La Red Bull si sta preparando ad affrontare una grande sfida, forse la più ardua da quando è entrata in Formula1. Aver deciso di mettere in piedi un reparto addetto alla progettazione, produzione e gestione delle power unit non è cosa da poco, soprattutto se fatto nel contesto attuale, con i tecnici che si stanno mettendo al lavoro sui nuovi propulsori che vedremo debuttare in categoria nel 2026.
Una prova enorme se consideriamo che gli uomini Red Bull, a meno di colpi di scena, dopo aver abbandonato lo scenario di collaborazione con la Porsche, si ritroverà a dover affrontare da sola il cambiamento regolamentare.
Nonostante la casa austriaca sia famosa per intraprendere e vincere questo genere di sfide, in un’intervista riportata da ‘GpFans.com’, il team principal non ha nascosto qualche preoccupazione. Anche se è vero, che presentandosi come nuovo produttore il team austriaco godrà di un bonus di 10 milioni di dollari da poter investire nel 2023-2024 e di 5 milioni di dollari nel 2025, è giusto ricordare che nel 2014 e 2015, malgrado la partecipazione di grandi case produttrici, tranne la Mercedes, tutti gli altri brand si sono trovati in grande difficoltà dal punto di vista delle prestazioni.
Ferrari, Renault e Honda hanno dovuto faticare parecchio per raggiungere il livello del propulsore teutonico. Dunque, quel che chiede Christian Horner alla FIA è che venga istituito una sorta di ‘rete di sicurezza’, un ‘paracadute’ tale da non permettere che vengano a generarsi delle grosse disparità di prestazioni tra le varie power unit che vedranno la luce nel 2026.
“Chiediamo che venga garantita una certa parità di condizioni. Non vogliamo alcun privilegio in più, ma essere nelle condizioni di poter stare sullo stesso livello degli altri. Credo che la ‘rete di sicurezza’ presente all’interno dei regolamenti debba essere rivista per tempo”, ha affermato il manager britannico.
“Se un produttore manca l’obiettivo, avrà dei margini di intervento? Potrà provvedere a colmare il gap prestazionale in caso di eccessive disparità, come ad esempio quelle viste all’alba dell’era V6 nel 2014? Sono tutti al lavoro adesso. Non solo Nikolas Tombazis, anche il presidente è stato fortemente coinvolto”. Secondo quanto riportato da ‘GpFans.com’ il riferimento sarebbe al presidente FIA, Mohammed Ben Sulayem.
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Foto: Red Bull Racing