All'alba del Gran Premio d'Olanda, la FIA ha emanato una direttiva con la quale aumentava la velocità in pit lane da 60 a 80 km/h, con l'obiettivo di favorire due soste, e ravvivare così una gara che si prospetta alquanto spenta. Una scelta molto discutibile non solo per il suo scopo, ma anche perché mette la sicurezza al secondo posto rispetto all'intrattenimento, tra l'altro in un circuito dove la corsia box è già molto stretta. Quest'anno, poi, è la seconda volta che si vede lo zampino della Federazione nella gestione delle gare: la prima volta era stato a Monaco, quando i team erano stati costretti a fare due pit-stop ed evitare il classico trenino. Una soluzione alquanto fallimentare, dato che comunque i sorpassi sono stati minimi.
Ma queste imposizioni dall'alto, così artificiali, sono il perfetto quadro della Formula 1 moderna: si cerca a tutti i costi l'intrattenimento, l'adrenalina, il divertimento. Il caso di Montecarlo è parecchio eclatante: sono decenni che il sabato è il giorno più importante di tutto il weekend del Principato, e sia le squadre come i fan lo sanno bene. Da quest'anno, invece, di punto in bianco la domenica è diventata un problema da correggere, cercando un sensazionalismo teatrale che contraddice la storia del GP di Monaco.
Ormai la dirigenza di questa categoria punta a tenere le persone incollati agli schermi, creando così engagement e, di conseguenza, soldi, ma sembra non chiedersi mai veramente cosa non vada in quelle gare che, in effetti, sono parecchio noiose. Tutti, tranne i piloti, sorvolano sull'elefante nella stanza: queste monoposto sono dei "trattori", inadatte a molti circuiti. Quante delle ultime gare sono state ravvivate solo dalla pioggia? In molte delle altre, non per ultima l'Ungheria, le macchine hanno creato treni di DRS dai quali nessuno riusciva ad uscire. E il vero motivo per cui alcune corse sono noiose sta proprio qui, perché se i piloti avessero tra le mani delle vetture adeguate non servirebbe sperare nelle soste, o addirittura manipolarle. Invece, la FIA ha criticato poche volte questa generazione di monoposto. Ora non resta che sperare nel 2026, e che lo scompiglio del nuovo regolamento riesca davvero a far stare gli appassionati in piedi sulle sedie di casa.
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