Oltre la Ferrari: ecco come stanno le altre squadre alla vigilia di Monza
02/09/2025 22:00:00 Tempo di lettura: 8 minuti

Siamo ufficialmente entrati in quella che la stragrande maggioranza degli appassionati definisce "la settimana santa", vale a dire i giorni che ci porteranno al weekend del Gran Premio d'Italia a Monza, seconda tappa tricolore dopo quella andata in scena a Imola lo scorso mese di maggio.

La Ferrari avrà bisogno di tutto il sostegno possibile da parte dei propri Tifosi dopo gli zero punti raccolti in Olanda, a fronte del duplice ritiro di Lewis Hamilton e Charles Leclerc. In questo senso il pubblico ha già risposto presente, con il già annunciato sold-out nella giornata di domenica e gli ancora pochi tagliandi disponibili per venerdì e sabato. Team di Maranello a parte, vediamo però come si presentano le altre squadre alla tappa nel capoluogo brianzolo, a seguito delle diverse sorprese - positive e non - emerse al termine della scorsa gara in Olanda.

Piastri, gestione da vero "Iceman": il Mondiale ora ha il suo padrone?

Chi ha lasciato Zandvoort con un sorriso (si fa per dire, conoscendo Oscar) grande così è sicuramente Piastri che a casa Verstappen ha non solo raccolto la nona vittoria della carriera - le stesse del suo manager, Mark Webber - ma ha visto la sua leadership estendersi a 34 punti di vantaggio, complice il ritiro di Lando Norris nel finale. Un successo arrivato grazie ad una gestione magistrale del classe 2001, capace di non perdere mai il controllo nemmeno al momento delle tre ripartenze dopo Safety Car.

Monza oltre la Ferrari: come stanno le altre squadre alla vigilia del GP d''Italia

La performance nel corso dei 72 giri ha permesso inoltre a Piastri di completare il suo primo Grande Slam: pole position, tutta la gara in testa, vittoria e giro veloce; un risultato che ad un pilota McLaren mancava dal 1998, quando Mika Hakkinen dominò in Brasile e a Monte-Carlo. Il numero 81 è il secondo australiano a riuscirci dopo Jack Brabham, capace di ottenerlo in due occasioni: Belgio 1960 e Brands Hatch 1966.

Dalle lacrime di Melbourne al podio di Zandvoort: chi la dura la vince, giusto Isack?

Gli inglesi direbbero "what a comeback". Poche parole ma che definiscono a pieno la prima stagione in Formula 1 di Isack Hadjar, arrivato nella massima serie a fari spenti e ora pronto a candidarsi al ruolo di miglior rookie dell'anno. Dopo la già clamorosa seconda fila agguantata il sabato, il francese ha regalato il podio alla Racing Bulls a distanza di quattro anni dall'ultima volta quando fu un altro transalpino, Pierre Gasly, a portare l'allora AlphaTauri in top 3 a Baku.

Il classe 2004 ha sì approfittato del ritiro di Norris, ma trattasi comunque di un risultato più che meritato, arrivato al termine di una gara dove ha mostrato alla grande i muscoli nella difesa su Charles Leclerc e George Russell che non hanno mai avuto una reale chance di sopravanzare il parigino.

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Paradossale - e questa è una provocazione - come ora il #6 vanti più podi rispetto a chi mesi fa passò in Red Bull con l'ambizione di conquistare il suo primo, vale a dire Yuki Tsunoda (nono in Olanda). Quel sedile che proprio il pilota del team di Faenza al 99% occuperà la prossima stagione: una promozione che mette d'accordo tutti e avente prospettive più rosee rispetto a chi lo ha preceduto, dal momento che il 2026 sarà letteralmente un foglio bianco per l'intero paddock.

Nel frattempo Le Petit Prost - suo storico soprannome - si gode non solo il primo grande risultato della sua carriera, ma anche un record speciale: quanto ottenuto domenica, infatti, fa di lui il pilota francese più giovane della storia ad essere salito sul podio. Dalle lacrime di Melbourne alle bollicine di Zandvoort, quella di Hadjar è una storia di resilienza bellissima per chiunque ami il motorsport.

Haas, hai visto che Bearman?

C'è un altro esordiente che ricorderà con piacere la tappa olandese, vale a dire Oliver Bearman che ha chiuso i 72 giri di Zandvoort in settima posizione, diventata poi sesta grazie alla doppia penalità inflitta a Kimi Antonelli. Per il britannico della Ferrari Driver Academy si tratta del proprio miglior risultato in Formula 1; battuta anche la settima piazza che ottenne un anno fa a Jeddah, quando fu chiamato a sostituire Carlos Sainz alla guida della Rossa di Maranello.

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Bearman ha così finalmente messo fine alla sfortunata sequenza di quattro piazzamenti consecutivi ai piedi della top ten, tornando in zona punti per la prima volta dal Gran Premio del Bahrain. Proprio quella di Sakhir era stata l'ultima gara nella quale la Haas era riuscita a portare entrambi i piloti tra i primi dieci, statistica che si aggiorna grazie anche al decimo posto conquistato da Esteban Ocon.

Che disastro per Norris: (s)fuma il sogno iridato?

Dovrà invece smaltire in fretta la delusione Lando Norris, con la consapevolezza che forse qualcosa nella giornata di domenica è cambiato davvero. Uno zero pesantissimo che fa non solo scivolare il nativo di Bristol a -34 dal compagno-rivale, ma che potrebbe assumere sempre più i contorni della sliding door del Mondiale 2025.

Un problema di affidabilità che nella Formula 1 moderna sa quasi di paradosso e lascia a bocca aperta chi negli anni non ha potuto godere di quella che una volta era una variabile importante, per non dire decisiva. Lo sa bene un certo Lewis Hamilton che nel 2016 in Malesia venne tradito dalla Power Unit della sua Mercedes: un ritiro che poi a fine anno si rivelò fatale per il britannico, costretto a cedere la corona a Nico Rosberg per soli 5 punti, in quella che anche allora era una lotta tutta in famiglia.

Antonelli, l'aria di casa può far bene

A Kimi serviva un rientro dalle vacanze senza particolari sussulti, ma solido. Lo era fino alla tornata numero 53, quando il contatto con Leclerc - costato il ritiro al monegasco - e la relativa penalità di dieci secondi ha di fatto posto fine alla sua corsa. Un vero peccato per il giovane italiano che era riuscito a rimettere in piedi il weekend dopo l'errore nella prima sessione di libere e un Q3 mancato per pochi millesimi.

Il potenziale quinto posto si è invece trasformato in una P16 al traguardo, quando al conteggio dei secondi se ne sono aggiunti altri cinque per eccesso di velocità in pit-lane. Una giornata nera per Antonelli, il che lascia intendere come questo fine settimana a Monza il supporto dei Tifosi non servirà solamente alla Ferrari...

Foto interna pbs.twimg.com

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