La ripresa della stagione si sta rivelando molto deludente per la Ferrari. Se nel weekend del GP del Belgio il problema erano state le prestazioni, decisamente superiore Verstappen nell’occasione, a Zandvoort la Rossa evidenzia una mancanza di ritmo, specialmente su gomme Medie, unita ancora una volta a tantissimi errori ai box che finiscono per penalizzare pesantemente lo spagnolo Carlos Sainz. Il livello non è certo da top team... Analizzeremo nel detttaglio la gara dei piloti Ferrari più avanti, prima diamo uno sguardo al commento rilasciato dalla Pirelli al termine del GP d’Olanda.
La gara vista a Zandvoort è stata condizionata essenzialmente da tre variabili: dalla performance della Hard, dalla Virtual prima e dalla Safety Car poi, si legge nel comunicato rilasciato dalla casa della P Lunga. Max Verstappen ha vinto partendo dalla pole su gomma Soft. La decisione di montare le Medie in occasione del primo pit stop, le stesse gomme scelte da Lewis al via, ha messo Hamilton in una posizione di vantaggio. Passato alle Hard infatti, il britannico ha iniziato a mostrate un ritmo molto veloce diventando uno dei più grandi protagonisti della gara.
La Red Bull è riuscita però a sfruttare la Virtual e la Safety Car a proprio vantaggio perdendo la metà del tempo nella sosta e montando le più performanti Soft per la ripartenza finale. Una mossa che gli ha permesso di capitalizzare al meglio la differenza prestazionale tra la sua mescola e la Media di Hamilton, superandolo e vincendo la gara.
Sono stati 16 i piloti che hanno montato le Soft alla partenza e solo 4 hanno scelto le Medie. Tra queste le due Mercedes. Giunte anche a podio con Russell, concretizzando il potenziale della strategia alternativa. Sarebbero probabilmente arrivate al traguardo mediante una singola sosta se non fossero intervenute la Virtual e la Safety Car nel finale vanificando tutto il lavoro fatto.
Il direttore motorsport Pirelli, parlando alle colonne ufficiali dell’azienda ha commentato: “Abbiamo visto una gara divertente, caratterizzata da un crescendo di emozioni culminate in un finale incerto e determinato da delle variabili facilmente pronosticabili su un circuito come Zandvoort”, ha affermato Mario Isola, riferendosi probabilmente alla Safety Car. “Abbiamo avuto diverse strategie, un livello di degrado della Soft abbastanza contenuto e una Hard molto performante. La presenza poi della Virtual e della Safety Car ha mantenuto vivo l’interesse dei fan fino agli ultimi metri”.
“La Hard è stata la vera protagonista della giornata, rivelandosi anche una piacevole e inattesa sorpresa. Il tutto è stato reso possibile da una sempre crescente evoluzione della pista che con la sua gommatura ha permesso alla mescola di dare il meglio di sé. Degrado molto basso e ritmo costante ne hanno fatto il compound perfetto per la seconda metà di gara, con tantissimi piloti che hanno scelto di utilizzarla. Tutte e tre le mescole hanno giocato un ruolo importante nelle scelte dei team, che a loro volta hanno saputo adattarsi brillantemente alle sfide fornite dal veloce saliscendi di Zandvoort dando vita ad uno spettacolo che ha premiato il pubblico con la presenza di tre piloti di diversi team sul podio”, ha concluso il manager italiano.
Ciò che certo ci teniamo a dire è che, a Zandvoort, con assoluta sorpresa, tutte e tre le mescole sono state grandi protagoniste della gara essendo inserite in 6 delle 9 strategie di gara viste ieri (56 pit stop in totale per una media di quasi 3 pit stop a testa, considerando i due ritiri).
La strategia più adoperata è stata Soft-Media-Hard-Soft, ovvero quella scelta dal vincitore dell’evento Max Verstappen e da altri suoi 6 colleghi: Leclerc, Sainz, Stroll, Gasly, Vettel e Latifi.
Tante le strategie a tre soste. La seconda più vista in pista è stata la Media-Media-Hard-Soft, utilizzata da Albon, Schumacher e Magnussen. Dopodiché tutte queste tipologie di strategie a 3 pit hanno visto un solo utilizzatore: Russell su Media-Hard-Media-Soft, Perez su Soft-Media-Hard-Media, Norris su Medium-Hard-Soft-Soft e Zhou su Soft-Soft-Medium-Soft (tra i pochi ad aver evitato la Hard).
Soltanto due le tipologie a due soste con Hamilton su Medium-Hard-Medium e la coppia Alpine: Alonso e Ocon su Soft-Hard-Soft. Ricciardo, l’unico davvero alternativo completa la gara mediante quattro soste: Soft-Media-Hard-Soft-Soft.
Sicuramente, tra i piloti che più sono stati penalizzati dalla Virtual e dalla Safety Car troviamo il duo Mercedes. Hamilton e Russell, tra i pochi, assieme a Norris, Albon, Schumacher e Magnussen a prendere parte all’evento con mescole Medie, hanno creduto sin dall’inizio sulla mescola Hard, gomma che montata tra il 29° e il 31° giro stava dando alla coppia l’occasione di vincere la tappa olandese davanti a Verstappen.
Dimostratasi una mescola in grado di mantenere un buon ritmo senza perdere performance, al 47° giro nel momento in cui Tsunoda deve fermarsi a bordo pista e ritirare la propria vettura, Hamilton e Russell accusano un ritardo rispettivamente di 14’’3 e 16’’9 nei confronti di Verstappen. Con il tempo della sosta che a Zandvoort valeva circa 22’’, Max dopo aver fatto la seconda sosta, sarebbe rientrato sicuramente alle spalle della coppia con almeno 5’’ di ritardo da George e 7-8’’ da Lewis. Tuttavia, entra in gioco la Virtual Safety Car, espediente che Max, assieme anche al duo Mercedes colgono al volo per montare un nuovo set di gomme, Hard Verstappen, Medie per le due Frecce d’argento.
Ancora qualche giro e alla 54° tornata subentra la Safety Car, causa il ritiro di Bottas. A questo punto Verstappen e Russell decidono di montare gomma Soft per affrontare al meglio la lotta per la vittoria nel finale. Hamilton però continua su Medie vecchie soltanto di 8 giri. Una decisione che si rivelerà errata e lo farà scivolare dalla prima alla quarta posizione finale. Montare la Soft molto probabilmente non gli avrebbe garantito alcuna chance di vittoria, avrebbe comunque perso la posizione su Verstappen, ma avrebbe potuto terminare la gara in P2 vendendo cara la pelle.
Le maggiori chance di vittoria la casa di Stoccarda le ha avute a metà gara, quando c’era la possibilità di vederla completare la corsa su un solo pit stop. Max sarebbe andato sicuramente su due soste. C’è da dire che Verstappen era davvero veloce e, con gomme più fresche, avrebbe probabilmente ripreso la coppia nel finale. Non potremo mai sapere come sarebbe andata a finire, ma quel che è certo è che le Safety Car hanno penalizzato la gara di Hamilton che avrebbe potuto conquistare la sua prima vittoria stagionale, mantenendo intatto quel record che dura dal 2007, da quando è entrato in F1 (Lewis ha sempre ottenuto almeno una vittoria all’anno).
Molto svantaggiato dalle SC anche Lance Stroll. Il pilota dell’Aston Martin, in lotta per la settima posizione fino a metà gara, aveva appena effettuato la sua seconda sosta quando Yuki Tsunoda ha fermato la sua vettura a bordo pista ritirandosi. Nulla ha più potuto contro i suoi rivali: Alonso, Norris e Ocon, che hanno usufruito di un pit gratuito grazie alla Virtual Safety Car. Il canadese concluderà comunque decimo.
La gara di Leclerc
Nel caso della squadra del Cavallino Rampante, le Safety Car aiutano a contenere i danni. La Mercedes, qualora la strategia ad una sosta fosse riuscita, sarebbe con ogni probabilità finita davanti a Leclerc con entrambe le vetture e non solo con Russell come alla fine è accaduto. Charles deve ringraziare anche l’errore fatto con Hamilton al muretto teutonico per essere giunto sul gradino più basso del podio. Se il britannico avesse montato le Soft, Charles sarebbe arrivato quarto e non avrebbe comunque avuto nulla da recriminare.
Gli uomini di Maranello fanno tutto giusto in termini di scelte strategiche con Charles, il problema è che la vettura non ha ritmo sulle gomme Medie. Il primo stint sulle Soft era stato promettente. Verstappen non era riuscito a fuggire. Giusto qualche passaggio di troppo (secondo il parere di chi scrive) su mescola C3 rossa. Dopo 13 giri Charles aveva accumulato un gap di 2’’5 da Max, divario che raddoppia letteralmente nei 5 giri successivi che portano alla sosta (al 18° passaggio, poco prima di montare le Medie, il margine è salito a 5’’).
Anche sulle Medie, Leclerc riesce a mantenere un buon passo per i primi dieci giri (6’’ il ritardo da Max nel corso del 27° passaggio), ma poi i tempi si alzano e questa volta lo stint, essendo gomme Medie, deve per forza di cose essere più lungo di quello condotto con le Soft. Il ritardo da Max sarà salito a 12’’ quando nel corso del 46° giro Charles decide di fermarsi per montare la Hard. Gomma di cui non si riuscirà realmente ad apprezzare il passo causa il successivo ingresso della Safety Car.
Da cosa potrebbe essere dovuta questa mancanza di ritmo? Probabilmente dalla non efficiente gestione delle gomme. La Ferrari fatica in questo campo. Mentre la Red Bull riesce, attraverso il set-up ad adeguarsi alle temperature circostanti mettendo le mescole quasi sempre nella corretta finestra di funzionamento, la Ferrari continua a soffrire nelle piste in cui occorre innescare temperatura nelle mescole per essere competitiva. Anche la Mercedes, riesce a fare un lavoro migliore. La squadra del Cavallino predilige il caldo, ma anche se è estate, non sempre si può godere di temperature torride nel corso del mondiale. Un punto debole su cui a Maranello dovrebbero incentrare le proprie energie in chiave 2023. Bisogna centrare la corretta finestra di lavoro per estrarre il massimo dalle mescole Pirelli e la Ferrari ancora non è in grado di farlo in tutte le condizioni.
La gara di Sainz
Che dire? Una domenica in cui la sfortuna sembra essersi completamente accanita su di lui. Che poi… A chiamarla sfortuna si fa un grande complimento alla Ferrari. Carlos è stato sfortunato sì, magari nell’unsafe release. Di certo gli uomini del Cavallino non potevano prevedere le mosse dei meccanici McLaren che Sainz si è opportunatamente preoccupato di schivare, almeno su questo possiamo dare ragione a Binotto. Tuttavia sull’errore commesso durante la prima sosta, le responsabilità Ferrari ci sono. Eccome se ci sono. Uno sbaglio grave che porterà Sainz dalla terza alla 9° posizione, che diventerà sesta quando tutti i piloti avranno smarcato il primo stop.
A pit stop to forget for Ferrari 😫#DutchGP #F1 pic.twitter.com/9KEykCkHLD
— Formula 1 (@F1) September 4, 2022
Ed eccolo qui il clamoroso errore che è stato riproposto anche dall’account ufficiale della Formula1 via Twitter. Si vede palesemente come (notate dall’inquadratura dall’alto al minuto 0:36) un meccanico stia correndo, con una gomma in mano (la posteriore sinistra), tutt’attorno alla monoposto. All’inizio del pit stop, l’uomo si trova nei pressi dell’ala anteriore, lato destro, e si nota come stia cercando di farsi largo tra i colleghi per portare al più presto la gomma dove occorre. Lo scherzetto costa tantissimi secondi e 3 posizioni al pilota della Ferrari. Nella confusione del momento gli uomini del Cavallino abbandonano una pistola fuori dallo spazio indicato, con Perez che sarà costretto anche a passarci sopra. Fortunatamente la FIA è magnanima nella circostanza e decide di non sanzionare la Ferrari. Molto probabilmente non se l’è sentita di sparare sulla croce rossa.
In definitiva, a Zandvoort abbiamo visto una Ferrari lenta (sia con Leclerc che con Sainz, anche se nel caso dello spagnolo sul ritmo potrebbe aver pesato il contatto avuto all’inizio con Hamilton, almeno Binotto è sembrato ieri abbastanza convinto di questo, leggi qui), distratta e pasticciona (ho scelto volutamente il termine adoperato ieri dal team principal, è appropriato). Una squadra così non sembra neanche meritarsi il diritto di chiamarsi top team, figuriamoci se si possa pensare di ambire a conquistare il titolo mondiale.
Prima di lottare per il campionato occorre essere perfetti. Binotto lo ha detto spesso nel corso di questi anni, ma il problema è che questa perfezione, tanto inseguita, tarda ad arrivare. Anzi, più si va avanti più sembra venire meno. Lo so, sembra facile commentare da qui, da dietro ad una tastiera, e fa male. Da Ferrarista fa tanto male scrivere queste cose, ma c’è tanto lavoro da fare. Ci sta la delusione per il campionato sfumato, ci sta il ritardo nelle prestazioni, ci può stare un pit stop un po’ più lento del normale, ma vedere un meccanico che gironzola apparentemente spaesato verso la propria posizione… No, dispiace, ma questo no.
Leggi qui: Binotto: «Abbiamo fatto un pasticcio ai box. Mondiale? Nulla è cambiato rispetto al Belgio»
Leggi qui: Leclerc: «Abbiamo faticato a trovare il feeling. Difficile tenere dietro Hamilton nel finale»
Foto: Ferrari, Twitter, Pirelli, Mercedes
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