Se guardiamo la stagione 2025 di Oscar Piastri nel suo complesso e provassimo frammentare il percorso fatto con dei fermoimmagine, noteremmo che l’australiano, giunto al suo terzo anno in F1, ha subìto un netto cambiamento rispetto a cinque gare fa. Lo si nota sia nei risultati che nel modo di comportarsi in pista. Oscar è conosciuto per il fatto di assomigliare a Kimi Raikkonen nel suo modo di riuscire a estraniarsi dalle emozioni, ma sembra che dopo Monza, questa qualità sia venuta a mancare.
Nemmeno l’errore fatto in Australia, alla sua prima gara del mondiale aveva avuto dei simili effetti. Oscar dopo lo sbaglio si è rialzato e nel giro di soli 4 GP, precisamente al 5° round della stagione a Jeddah, ottiene la sua terza vittoria annuale ponendosi come il riferimento dei piloti, in cima alla classifica. Una posizione che non ha più perso da allora. Persino adesso, dopo quattro gare di grande sofferenza, si trova al comando con 14 punti di vantaggio su Norris e 40 su Verstappen. Questo ovviamente grazie alle sette vittorie, ai tre secondi posti e alle quattro P3 finora conquistate.
Purtroppo però dall’Azerbaijan, gara in cui ha commesso due errori gravi tra qualifica e gara (a muro in entrambe le occasioni) è entrato in una galleria buia e fredda dalla quale non riesce più ad uscire. Si potrebbe affermare che la crisi possa essere iniziata proprio a Baku, ma secondo chi scrive bisogna tornare al precedente GP, quello di Monza, in cui Piastri si è ritrovato a dover cedere la posizione a Norris per un errore dei meccanici commesso ai box. Un gesto sportivo molto bello da parte della squadra, ma che, se visto e analizzato soprattutto dal punto di vista di Piastri, è stato un comando che potrebbe aver lacerato tutte le sue consapevolezze.
Non ci sarebbe stato nulla di sbagliato nel terminare la gara al secondo posto. Oscar aveva fatto la sua corsa a Monza. Non certo la gara della vita, ma aveva fatto ciò che doveva e per un momento, era secondo alle spalle d Verstappen, ormai involato verso la vittoria, e davanti al compagno Norris. Per la McLaren, in termini di punti portati al costruttori, invertire le posizioni non avrebbe fatto nessuna differenza. Max era distante.
E se in quel momento nella mente di Oscar fosse nato un pensiero? Un pensiero tale da distruggere tutte le convinzioni del pilota con la possibilità di vanificare tutto il lavoro svolto durante un’intera stagione? E se Piastri stesse pensando, anche in questo preciso istante, di non essere più supportato dalla squadra? Se stesse credendo all’eventualità che nonostante tutti gli sforzi, la McLaren avrebbe fatto in modo di favorire Norris nel finale di stagione?
Monza potrebbe aver innescato una scintilla, un’eco apparentemente piccola, ma incontrollabile a tal punto da avere delle ripercussioni catastrofiche sulla stagione del pilota. Errori come quelli fatti in Azerbaijan e alla partenza della Sprint texana devono nascere da qualcosa. Il ragazzo di ghiaccio non può essersi scongelato così, dal giorno alla notte senza un vero motivo.
Magari il nostro è solo un film mentale. Una versione romanzata della crisi di Piastri. Forse chissà, a seconda di come andrà a finire la lotta iridata, sarà lo stesso Oscar a rivelare le ragioni di questo incomprensibile blocco.
Foto: McLaren
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