Wolff spiega il recupero: «Merito di scelte non convenzionali. Pole? A Shovlin ho dato un compito»
31/07/2022 11:20:00 Tempo di lettura: 4 minuti

L’incredibile pole position conquistata da George Russell nell’ultimo tentativo della Q3 del GP d’Ungheria ha emozionato tutti i fan della Formula1. I risultati imprevedibili sono da sempre il pepe dello sport e pensare che oggi vedremo il giovane britannico scattare davanti alle Ferrari di Sainz e Leclerc è semplicemente fantastico.

Il compito affidato a Shovlin

Però ovviamente c’è anche una domanda che rimbalza nelle menti dei tifosi: 'Come ha fatto la Mercedes, oltretutto su una pista su cui sarebbe dovuta andare un po’ più in difficoltà rispetto a Silverstone e Paul Ricard, ad ottenere questo strabiliante risultato?'

“Non riesco ancora a spiegarmela”, sarebbe stata la prima risposta del team principal Toto Wolff secondo quanto riportato da ‘Autoosport.com’. “A Shov (Andrew Shovlin, responsabile ingegneri di pista, ndr) ho detto di scrivere tutto ciò che abbiamo fatto nel corso della giornata di sabato. Di annotarsi tutto, anche quello che abbiamo mangiato. Questo ci permetterà di capire cosa ci ha reso così forti”.

La spiegazione del recupero 

Una parentesi scherzosa che va ad introdurre ciò che secondo il manager ha fatto realmente la differenza nel recupero della Mercedes sulle vetture di testa. Il team campione del mondo in carica, quando si è accorto, dopo i primi appuntamenti, di avere dei problemi di correlazione dati tra pista e simulazioni in fabbrica, ha deciso di cambiare approccio. Ha rischiato e i rischi stanno pagando.

Mercedes, Wolff, Shovlin

“Quest’anno ci siamo ritrovati a prendere delle scelte non convenzionali”, ha iniziato a spiegare Wolff. “Una nostra aerodinamica molto intelligente mi ha detto: ‘Se 12 mesi fa mi aveste chiesto di montare sulla macchina un fondo senza che questo fosse passato prima per la galleria del vento, vi avrei detto che non lo avremmo mai fatto’. Invece è proprio ciò che stiamo facendo e siamo orgogliosi dei risultati”.

Mercedes ha deciso di puntare sul reverse engeenering

“Lo abbiamo fatto anche qui in Ungheria tra venerdì e sabato”, ha proseguito.Questo cambio di approccio sta andando avanti da qualche gara ormai. La F1 è uno sport in cui il database svolge una funzione molto importante. Se non puoi fare affidamento sui dati, perché non si trova la corretta correlazione nel mondo virtuale - galleria del vento, CFD e altre simulazioni – con lo sviluppo che corre, non ti resta che provare come va direttamente nella realtà. Sostanzialmente, abbiamo deciso di affidarci al reverse engineering. E ripeto, i risultati sono stati positivi”.

Non sempre, come avvenuto qui in Ungheria, questo approccio dà i risultati sperati, però il tutto contribuisce comunque a delineare un corretto percorso di sviluppo: “Venerdì abbiamo provato delle cose che non hanno funzionato, però ci hanno dato una direzione. È comunque un esercizio doloroso, lo ammetto. Credo che in qualifica, a differenza degli altri eventi siamo riusciti a sbloccare il potenziale dell’auto. Se il race-pace non ne ha risentito allora avremo delle chance dii lottare per una buona posizione in gara”, ha concluso.

 

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