Il GP del Messico è stato un appuntamento non certo privo di emozioni. Tanti incidenti, diverse penalità, ma soprattutto una bellissima prova di forza della Ferrari, questa volta nel pilota Carlos Sainz che dopo aver perso la posizione su Verstappen al via, se la riprende subito con determinazione al nono giro mantenendo poi la testa del GP fino al suo 71° giro.
Qual è stato l’impatto che hanno avuto le strategie sull’esito finale della gara? Prima di scoprirlo andiamo a fare un rapido recap. Anche questa volta, la gara si è svolta secondo le aspettative (leggi qui). La Soft è stata evitata dalla maggior parte dei piloti, solo chi ha voluto tentare il giro veloce nel finale è tornato a fare affidamento sulla C5.
Visto il degrado, la strategia che è andata per la maggiore è stata quella ad una sosta Medium C4-Hard C3. Soluzione scelta dai piloti che hanno chiuso la gara in Top-11, ovvero il vincitore Sainz, Norris, Hamilton, Russell, Verstappen, Magnussen, Piastri, Hulkenberg, Gasly e Stroll. A questi fa eccezione Leclerc che avrebbe terminato su questa strategia se non avesse deciso di montare la Soft C5 all’ultima tornata disponibile per fare il giro veloce in 1’18’’336.
Su una sosta Hard-Medium abbiamo avuto invece Colapinto, Ocon, Bottas e Zhou. Lawson è andato su Hard-Medium-Soft dovendo rientrare a pochi giri dal termine per riparare l’ala anteriore danneggiata in un contatto con Colapinto (il pilota Williams è stato poi penalizzato di 10’’ per questo), mentre Perez termina il suo travagliato GP di casa su 3 soste H-M-M-S, rientrando ai box a fine gara per provare a togliere il punto addizionale a Leclerc. Mossa che non riesce a Checo, i danni riportati dal messicano a seguito del contatto avuto con Lawson attorno al 18° giro sono stati troppo importanti. Sergio si fermerà a quasi un secondo di distanza dal tempo di Charles: 1’19’’209 (sulla gara di Perez pesano anche i 5’’ di penalità iniziali, ricevuti per essersi mal posizionato sulla griglia di partenza).
Entrando nel vivo dell’azione che conta ci sono due temi che andremo ad analizzare. Per quanto sarebbe interessante parlare delle penalità date a Verstappen, vogliamo concentrarci di più sugli aspetti che hanno influito sulla vittoria di Sainz e sul modo in cui Norris ha impedito a Leclerc di ottenere quella che sarebbe potuta essere la seconda doppietta consecutiva per la Ferrari.
Se Carlos ha un merito è quello di esser riuscito a prendersi la prima posizione del GP dopo una bella e pulita lotta con Verstappen nel corso del nono giro negli attimi subito successivi al rientro della Safety Car ai box (chiamata in causa dall’incidente avvenuto tra Albon e Tsunoda). Dopodiché Sainz è riuscito ad impartire il suo ritmo alla gara approfittando del duello tra Max e Lando, cosa che ha fatto anche Leclerc passando dalla P4 alla P2. Le due Ferrari sono state le vetture ad avere il miglior passo su gomme Medie, tant’è che quando Verstappen rientra ai box nel corso del 27° giro, Sainz ha accumulato 6’’ su Leclerc e 12’’5 su Norris.
Lando però non essendo riuscito a superare l’olandese fino a quel momento, non ha potuto mostrare il suo vero ritmo e questa è stata la più grande fortuna dello spagnolo. Una volta infatti che Max sconta la penalità di 20’’ (somma di penalità comminategli per il modo in cui si è difeso dagli attacchi di Norris), Lando ha pista libera e può finalmente mostrare il suo potenziale. Con le Hard è sicuramente la McLaren la vettura più rapida, tant’è che la monoposto numero 4 non solo riuscirà a prendere e superare Leclerc, ma chiuderà in seconda posizione a soli 4’’7 di distanza da Sainz. Il britannico recupera 8’’ su questo treno di gomme e Carlos, non è sempre stato in gestione.
L’errore di Charles poteva costare molto caro al team. Quell’uscita di pista che ha permesso a Norris di prendersi la P2 senza sforzi è stata forse l’unico neo della gara. Da cosa è derivato? Leclerc era sicuramente affranto e demoralizzato. Sainz ha dimostrato di averne di più per tutto il weekend. Charles ha tentato di reggere il ritmo dello spagnolo nel rpimo e nel secondo stint, ma senza riuscirci, costantemente richiamato dal team preoccupato per la sua gestione delle temperature d'esercizio. Quando Norris decide poi nel secondo stint di fare sul serio, Leclerc si rende conto che sarebbe stato molto complicato resistergli.
Con Charles in costante equilibrio tra lo spingere e gestire le temperature, la McLaren recuperava terreno e quando i doppiati incontrati sul suo cammino si sono anche messi a fare muro, il monegasco ha perso le staffe. L’errore commesso all’ultima curva del 62° giro ha fortunatamente comportato soltanto il facile sorpasso di Norris, ma poteva andare molto peggio. C’è mancato veramente poco che Charles non la mettesse a muro e rovinasse il weekend della squadra di Maranello. Il valore aggiunto di Leclerc è quello di essere molto autocritico, per cui saprà benissimo riconoscere ciò che dovrà cercare di evitare in futuro.
A sua discolpa possiamo dire che i doppiati si sono comportati in modo davvero molto difficile da decifrare. Facevano muro con le Ferrari e poi lasciavano rapidamente libero il passo agli altri. Sicuramente non lo facevano di proposito, ma questo rende quantomeno comprensibile lo stato d’animo di Leclerc.
A livello di strategia è stata una gara piuttosto semplice. Il GP si è giocato prevalentemente su gestione gomme, temperature e carburante. Sainz è stato il migliore nel farlo, ma se Norris fosse riuscito a superare Verstappen nelle fasi iniziali di gara, probabilmente avremmo assistito ad un altro finale.
Menzione speciale per Piastri, capace di arrivare a punti partendo dal fondo su strategia M-H, per le Haas che centrano ancora un doppio piazzamento a punti e per Gasly che riporta l'alpine in top-10 dopo 4 gare di digiuno.
Foto: Ferrari; Foto interne: Pirelli
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