La gara vista oggi a Suzuka verrà ricordata probabilmente come una delle pagine più tristi della storia della Formula1. Lo ribadiamo. Verstappen è diventato campione del mondo mostrando una guida impeccabile per tutto l’anno e a livello di qualità del pilota se lo merita sicuramente. Se i fan non sono entusasti dello spettacolo visto è colpa della direzione gara che è parsa voler fare un po’ di testa sua, svelando a tutti una nota al regolamento sportivo (di cui nessuno sembrava essere a conoscenza) assegnando la totalità dei punti nonostante si fossero percorse soltanto 28 delle 53 tornate previste (ne parliamo qui).
Per non parlare del muletto entrato in pista per rimuovere la vettura di Sainz mentre le auto giravano dietro alla Safety Car e della velocità con cui si è arrivati a penalizzare Leclerc. Non vogliamo dire che la sanzione sia ingiusta, solo che a differenza di come è stato trattato il caso di Perez a Singapore si è arrivati ad una decisione in modo decisamente molto più affrettato senza nemmeno interpellare il diretto interessato. Di questo abbiamo già parlato però. Ora ci concentriamo invece sulle ragioni per cui Leclerc si è ritrovato costretto a dover ricorrere a tutte le sue tecniche di difesa per cercare di impedire a Perez di sorpassarlo nel finale. C’è qualcosa che la Ferrari avrebbe potuto fare e non ha fatto? Scopriamolo assieme.
Dopo aver conquistato la pole position sull’asciutto, Verstappen è riuscito a conservare il vantaggio anche su gomme Full Wet. Ha effettuato il pit stop per montare le Intermedie un paio di giri dopo la ripartenza, contemporaneamente al suo inseguitore Charles Leclerc (Ferrari), ed ha mantenuto la leadership della gara fino allo scadere delle tre ore (distanza di gara percorsa: 28 giri).
La corsa è stata breve, la ripartenza è avvenuta dietro la Safety Car, e c'era una sola strategia di gara plausibile. Le chance di inventarsi qualcosa erano davvero ridotte al minimo. Alcuni piloti sono rimasti inizialmente in pista con le Full Wet per cercare di approfittare di eventuali Safety Car, mentre la maggior parte ha effettuato il pit stop per le intermedie appena dopo la partenza nella speranza di guadagnare posizioni. La maggior parte dei piloti si è fermato una sola volta. Soltanto in cinque si sono fermati due volte dopo il restart. Tra questi, il pilota riuscito a piazzarsi meglio è stato Fernando Alonso su Alpine. L’asturiano ha chiuso la gara in settima posizione.
“In Giappone abbiamo assistito sostanzialmente ad una gara sprint di 40 minuti dopo che le condizioni di bagnato hanno ostacolato la visibilità e ritardato l’inizio del Gran Premio”, ha esordito il direttore motorsport Pirelli alle colonne dell'azienda. “La pioggia ha dettato la strategia degli pneumatici. La partenza dietro alla Safety Car ha fatto sì che tutti dovessero iniziare con le gomme Full Wet, ma è apparso subito chiaro che le Intermedie sarebbero state la soluzione migliore e infatti hanno assicurato affidabilità e prestazioni impressionanti in condizioni incostanti”.
“La gestione degli pneumatici anteriori è stata fondamentale. I piloti hanno dimostrato la loro abilità nello sfruttare al meglio le Intermedie nelle fasi finali della gara. Vorrei fare un encomio speciale ai fantastici tifosi giapponesi, che hanno dimostrato grande passione e attaccamento alla F1 restando sulle tribune nonostante condizioni meteo non certo ottimali: per questo si meritano tutto il nostro affetto e supporto”, ha concluso Mario Isola.
Anche se andare ad elencare tutte le strategie adottate dai piloti oggi potrebbe anche risultare una cosa evitabile, non ci costa nulla farlo e lo facciamo. Tralasciando Gasly, rientrato ai box al secondo giro di gara per montare le Full Wet a causa dell’incidente avuto con un cartellone, possiamo archiviare i primi tre giri della gara in cui tutti hanno utilizzato le Intermedie spostando l’attenzione su quanto avvenuto alla ripartenza del GP.
Sono state sostanzialmente due le strategie viste nella sprint race di circa 45 minuti andata iniziata alle 09:15 italiane. La strategia ad una sosta Wet-Intermedie è stata la più utilizzata ed ha permesso anche a Verstappen di vincere la gara. 5 piloti invece, che portano il nome di Alonso, Stroll, Tsunoda, Zhou e Gasly, hanno deciso di fermarsi una seconda volta per montare un nuovo set di Intermedie tra il 18° e il 22° giro.
Con il secondo pit Fernando Alonso passerà dalla 7° alla 10° posizione, ma riuscirà in soli 6 passaggi a recuperare tutto il tempo della sosta chiudendo in 7° posizione alle spalle di Vettel di soli 11 millesimi. Avesse preso questa decisione con 3 o 4 giri d’anticipo sarebbe riuscito ad insidiare anche la posizione di Hamilton probabilmente.
L’altro colpo di genio l’hanno avuto Vettel e Latifi. Capendo subito che la pista era da Intermedie, sono i primi a passare dalla Wet al pneumatico verde. Una mossa che li porterà dalle retrovie alla top ten (Nicholas era in P15 dietro alla Safety Car, Sebastian in P16). Vettel riuscirà a terminare la gara in P6 mentre Latifi in P9 ottenendo i suoi primi punti stagionali.
Quanto mostrato da Alonso ci fa sorgere una grande domanda: perché Leclerc non si è fermato a montare un ulteriore set di gomme Intermedie? La sua situazione era ancor più grave di quella di Fernando. Il monegasco aveva irrimediabilmente compromesso il suo set di Intermedie forzando il ritmo nei primi passaggi. Ha riportato del graining sulle mescole anteriori e il suo ritmo era costantemente più lento di quello di Verstappen di ben oltre 1’’ al giro. Perché allora non si è fermato?
La risposta è semplice: la Ferrari non voleva correre il rischio di perdere la seconda posizione ai danni di Perez e consegnare dunque il titolo a Verstappen. Rimasta orfana di Sainz si trovava in una situazione 2 contro uno. Sostituire le gomme, con la sosta che comportava una perdita di 24’’, si fosse fermato ad esempio attorno al 18° giro come coloro che hanno optato per questa soluzione, lo avrebbe messo in P7 in mezzo al gruppo e non si voleva correre il rischio di restare imbottigliato nel traffico.
Fosse poi anche riuscito ad arrivare Perez nel finale avrebbe poi comunque dovuto superarlo, cosa di cui la Ferrari non poteva essere certa. Inoltre, nell’ipotesi che Checo avesse copiato la sua strategia avrebbe dato campo libero a Verstappen di effettuare una sosta gratuita e portarsi a casa il giro veloce. La squadra del Cavallino voleva soltanto mantenere intatta quella situazione (pensando soprattutto al fatto che la gara avrebbe consegnato 19 punti al vincitore, 14 al secondo e 12 al terzo).
L'olandese della Red Bull avrebbe vinto la gara, ma non il titolo (gli occorrevano 8 punti di differenza su Charles per farlo). Purtroppo però poi l’errore di Leclerc nel finale e l’idea della FIA di assegnare la totalità dei punti ai piloti come fosse una normale corsa hanno fatto il resto.
Verstappen ha vinto la gara, Leclerc è arrivato terzo e Max è stato incoronato campione del mondo. Complimenti a lui ovviamente per questo meritato risultato anche se giunto con modalità certamente molto confuse e alquanto discutibili.
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