Tempo di bilanci: ecco i top e flop (non scontati) della prima parte di stagione
13/08/2025 11:30:00 Tempo di lettura: 18 minuti

Quattordici gare disputate, ancora dieci da affrontare. Dopo la tappa di Budapest ha ufficialmente avuto inizio la pausa estiva e da questa settimana è entrato in vigore il cosiddetto summer shutdown, vale a dire il divieto imposto dalla FIA di svolgere qualunque mansione all'interno delle fabbriche per i prossimi 14 giorni.

In attesa di tornare al lavoro nella giornata di lunedì 25 agosto, approfittiamo della sosta per fare il punto della situazione rispetto a quanto si è visto in pista fino a qui. Senza soffermarci troppo sui team di vertice, scaviamo più nel midfield e vediamo chi tra squadre e piloti dovrà confermarsi e chi, invece, sarà chiamato ad un netto cambio di passo nella seconda metà di campionato che - ricordiamo - (ri)partirà con la doppietta Zandvoort-Monza a cavallo tra agosto e settembre.

 

I promossi

ALEXANDER ALBON

È già tempo di bilanci: i top e flop (non scontati) della prima parte di stagione

I 54 punti conquistati sui 70 totali della Williams hanno portato il thailandese all'ottavo posto in classifica, il che fa di lui il cosiddetto "primo degli altri". Si è confermato un pilota solido nonostante l'arrivo nel box di un osso duro come Carlos Sainz, contro il quale sta nettamente vincendo il confronto interno (complice il periodo di adattamento, decisamente più complicato del previsto, dello spagnolo).

Dando uno sguardo ai numeri, l'ex Red Bull vanta ben otto partecipazioni al Q3 e nove piazzamenti in top ten la domenica. I tre ritiri consecutivi per problemi di affidabilità gli hanno, tuttavia, tolto la possibilità di accumulare un bottino ancor più ampio di punti.


ISACK HADJAR

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L'errore commesso durante il formation lap a Melbourne e le critiche - eccessive - di Helmut Marko sembrano ormai solamente un lontano ricordo, tanto da risultare ora il principale indiziato alla promozione in Red Bull nel 2026 (data l'improbabile conferma di Tsunoda) e lasciando così il suo sedile in Racing Bulls ad Arvid Lindblad.

Tornando però al presente, il francese è senza dubbio uno dei migliori (se non IL migliore) esordienti di questa prima parte di Mondiale, essendosi adattato immediatamente al mondo Formula 1, a tal punto da essere ancora l'unico pilota della storia a non essere mai stato eliminato in Q1. Un piccolo momento di flessione nelle tre gare precedenti la sosta, ma glielo si perdona tranquillamente.

Nel complesso Hadjar è stato davanti con costanza a Tsunoda prima e Lawson poi. Vista la contemporanea crescita di Bortoleto e Antonelli, sarà complicato trovare un nome che metta d'accordo tutti su chi sarà stato il best rookie... Nel frattempo una certezza già l'abbiamo: Isack si era affacciato alla massima serie con l'etichetta di sottovalutato appiccicata addosso e il peso i aver perso il titolo di Formula 2 contro un pilota meno esperto come il brasiliano, ma siamo certi che ora tutti ne abbiano riconosciuto il reale valore.


PIERRE GASLY

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Sta tenendo a galla una squadra intera, non servirebbe aggiungere altro. Sta portando la peggior vettura del lotto a frequentare posizioni che senza di lui a Enstone non vedrebbero neanche col binocolo, facendo anche qualche miracolo (vedasi la quarta posizione in qualifica a Sakhir). Il nativo di Rouen oggi è un pilota che si trova nel pieno della propria maturità agonistica e scusateci, ma vogliamo toglierci un sassolino dalla scarpa: oggi meriterebbe di gran lunga quel sedile a Milton Keynes che nel 2019 fu troppo prematuro.

Lo score di 20 punti con questa Alpine è oro colato, soprattutto se considerato che il reale valore della A525 sarebbe lì nelle retrovie dove si trova costantemente il compagno Colapinto. E mentre Briatore si chiede se sia il caso di richiamare Doohan o chiedere Bottas in prestito a Toto Wolff, Gasly quasi ingaggia la Haas per il nono posto nei Costruttori...


WILLIAMS

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Più passa il tempo e più la mano di James Vowles si vede. La squadra di Grove occupa attualmente la quinta posizione in graduatoria grazie soprattutto a un super Albon, ma non solo: anche la monoposto sembra aver definitivamente abbandonato il fondo della griglia ed è ormai diventata un punto di riferimento del centro gruppo.

Se ad Abu Dhabi dovesse confermare tale risultato si tratterebbe del miglior piazzamento assoluto dal 2017.


SAUBER

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Inizio decisamente in salita, tanto che l'intero paddock era fermamente convinto che questa sarebbe stata un'altra stagione di transizione in attesa dell'insediamento di Audi. Gli aggiornamenti introdotti a Barcellona hanno però dato nuova linfa alla squadra svizzera, contribuendo al progressivo miglioramento delle prestazioni.

I risultati lo dimostrano: Bortoleto si è sbloccato in Austria, cominciando a frequentare più spesso Q3 e zona punti, mentre Hulkenberg dall'alto della sua esperienza si è confermato una certezza e si è tolto - inoltre - lo sfizio di salire per la prima volta sul podio in quel di Silverstone; una serie di elementi che permettono alla Sauber di puntare con decisione almeno alla sesta piazza nei Costruttori.


RACING BULLS

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La VCARB 02 si è dimostrata nel complesso una vettura piuttosto performante, più in qualifica che in gara: ciò ha fatto sì che la squadra abbia raccolto maggiori soddisfazioni il sabato rispetto alla domenica. Non hanno inoltre sofferto lo swap Tsunoda-Lawson, avvenuto all'indomani del Gran Premio di Cina; una grande mano l'ha data anche Hadjar che - grazie all'ottima perfomance sfoggiata nel corso dei primi mesi - ha permesso alla squadra emiliana di restare a galla mentre Liam ritrovava man mano fiducia.

Eccezion fatta per il weekend in Gran Bretagna, il neozelandese ha raccolto punti in tutte le ultime tre gare: dalla P6 in Austria (miglior risultato della carriera) al doppio ottavo posto tra Belgio e Ungheria. Ora il team di Faenza ha ufficialmente a disposizione due punte solide, il che non può che trasmettere fiducia a tutto l'ambiente.


I bocciati

CARLOS SAINZ

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Come affermato in precedenza nello spazio dedicato ad Alex Albon, lo spagnolo ha riscontrato qualche difficoltà di troppo nel passaggio da Ferrari a Williams. Solo 16 le lunghezze raccolte, anche se non sono mancati gli acuti come - ad esempio - i tre sesti posti in qualifica tra Jeddah, Miami e Imola: comunque troppo poco per un pilota come Carlos che sulla costanza ha costruito la propria carriera.

Inoltre, nella seconda metà dell'anno, la Williams avrà bisogno anche dei suoi punti per proteggere la P5 dall'assalto del plotone di squadre che si trova alle sue spalle.


FRANCO COLAPINTO

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Chiamato da Briatore per migliorare lo scarso rendimento di Jack Doohan. Risultato: ha messo a referto esattamente lo stesso quantitativo di punti (0) dell'australiano e ha addirittura aggiunto al conto una serie di errori, su tutti quello in qualifica a Imola.

Un Q3 raggiunto in Canada, ma mai oltre la 13esima posizione in gara. Sperare nella riconferma si può, ma certamente urge un cambio di passo immediato. Nessuno gli chiede di battere costantemente Gasly ma, quantomeno, di stare nei paraggi.


LEWIS HAMILTON

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Alzi la mano chi avrebbe affermato che Nico Hulkenberg con la Sauber a metà stagione avrebbe avuto a referto più podi di Lewis Hamilton su Ferrari. Nessuno si sbraccia.

Inutile girarci intorno, l'impatto del britannico è stato - contro ogni tipo di previsione - decisamente negativo. È vero che si trova a fianco un pilota estremamente veloce, forse nel miglior momento della propria carriera, ma nel confronto con Leclerc i numeri non sono certo all'altezza di un sette volte Campione del Mondo. Podi: 5-0. Pole: 1-1 (quella di Lewis valida solo per la gara di 100 km). Punti: 151-109, uno scarto di 42 lunghezze.

Gli unici acuti sono arrivati in Cina grazie al format Sprint, per il resto tanti alti e bassi. Troppi lampi isolati, come le luci ad intermittenza di un albero di Natale. La SF-25 certamente non aiuta, ma serve un segnale concreto accompagnato però dalla costanza di risultati. Perchè se l'atteggiamento sconsolato - a tratti arrendevole - di Lewis ha già contribuito a creare fantasie su un pensionamento anticipato, chi scrive questo articolo continua a pensare che il pilota più vincente di sempre abbia ancora molto da dare alla scuderia più vincente di sempre.


RED BULL

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Così come l'Alpine è aggrappata a Gasly, la Red Bull lo è a Verstappen. Come si è ampiamente visto in Ungheria, però, anche Max non può tirare sempre fuori il coniglio dal cilindro; quanto accaduto a Budapest non è altro che lo specchio di ciò che è la vettura oggi - complicata da comprendere e imprevedibile - con gli upgrade che non hanno portato gli effetti sperati.

Come se non bastasse, anche l'apporto del secondo pilota continua ad essere nullo, il che rende impossibile per la squadra di Milton Keynes giocarsi qualcosa nei Costruttori, banalmente parlando anche una seconda piazza contro Ferrari e Mercedes. In tutto ciò, Sergio Perez (pagato fior di milioni per restare a casa) tra gli ultimi cinque compagni di Max risulta il migliore in termini di rendimento.


ALPINE

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Le prestazioni non migliorano e, salvo clamorosi colpi di scena, la squadra transalpina è sempre più destinata a chiudere il Mondiale da fanalino di coda. Questa ipotesi ha preso ancora più corpo dopo che Gasly in conferenza ha ufficialmente annunciato che non ci saranno più sviluppi fino al termine della stagione.

Inoltre, un po' come Red Bull, Alpine è azzoppata dal deficit relativo alla seconda guida, con Colapinto che sta rendendo peggio di Doohan (il quale, oggettivamente, ha avuto a disposizione decisamente meno tempo per dimostrare il proprio valore), nonostante abbia a referto più del doppio delle gare rispetto al figlio d'arte.


FERRARI

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Senza giri di parole e a caratteri cubitali: ennesima stagione deludente, tra aspettative (create dagli stessi membri del team) non rispettate e promesse non mantenute. "A fine anno sarei deluso se non arrivasse almeno uno dei due titoli", Leclerc dixit...

Entrando maggiormente nel dettaglio di ciò che si è visto in pista, i progressi nel complesso ci sono stati: la Scuderia di Maranello è attualmente seconda forza e il pacchetto di aggiornamenti (fondo e sospensione posteriore) ha fornito riscontri positivi, anche se persiste il giallo usura occorso all'Hungaroring. Una problematica, questa, che precedentemente portò alla squalifica in Cina, il che rimane una macchia indelebile nella stagione 2025 della Rossa.

Il medesimo grattacapo che - appunto - in Ungheria ha impedito a Leclerc di lottare fino alla fine per conquistare quella vittoria che ancora manca, a differenza degli altri top team che in questi primi 14 round sono andati tutti a bersaglio almeno una volta. L'obbiettivo per la seconda metà di campionato è chiaro.


Bonus: i rimandati

KIMI ANTONELLI

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Così come Hadjar, l'impatto è stato più positivo del previsto: quarto posto all'esordio in Australia, al termine di una gara a dir poco caotica in condizioni miste. Se si guarda alla prima parte di annata,ciò che però fa specie è il fatto che l'italiano abbia raccolto risultati migliori quando si è trovato ad affrontare piste sconosciute rispetto a quelle da lui già assaggiate nelle categorie propedeutiche.

Il trittico Monaco-Spagna-Austria è stato a dir poco disastroso, con zero punti a referto tra errori (legittimi) e problemi di affidabilità. Il miglior weekend invece è stato senza dubbio quello di Miami - dove ha conquistato la pole position per la Sprint e il terzo posto nella qualifica per il Gran Premio - seguito a ruota dal Canada, terra del suo primo podio in Formula 1.

Dopo Montreal, però, è arrivato il primo vero momento di crisi che - come affermato da Kimi stesso - è stato dovuto anche alla pressione degli impegni extra-pista (eventi sponsor, marketing, interviste...) che la massima categoria automobilistica comporta.

Nonostante in Belgio e Ungheria non sia riuscito a passare il taglio del Q1, il 18enne italiano è comunque andato in vacanza con un pizzico di fiducia ritrovata grazie alla rimonta dalla P15 alla P10 effettuata all'Hungaroring. Il punto conquistato in terra magiara è stato il primo del post-Canada: si tratta dell'aspetto da cui ripartire per costruire una buona seconda parte di campionato.


ASTON MARTIN

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Nonostante sia noto da tempo come la squadra britannica sia focalizzata sul prossimo ciclo tecnico, tra investimenti nelle strutture (CFD, simulatore, galleria del vento) e ingaggio di Adrian Newey, bisogna comunque giudicare la stagione corrente e - se non fosse stato per la gara di Budapest - saremmo qui a parlare di una sonora bocciatura.

Fino alla tappa ungherese i weekend erano stati caratterizzati da molti bassi e pochi - pochissimi - alti, con Stroll che non garantisce costanza e Alonso che fino al nono appuntamento è rimasto inchiodato a quota zero punti. In Belgio è poi arrivato un corposo pacchetto di upgrade che però, tra format Sprint e condizioni meteo avverse, non si è riusciti a far funzionare a dovere.

La terza fila monopolizzata e il doppio piazzamento a punti dell'ultimo fine settimana permettono quindi di rinviare un giudizio che fino a Spa era, di fatto, già scritto. A patto però che venga data continuità.


OLIVER BEARMAN

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Buoni spunti per il giovane della Ferrari Driver Academy che nel complesso ha dimostrato di possedere una più che buona velocità, soprattutto in qualifica: le sei volte in cui ha concluso il sabato davanti a Ocon lo dimostrano ampiamente. In gara ha invece fatto un po' più di fatica (8 le lunghezze complessive guadagnate e -27 il distacco dal comunque più esperto compagno di squadra), anche se è spesso mancata quella dose di fortuna che non fa mai male, dal momento che Ollie tra Canada, Austria, Silverstone e Spa ha raccolto la bellezza di quattro undicesimi posti consecutivi.

Non promuoviamo il britannico solo per il fatto che nella seconda parte di stagione vorremmo vedere un pizzico in più di concretezza da parte di un pilota che - pronti via - aveva immediatamente dato un assaggio del proprio talento finendo settimo a Jeddah (chiaramente la competitività della monoposto è un fattore non indifferente), a cui va sommato il Q3 sfiorato il giorno precedente.

Lui che la Ferrari la sogna e ce l'ha nel destino, essendo il primo candidato a far coppia con Leclerc in futuro. La Rossa dal canto suo lo scelto da tempo - precisamente dal 2021, anno del suo ingresso in FDA - e ora lo aspetta, seguendone i progressi dalla parte opposta della pit-lane.

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