Newey racconta i suoi 'problemi': «Mia moglie si lamenta, sono in trance progettuale«
18/11/2025 07:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Da quando, a fine 2020, Lawrence Stroll e la cordata di investitori da lui capeggiata hanno acquisito e riportato il team Aston Martin in F1, l’obiettivo della squadra inglese è sempre stato chiaro e preciso: tornare a vincere nella massima serie automobilistica nel più breve tempo possibile.

Per riuscirci, avendo rilevato un team di centro gruppo come la vecchia Racing Point, il magnate canadese ha investito – e sta tutt’ora investendo – milioni di dollari: molti destinati ad ammodernare la struttura del team a Silverstone e molti altri necessari per assicurarsi i servigi di tecnici di primo livello nel tentativo di portare l’Aston Martin nella zona alta della F1.

Un obiettivo che, grazie alla rivoluzione tecnica del 2026 (in cui in F1 cambierà tutto a livello aerodinamico e soprattutto motoristico), potrebbe essere finalmente raggiunto, contando sia sull’“effetto foglio bianco” sia sulla fornitura in esclusiva della power unit Honda.

Il genio al tavolo da disegno

Oltre a questi elementi, il vero fattore che potrebbe rimescolare le carte e aiutare il team britannico a raggiungere il vertice è l’uomo che siede al tavolo da disegno della “verdona”: Adrian Newey, strappato alla Red Bull sfruttando le tensioni interne.

Il mago dell’aerodinamica, il progettista più vincente nella storia della F1, ha già mostrato di saper collaborare al meglio con Honda, dando vita al ciclo vincente di Milton Keynes con Max Verstappen. Newey ha da poco concluso un’intervista con uno dei maggiori sponsor di Aston Martin, Maaden, e ha spiegato di essere in grande trepidazione in vista del 2026, stagione ormai alle porte in cui molti team oggi non al vertice potranno avere una reale chance di far bene.

Una chance che lo stesso Adrian vuole cogliere, tanto da essere entrato in una sorta di “trance progettuale” da quando ha preso servizio a Silverstone, causando anche un certo malcontento familiare…

Parla Newey

“Parte della motivazione è la paura di fallire. Ho cercato di imparare a usarla in modo costruttivo, è la differenza tra una pressione mal gestita che causa errori e uno stato di concentrazione e visione lucida e creativa. Mia moglie, negli ultimi tre, quattro mesi, da quando sono entrato nel team, si lamenta del fatto che sono in una sorta di trance progettuale, e capisco cosa intende. Forse non sono molto socievole. Non ho idea di quale posizione ci troveremo a inizio 2026, il team si sta trasformando e negli ultimi mesi siamo cresciuti come organico. Ora dobbiamo amalgamare e stabilizzare il tutto. Non ho mai creduto al fatto di fissare obiettivi: ciò che dà soddisfazione è lavorare insieme per progredire. Dove saremo a inizio 2026 sarà il primo passo”.

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Foto copertina x.com


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