Fernando Alonso compirà 44 anni il prossimo 29 luglio. In tanti lo vorrebbero fuori dalla rosa dei piloti di Formula 1. Ormai è grande, i più lo reputano ‘’vecchio’’. Un volante tolto alle giovani promesse del motorsport.
Eppure, più che quarantenne, il due volte campione del mondo asturiano è ancora qui a correre e farci emozionare. Lo spagnolo ha un cuore grande, una passione volta al mondo delle corse e nasconde dentro di sé, dietro ai suoi occhi, quella dannata voglia di essere ancora il migliore.
Non più al volante di una vettura in grado di vincere GP, ormai da qualche anno a questa parte, Fernando non ha mai perso quella grinta, quella fame di competizione. L’ostinazione di prevalere sugli avversari. Lottare duramente contro gli altri per poi scendere dall’auto e dire anche oggi, una volta di più: ‘ti ho battuto’.
Quella luce negli occhi, Fernando non l’ha mai persa. La si è vista bene anche questo weekend a Silverstone, quando un collega, durante il ‘Media Day’ del giovedì gli ha chiesto se si sentisse ancora il pilota più forte sulla griglia. “Lo sono stato”, la risposta secca e diretta di Fernando.

Una frase che cela tanto rammarico, ma che ha scatenato in lui una reazione di orgoglio che non ha potuto fare a meno di far esplodere nel momento in cui gli è stato chiesto di spendere qualche parola per Bortoleto. Giovane rookie che in Austria ha conquistato i suoi primi punti in carriera chiudendo in ottava posizione alle spalle proprio di Fernando al termine di un acceso confronto nel finale.
Fernando, mentore di Gabriel ai tempi della F2, ha speso delle bellissime parole di elogio per il brasiliano. Si è congratulato con lui, ha ricordato i suoi successi nelle categorie minori. Ha affermato quanto sia un grandissimo pilota, di talento, e quanto si sia meritato quel risultato. Alla fine però, non ha potuto fare a meno di concludere con un'affermazione che ha scatenato ilarità fra tutti i presenti: “Gabriel è stato bravissimo, ma è comunque finito dietro di me”.
Cuore, orgoglio e passione. Alonso vive per le corse. La Formula 1 è la sua casa, la sua vita, la sua anima e finché siederà al volante di una monoposto non ci sarà pilota che si confronterà con lui con leggerezza. Neanche dovesse correre per altri dieci anni. Neanche dovesse correre a vita perché non perderà mai quella dannata voglia di essere il migliore.
Foto: Aston Martin
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