Verstappen, il pilota con lo smoking su misura
Oggi vi parliamo della teoria dello smoking. Una nuova metafora che sappiamo potrebbe creare una spaccatura nel pensiero dei nostri lettori.

22/10/2025 20:45:00 Tempo di lettura: 7 minuti

Negli anni sono state elaborate molte bizzarre metafore per permettere agli addetti ai lavori di spiegare meglio le dinamiche del mondo della Formula 1. Metafore come quella della 'coperta', usata in genere per spiegare il lavoro svolto dai tecnici sulle monoposto, vengono applicate anche in altri ambiti al di fuori dal mondo del motorsport, ma sono utili a far comprendere le difficoltà delle squadre ad esibirsi sempre ad alti livelli.

Della Ferrari, ad esempio si dice che ha sempre una 'coperta' troppo corta. Ovvero che come la tende per recuperare un po’ di performance in una determinata area, ne viene scoperta immediatamente un’altra e alla fine si arriva ad un compromesso che assomiglia ad un letto con la coperta rasente sugli spigoli, a cui basta un lieve passaggio d’aria a stravolgere la situazione.

A noi è venuta in mente una metafora nuova per spiegare cosa sta accadendo da circa tre anni a questa parte in Red Bull. Una teoria, un pensiero, che potrebbe trovare la vostra approvazione come il vostro dissenso.

Verstappen e la teoria dello smoking

Max Verstappen è sicuramente un pilota che non ha bisogno di presentazioni. Quattro volte campione del mondo, talento innato, persona di grande determinazione e molto, molto appassionato di motorsport. L’olandese ama le corse e della sua passione ha fatto un lavoro a tempo pieno, 24h su 24. Non si riposa mai, corre in Formula 1 e nel tempo libero gareggia in altre competizioni, sia online, che ultimamente anche nella vita reale (a settembre ha corso anche al Nordschleife, vincendo una gara Endurance, al volante della Ferrari 296 GT3).

Verstappen è un campione dalle capacità indiscutibili. Riesce a guidare la vettura sempre oltre il limite e per questa ragione, la Red Bull, secondo una nostra teoria, avrebbe deciso progressivamente di fare una macchina su misura per lui così da aumentare sensibilmente le sue possibilità di vittoria. Questo vuoi per l’ingresso del budget cap che ha diminuito notevolmente i fondi, sia perché nessun pilota, neanche Perez, ha avuto la capacità di avvicinarsi alle sue performance.

Verstappen

Se facciamo un passo indietro, non a caso, i problemi maggiori di Sergio Perez sono iniziati proprio dopo l’introduzione del budget cap. La squadra ha fatto una scelta tra portare tanti sviluppi e molto mirati, piuttosto che farne pochi, ma che richiedevano più ricerca perché dovevano essere un compromesso tra le esigenze dei due piloti. Sempre non a caso, la Red Bull è tra i team che porta più sviluppi durante una stagione.

Ovviamente dopo Perez, la situazione si è fatta disastrosa e, secondo chi scrive, con Yuki Tsunoda, la Red Bull, proprio in questa stagione, ha provato a fare un passo indietro, per valutare la possibilità di cambiare la propria strategia. Se guardiamo Australia, Cina e Giappone, i primi tre round, Max ha conquistato una vittoria e un secondo posto, mentre Lawson è rimasto a secco nei primi due e il nipponico ha segnato uno zero nella sua gara di casa, mostrando un grande distacco.

La Red Bull in Bahrain potrebbe aver cercato di raddrizzare il tiro, virando su una vettura un po’ più adatta a Yuki. Questo però potrebbe aver penalizzato tantissimo Verstappen, arrivato sesto con 34’’ di ritardo dal leader (Piastri), con Tsunoda che è riuscito a terminare nono con ‘soli’ 11 secondi di ritardo dal compagno. Il gioco non valeva la candela. Così sono ritornati sui loro passi permettendo a Max di lottare per la vittoria a Jeddah (vinse Piastri) e di vincere a Imola. Tsunoda chiuse con 34’’ di ritardo da Max a Miami e con 26’’ di ritardo a Imola. Va detto però che in Italia intervenne la Safety Car nel corso del 46° giro per lo stop di Antonelli per ragioni tecniche.

Verstappen, Red Bull

La squadra però, potrebbe aver tentato di dare modo a Tsunoda di conquistare dei risultati migliori di un nono e un decimo posto ogni tanto. Così, sempre secondo chi scrive, riprova ad assecondarlo in Spagna. Weekend che Max chiude decimo e il nipponico 13° a 7 secondi di distanza. Test finale in Ungheria, in cui l’olandese termina nono a 72’’,5 dalla vetta. L’ultimo a non essere doppiato.

Tutto questo preambolo, per arrivare alla teoria dello smoking: Verstappen è un pilota molto forte messo al volante di una vettura studiata su misura per lui. Mentre tutti gli altri piloti presenti sulla griglia si ritrovano a guidare una monoposto pensata per essere veloce con entrambi i conducenti, la Red Bull è il sarto a domicilio che ti fa il vestito su misura. È come se gli altri conducenti stiano andando ad una festa con un abito che deve essere indossato da due persone. Ci sarà quello a cui tira in vita, quello a cui gli si vedono i calzini e un altro che sembrerà ingessato perché non riesce a muovere le spalle.

Max è l’unico dei 20 piloti invitati alla festa della Formula 1 che potrebbe, perché ricordiamolo, la nostra è semplicemente una teoria, avere un abito, uno smoking cucito su misura. Ovviamente non basta andare in sartoria per essere il migliore tra i presenti. Verstappen ha di suo delle grandissime qualità e la Red Bull non sta facendo altro che esaltarle.


Foto: Red Bull Racing

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