Si sapeva, così è stato, stiamo parlando della vittoria di Max Verstappen e della Red Bull a Città del Messico, che come da previsione è arrivata, con l'olandese davanti alle due Ferrari di Vettel e Raikkonen e alle due Mercedes.
Un successo costruito sin dal via, con Max che si è issato al comando della gara sin dalla prima curva, gestendo alla grande la sua Red Bull, velocissima oggi, fino alla bandiera a scacchi, imponendosi per la seconda volta in stagione.
Alle sue spalle, senza inconvenienti, ci sarebbe dovuto essere Daniel Ricciardo, che per gran parte di gara è stato molto veloce ed era stato in grado di tenere dietro Vettel dopo il suo pit stop, mentre Daniel era rimasto in pista con gomme usate, ma l'ennesimo gusto alla sua Power Unit lo ha privato della gioia del podio, che sarebbe comunque stata una magra consolazione dopo la pole persa al via a vantaggio del team mate.
Weekend deludente dunque, ancora una volta per Ricciardo, che alla fine della gara, quasi in lacrime si è presentato al ring delle interviste, dicendosi stufo ed esausto di questa situazione, pronto a non disputare le ultime due gare in Red Bull, per mettere quanto prima un punto a questa avventura con il team di Chris Horner.
Ritiro di Ricciardo che è stato sfruttato al massimo dalle due Ferrari, che dopo una qualifica deludente, in gara sono apparse veloci, consistenti e ottime nella gestione gomme, con dei tempi sul livello di quelli Red Bull.
Vettel e Raikkonen infatti hanno chiuso rispettivamente secondo e terzo, con il tedesco che senza strategie discutibili, e senza il tempo perso perso nel primo stint da Verstappen, si sarebbe giocato la vittoria, mentre Kimi, anche lui vittima di una strategia opinabile, ha chiuso terzo, facendo il massimo.
Doppio podio per il team di Maranello che, stando agli attuali valori in campo, sta spingendo gli uomini di Maurizio Arrivabene a credere fortemente nel Titolo costruttori, che è molto difficile ma non impossibile, che sarebbe utilissimo per salvare una stagione, e dare un senso all'ottimo lavoro svolto in questo 2018 dagli uomini in Rosso.
Alle spalle delle due Rosse, le due Mercedes, con Lewis Hamilton che è riuscito a laurearsi Campione del Mondo per la quinta volta in carriera, ma che si è dovuto confrontare con una W09 irriconoscibile, pessima nella gestione delle gomme, sulle quali dopo pochissimi giri appariva del graining, molto di più di quello degli avversari.
Problemi alle gomme, per la seconda gara consecutiva, per il team di Toto Wolff, che da quando ha chiuso i fori nei mozzi posteriori delle vetture, distruggere le gomme come nessun'altra squadra in griglia, e ciò dovrebbe essere considerato dalla FIA, per mettere definitivamente la parola fine su questa questione, che si sta oggettivamente prolungando per troppo tempo.
Molto bene in gara anche le due Alfa-Sauber di Leclerc ed Ericsson, che hanno piazzato entrambe le vetture un zona punti, certificando ufficialmente la crescita esponenziale del team svizzero che già dal 2019, con Raikkonen e Giovinazzi, potrà togliersi delle belle soddisfazioni.
Malissimo invece le due Haas, che hanno chiuso in ultima e penultima piazza, che è di fatto un risultato imbarazzante per un team che vuole lottare per la quarta posizione nei costruttori, e per un team che ha svariati elementi in comune con la Ferrari (posteriore e cambio, Power Unit).
Chiudiamo questa analisi del Gran Premio a Mexico City, riportando la bellissima immagine, quella nel dopo gara, di Sebastian Vettel che si è per primo congratulato con Lewis Hamilton per la conquista del Titolo, che sintetizza in pochi istanti quanta stima, rispetto, ammirazione e lealtà ci sia tra i due piloti più forti e vincenti degli ultimi dieci anni in F1, e quanto questi due fuoriclasse riconoscano vicendevolmente il valore dell'avversario.
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