Ferrari, il solito problema delle aziende italiane... I piloti meritano sincerità
La stagione 2025 della Ferrari è iniziata sotto una cattiva stella. Il mondiale 2024 aveva lasciato i tifosi con l’amaro in bocca. Vedere la Rossa combattere fino all’ultima gara per il costruttori per poi arrivare seconda aveva da un lato lasciato una...

07/04/2025 18:45:00 Tempo di lettura: 4 minuti

La stagione 2025 della Ferrari è iniziata sotto una cattiva stella. Il mondiale 2024 aveva lasciato i tifosi con l’amaro in bocca. Vedere la Rossa combattere fino all’ultima gara, all’ultima curva, per il costruttori per poi arrivare seconda aveva da un lato lasciato una sensazione di profondo dispiacere e dall’altra la speranza che quest’anno le cose sarebbero potute andare in modo diverso. 

Che la McLaren sarebbe stata la squadra da battere si sapeva, e si ipotizzava anche che il Cavallino avrebbe incontrato molte difficoltà nel cercare di batterla. Non ci si attendeva però un simile gap. Ora la classifica è certamente falsata dalla doppia squalifica arrivata in Cina, ma gli altri risultati, a parte la vittoria conquistata da Hamilton nella Sprint di Shanghai non permettono comunque al team di sorridere.

La sensazione è che si siano cambiate troppe cose rispetto alla passata stagione. Nuove sospensioni, introduzioni di nuovi e ripresa di vecchi concetti aerodinamici… Come se la SF-24, la vettura con cui si è sfiorato il titolo mondiale nel 2024, fosse quasi da buttare. Perché tutti questi cambiamenti? Che ragione c’era?

GP Giappone 2025, Ferrari, Leclerc

Si tratta pur sempre di una stagione ponte, un limbo tra i vecchi e i nuovi regolamenti che sopraggiungeranno nel 2026. Perché introdurre così tante novità su un progetto che morirà a dicembre 2025? Conoscenza? Esperienza? Il discorso ci starebbe, ma allora avremmo dovuto assistere ad un inverno totalmente diverso, un periodo in cui non si sarebbe dovuto parlare di alti obiettivi, ma di tutt’altra tipologia di lavoro: studio in ottica 2026.

Non servono colpi di testa, occorre sincerità. Soprattutto con i piloti

Purtroppo le cose sono andate in modo diverso. Non è tutta colpa della Ferrari, sicuramente molta è anche dei media che si sono lasciati trasportare dall’euforia del momento dovuta all’arrivo di Hamilton.

La sensazione che si ha dall’esterno è che la squadra di Maranello soffra di una malattia comune a quasi tutte le aziende, soprattutto a quelle italiane: tante proposte, apparentemente tutte molto valide, ma poi quando si sbaglia nessuno vuole prendersi la responsabilità. Tante idee, forse anche troppe, ma nessuna che sia la soluzione effettiva al problema. Situazione che si riassume con la solita frase fatta: ‘Troppi galli a cantare’.

Ora non serve a nulla puntare il dito contro qualcuno o fare dei colpi di testa, però vedere i piloti così sconsolati al termine delle gare non è un buon indicatore. Sembra che sia stata promessa la Luna e poi ci si sia dovuti accontentare... Questo dovrebbe far riflettere i vertici e in primo luogo il team principal Frederic Vasseur. Certi segnali non vanno trascurati. Non occorre fare pazzie o attuare dure contromisure. C’è bisogno di chiarezza e tanta onestà. Se non con i tifosi, almeno con i piloti.


Foto: Ferrari

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