanno ancora guidato con le regole finali, perché per definizione non sono ancora concluse. In secondo luogo, è vero: se non automatizzi certe parti, il carico sul pilota aumenterà. Questo è uno dei temi che stiamo valutando: decidere quanta parte sarà gestita in background, in modo più automatico, e quanta resterà sotto il controllo del pilota.”

“Non vogliamo sovraccaricare il pilota. Al tempo stesso deve esserci un grado di libertà che gli consenta di attaccare e difendere, mantenendo alcune funzioni sotto il suo controllo. Una parte, però, sarà gestita in modo trasparente, così da non doverci pensare in ingresso curva.”

Il quadro è reso più articolato dalla coesistenza di gestione energetica sul giro, ali con carico variabile, e dalla modalità Manual Override. Il rischio, paventato da alcuni, è di trasformare ogni stint in una partita a scacchi più che in una gara.

“C’è un equilibrio da trovare tra una guida che diventi una partita a scacchi sulla gestione dell’energia — cosa che non vogliamo — e l’estremo opposto, in cui guidare significhi solo volante, acceleratore e freno. Non aspiriamo a quest’ultimo scenario: serve una buona via di mezzo.”

 

Piloti sempre più "Smart"

Alex Albon ha suggerito che i piloti più “scaltri” potrebbero trarre maggior vantaggio dalla nuova piattaforma. Tombazis non smentisce il principio, ricordando che la differenza la fanno da sempre quelli capaci di liberare risorse mentali durante la gara.

“I piloti intelligenti già oggi prevalgono: la differenza di prestazione include anche una quota di questo fattore. È così da vent’anni — ai tempi in cui lavoravo con Schumacher, una parte di ciò che lo distingueva era la capacità di pensare ad altro mentre correva. Alcuni hanno ‘CPU’ da dedicare ad altri aspetti, altri devono usarla tutta per guidare.”

“Questi sono i migliori piloti al mondo, con grande ampiezza di ‘banda mentale’: possono gestire certi problemi. Un livello di comprensione dei parametri sarà necessario — fa parte del bagaglio di un top driver — ma non diventerà l’abilità principale. Il talento resta frenare al punto giusto, andare forte in curva, trovare il limite e le linee corrette.”

Tradotto: più strumenti sì, ma senza scivolare nell’iper-gestione. La sfida dei prossimi mesi sarà scrivere regole e logiche di controllo che preservino l’equilibrio tra tecnica e spettacolo, lasciando ai piloti margine decisionale senza costringerli a pilotare con la calcolatrice in mano.

Foto copertina x.com

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