Come ogni domenica di gara che si rispetti è arrivato il momento di analizzare le performance emerse nelle qualifiche di ieri. Il circuito intitolato alla memoria degli Hermanos Rodriguez è un tracciato particolare. Una pista con lunghi rettilinei, in cui però è richiesto un altissimo carico aerodinamico a causa dell'altitudine (2256 m.s.l.m.). Questo ne fa un circuito unico nel suo genere. Tant'è che vedremo dei livelli di performance molto diversi rispetto al recente tracciato di Singapore. Come sempre, prima di parlare di Città del Messico, facciamo un recap attraverso la nostra rubrica del 'Performance Check'.
Tra questa tipologia di tracciati troviamo sicuramente quella di Monte Carlo, pista dove Leclerc, si era avvicinato molto alle McLaren (di seguito il grafico riguardante la performance derivante dalle qualifiche tenutesi sulle stradine del Principato). La Ferrari è stata l’unica a tenere il passo di Piastri e Norris. Si pensava che questa situazione si sarebbe potuta replicare anche altrove, come in Ungheria dove il monegasco ha ottenuto la pole, ma poi a Singapore, questo non è avvenuto.

Parlando di Budapest è chiaro che se la qualifica si fosse svolta tutta nelle condizioni meteorologiche avute in Q2, avremmo avuto una McLaren estremamente forte che avrebbe lasciato ai rivali solamente le briciole. Se diamo uno sguardo al grafico stilato in base ai migliori tempi visti nelle tre sessioni, la situazione appare alquanto drammatica. Tolte forse solo Aston Martin, e Mercedes in lotta per affermarsi seconda forza, e la battaglia nelle retrovie, le altre squadre presenti in top ten sono abbastanza staccate l’una dalle altre.

In Q3 poi cambia vento e come vi abbiamo riportato le temperature della pista si abbassano fino ai 37°C. Tutte le squadre soffrono il calo termico e la nuova direzionalità vento. I piloti non riescono a migliorare il tempo fatto in Q2, nessuno tranne Leclerc, che migliora quanto basta per prendersi la pole position. Con il tempo fatto in Q2: 1’15’’455, Charles sarebbe scattato quarto alle spalle di Russell.
Siamo giunti a parlare di quanto accaduto nelle qualifiche di Marina Bay. Nella giornata di venerdì si è discusso molto dell’ala anteriore portata dalla Red Bull, un aggiornamento che avrebbe permesso a Verstappen di continuare a credere nella lotta iridata (cosa che comunque sta accadendo dal momento che è secondo davanti a Piastri), ma nessuno aveva tenuto in considerazione il benefit che avrebbe fornito la nuova ala anteriore montata sulla W16.
Una specifica che tornata a flettere molto, ha fornito un vantaggio prestazionale consistente ai piloti Mercedes, soprattutto su un tracciato storicamente ostile alla casa di Stoccarda. Dall’edizione 2019 ad oggi (contando l’assenza nel 2020 e 2021 causa Covid) il miglior risultato ottenuto dalla squadra teutonica era stato il terzo posto di Hamilton nel 2023.

Detto questo, Russell e Verstappen (contrariamente alla Mercedes, la Red Bull ha fornito gli upgrade solamente a Max) hanno estratto il massimo dagli aggiornamenti prendendosi un’importante prima fila. La casa di Stoccarda per ora non aveva brillato sulle pista da alto carico, ma a Singapore torna ad essere il riferimento, per di più in una sessione priva di imprevisti o colpi di scena.
Mercedes, Red Bull e McLaren in 4 decimi, mentre la Ferrari per poco oltre il mezzo secondo. Lotta sul filo dei millesimi tra Racing Bulls, Haas e Aston Martin. La Williams un po’ più in difficoltà viene anche squalificata per un’irregolarità riscontrata al sistema DRS, è stata vista sui livelli per lo più della Sauber, mentre l’Alpine termina ad anni luce da tutto il gruppone.
Anche il GP di Città del Messico, proprio come Singapore risulta essere un evento in cui le vetture devono correre con un pacchetto da alto/altissimo carico aerodinamico. Ovviamente però, gli effetti dell'aria rarefatta non sono e non potrebbero mai essere simili a quelli visti a Marina Bay o su piste poste in prossimità del mare. Ed è a causa di ciò che abbiamo una così netta discordanza di valori.

In Messico, a prevalere è stata la McLaren, con 262 millisimi di vantaggio sulla Ferrari di Leclerc, 448 millesimi sulla Mercedes di Russell e 484 millesimi sulla Red Bull di Verstappen. La vettura di Woking torna leader contando soprattutto sulla bontà del proprio pacchetto aerodinamico e sul dimensionamento delle parti che necessitano di essere refrigerate durante la gara. Infatti, mentre tutte le vetture sono costrette ad usare delle grandi feritoie sul cofano per raffrescare la power unit, la McLaren può ricorrere a delle bocche d'areazione molto più piccole. Cosa che le dà sicuramente un grande vantaggio in termini di efficienza aerodinamica.
Foto: McLaren
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