Pirelli questa volta aveva ragione. 1-0 e palla al centro direbbero gli appassionati di calcio. L’abbiamo visto questa mattina in avvicinamento al GP del Bahrain 2023 di Formula1 (leggi qui). Il costruttore di pneumatici era fermamente convinto che ci sarebbero state due soste e che la nuova mescola Hard (la nuova C1) sarebbe stata protagonista. Un pronostico più azzeccato di questo non si è mai visto.
Tolte le Red Bull che potevano fare quel che volevano oggi (avrebbero vinto anche in retromarcia), Ferrari, Mercedes Aston Martin hanno deciso di completare la gara mediante una strategia Soft-Hard-Hard. Solo Verstappen e Perez hanno concluso il GP virando sulle due soste Soft-Soft-Hard.
Nel deserto del Sakhir, l’aspetto più complicato con cui i piloti hanno dovuto fare i conti è stato il degrado. Così marcato che secondo il team principal della Ferrari, Frédérick Vasseur, soltanto la Red Bull oggi era in grado di gestire adeguatamente azzardando l’utilizzo del secondo treno di Soft. Impressionante in tal senso il secondo stint di Max sulle C4: un run di oltre 20 giri in cui ha dimostrato un ritmo pazzesco. L’unico altro pilota che ha provato a replicare è stato Zhou (Alfa Romeo). Il cinese però palesemente fuori dalla top-10, ha deciso bene di effettuare un terzo pit stop per togliere il giro veloce a Gasly in ottica campionato costruttori (il compagno Bottas è arrivato ottavo ottenendo 4 importanti punticini).
Dati utili alla comprensione delle gomme Pirelli
Correre su una pista da alto degrado, porta con sé il fatto che fermarsi prima dei rivali (effettuare dunque un undercut) sia più vantaggioso rispetto alla scelta di restare in pista provando ad allungare. Non c’è da meravigliarsi dunque se lo stint centrale su mescola Hard sia stato di una durata più breve rispetto all’ultimo. Come i piloti sono entrati nella finestra che gli avrebbe garantito di concludere la gara mediante l’utilizzo della C1 hanno deciso di fermarsi nuovamente per sopravanzare l’avversario con un pit stop.
Tra Aston Martin, Mercedes e Ferrari, ha infine pagato la scelta di Fernando Alonso di voler attendere qualche giro in più degli avversari per effettuare l’ultima sosta. Sebbene non gli abbia permesso di difendersi dall’undercut di Hamilton, rimastogli davanti dopo l’ultima sosta, Fernando ha goduto di un treno di mescole leggermente più fresco nel finale. Questo, unito alla sua ottima gestione, è stato un'arma potente che ha potuto sfruttare a suo piacimento trovando il sorpasso prima su Lewis, poi sul pilota della Ferrari, Sainz. Il ritiro di Leclerc per problemi al motore gli ha spalancato le porte del podio. Un risultato comunque meritato per il livello mostrato in gara.
Problemi di affidabilità a parte, almeno con Leclerc, la Ferrari è parsa essere la seconda forza del mondiale in pianta stabile. Risolvere le difficoltà nella gestione gomma, farebbero trovare ritmo e aiuterebbero a rafforzare la sua sposizione, ma per battere la Red Bull serve altro. Oggi Verstappen non ha mostrato tutte le potenzialità della vettura. Che senso avrebbe avuto spingere con tutto il margine che aveva sugli avversari? Non ha neppure cercato il giro veloce... Non serviva.
Riepilogo strategie Pirelli
Se gettate un’occhiata alle strategie effettuate dai piloti nelle retrovie avrete una situazione molto più ingarbugliata rispetto alla parte alta della classifica. Questo perché molti hanno deciso di andare su tre soste quando, nel momento del ritiro di Leclerc è entrata in scena la Virtual Safety Car e ne hanno approfittato per rimontare gomme Soft. Situazione diversa per Ocon e Norris. Il pilota dell’Alpine è stato tartassato dalle penalità e alla fine ha deciso bene di ritirarsi con la sua gara che non aveva nulla da dire.
Il caparbio Lando invece, doveva rientrare ai box ogni 10 giri per ripristinare la pressione nell’impianto d’aria compressa della sua vettura (probabilmente un’anomalia al sistema pneumatico che regola il richiamo delle valvole del motore, un problema simile lo aveva avuto Lelerc durante il GP del Belgio 2020). La cosa non l’ha fatto comunque perdere di certo d’animo. Il britannico ha chiuso il GP in ultima posizione con 5 pit stop all’attivo.
Infine, concludiamo con le parole rilasciate da Mario Isola, direttore motorsport Pirelli, alle colonne ufficiali dell'azienda al termine del GP del Bahrain: "Le nostre previsioni sulle strategie sono state rispettate. Tutte le squadre si sono fermate ai box almeno due volte, scegliendo di differenziarsi per il secondo e il terzo set montato. La mescola che più ha inciso in gara è stata la Hard C1, introdotta proprio quest’anno. Il nuovo compound ha lavorato come ci aspettavamo, con prestazioni allineate a quanto era stato rilevato durante i test e nei giorni scorsi. La Soft C3 ha avuto invece un degrado inferiore rispetto ai dati raccolti in precedenza. L'aspetto che può aver senz'altro influito favorevolmente a ciò è probabilmente l’evoluzione della pista. Le mie congratulazioni a Red Bull che, adottando una strategia alternativa e unica, ha portato entrambi i suoi piloti sul podio. Complimenti anche all'Aston Martin”.
Foto: Ferrari
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