Le qualifiche ci hanno regalato tante emozioni e azione. Il weekend non ci ha mai permesso, almeno fino alle Q3, di dire con certezza chi avesse più potenziale rispetto agli altri. Leclerc aveva prevalso nelle PL1, Norris nelle PL2 per pochissimi millesimi su Charles e ancora Lando nelle PL3 con distacchi più consistenti. Se questo avrebbe dovuto essere un campanello d’allarme vi sbagliate di grosso. Lo dimostra la pole conquistata da Norris (1’29’’525) per soli due decimi su Verstappen, e la prima Mercedes di Hamilton fermatasi al terzo posto con 3 decimi di ritardo.
Fino al Q2 è stato davvero impossibile indicare chi avesse quel qualcosa in più sulla concorrenza. Piastri aveva chiuso al comando in 1’29’’640, Verstappen in 1’29’’680, Leclerc 1’29’’747, Hamilton 1’29’’929. Tempo, quello del monegasco della Ferrari, che se replicato in Q3, gli avrebbe permesso di scattare davanti alla Mercedes di Hamilton in terza posizione (1'29''841 Q3).
Il potenziale la Ferrari lo aveva, almeno per essere in zona podio, ma cos’è andato storto? Chi scrive, concorda con Matteo Bobbi di ‘Sky Sport F1’ e con Charles Leclerc: il problema sono state le gomme. Affermazione che va in disaccordo con ciò che ha espresso il team principal Vasseur, che a fine giornata ha riferito che le gomme erano in finestra (leggi qui).
Chi scrive, ancora una volta, si sente di dare più credito a Leclerc e Bobbi per la seguente ragione: se trascuriamo l’errore, Charles è stato molto più lento nel Q3 rispetto alla sessione di Q2. In più lo si vede proprio nel giro fatto in Q3 esser costretto a correggere molto la traiettoria della sua monoposto, cosa che non accadeva nelle precedenti sessioni. Il lungo in curva-2 che gli è costato il tempo, deriva proprio da questo.
L’incidente di Sainz ha scatenato una reazione a catena che ha permesso alla Ferrari di compiere un Harakiri esemplare. È passata dal poter lottare per il podio (cosa che probabilmente non accadrà poi così spesso nelle prossime gare, da Austin la musica cambierà) a dover fare una gara in sofferenza scattando al limite della top-10 con Leclerc. La posizione di Sainz dipenderà per lo più dai danni riportati dalla sua monoposto, sempre che la FIA non decida di penalizzarlo per non aver rispettato le indicazioni del direttore di gara e aver attraversato a piedi la pista in occasione del suo incidente.
La pole position era un’utopia. Si è visto bene in Q3. Conseguenze dovute all’errore di Sainz a parte, Leclerc non avrebbe mai potuto ottenere la pole. Norris ha dimostrato di avere un passo ineguagliabile. Soltanto Lando e le due Mercedes sono riusciti a migliorare i loro crono rispetto alla Q2. Verstappen, Piastri e le due Ferrari hanno sofferto alcuni cambiamenti dell’asfalto portati dal calar della notte e hanno dovuto affrontare i problemi.
La casa di Maranello ne è uscita con le ossa rotte, Piastri è passato da essere un potenziale pole man a inseguitore dalla P5, mentre Verstappen è riuscito a mitigare i problemi. La seconda piazza non è poi così male. Singapore è un cittadino e sono davvero tanti 62 giri su questo circuito (molto provante soprattutto per il caldo e l’umidità, forse il più complesso della stagione).
Foto copertina: X, Formula1; Foto interna: X, Formula1
Leggi anche: LIVE - Qualifiche GP Singapore 2024
Leggi anche: LIVE - Prove Libere 3 GP Singapore 2024
Leggi anche: Ala posteriore McLaren - La FIA interviene, ma non agisce: pericoli e incoerenze
Leggi anche: GP Singapore - Analisi passo gara PL2: Riprende il duello tra Ferrari e McLaren, Red Bull in agguato