La gara in Azerbaijan è stata più breve del previsto per le Ferrari. Con Sainz ritirato al nono giro e Leclerc al termine del ventesimo, a causa di due problemi tecnici, la Red Bull si è involata verso una doppietta facile facile. Nei minuti subito successivi alla gara abbiamo assistito ad un botta e risposta tra i team principal Ferrari e Red Bull, con entrambi che hanno cercato di rivendicare la strategia migliore. Più avanti, cercheremo di analizzare nel dettaglio, finché il riscontro cronometrico ci assiste, i gap tra Leclerc, Verstappen e Perez per farci un’idea più precisa della situazione. Intanto una cosa possiamo dirvela: è Horner ad avere ragione (scorri in basso per i link delle dichiarazioni dei due manager).
La Red Bull ha messo a segno una doppietta, con Max Verstappen che è diventato il sesto vincitore della storia del GP d’Azerbaijan, e Sergio Perez. I due piloti hanno condotto la gara puntando sulla medesima strategia. Hanno preso il via alla corsa con gomma Media per poi montare la Hard per il secondo stint e un ulteriore set di Hard per il run finale sfruttando la seconda virtual safety car per effettuare l’ultimo pit stop (il tempo richiesto dalla sosta è circa la metà in queste condizioni).
Tutte le strategie di gara
I primi quattro piloti hanno concluso la gara mediante una strategia a due soste con il duo Mercedes che ha approfittato della prima virtual per andare cambiare le mescole per la prima volta, soltanto pochi giri prima che lo facessero le due Red Bull.
Domenica abbiamo avuto uno dei giorni più caldi di tutto il weekend. Alle 15:00 ora locale, momento dell’inizio della gara, le temperature della pista superavano i 50 gradi centigradi, mettendo a rischio di degrado termico le gomme con mescole più morbide. La maggior parte dei piloti ha così deciso di iniziare con la mescola Media, mentre solo cinque hanno optato per la dura. Il meglio piazzato di quest’ultimi è stato Daniel Ricciardo su McLaren, giunto ottavo al traguardo.
Le considerazioni del direttore motorsport della P Lunga: “Sarebbe stata molto probabilmente una gara ad una sola sosta, ma le opportunità di pit stop garantite dalle virtual safety car non potevano essere ignorate dai team. Ciò ha ovviamente ha avuto un impatto diretto sulle strategie”.
Dati utili a comprendere il comportamento delle gomme Pirelli
“Abbiamo visto ancora una volta i primi sette piloti fare solo una sola sosta, il che sottolinea la durata e le prestazioni delle gomme. Nelle condizioni presenti in gara, caratterizzate da un asfalto rovente e da alte velocità, era chiaro che le mescole più dure sarebbero state le più adatte: una circostanza alla quale molti team si erano preparati, risparmiando più di un treno di gomme dure per la gara”, ha concluso Isola.
Cinque diverse tattiche di gara per i 15 piloti riusciti a tagliare il traguardo. Le alte temperature avute hanno portato i team a fare uso delle sole mescole Medie e Hard. Soltanto un pilota (per quel che si era visto sabato, lo ammetto, credevo in un uso maggiore della C5, leggi qui) ha deciso di montare le Soft per lo stint finale, Yuki Tsunoda: Media-Hard-Soft.
Running repairs to Yuki's car 👀#AzerbaijanGP #F1 pic.twitter.com/IQYMLhbGWW
— Formula 1 (@F1) June 12, 2022
Strategia sulla quale ha dovuto dirottare a causa di un problema tecnico occorso all’ala posteriore della sua AlphaTauri. L’ala mobile gli si è praticamente spaccata in due obbligandolo a fermarsi per permettere al team le dovute riparazioni (sostanzialmente del nastro adesivo a bloccare le due parti).
L’unico altro pilota ad effettuare una strategia a due soste, seppur non in grado di portarlo in top-10, è Mick Schumacher (Haas) giunto 14° attraverso l’uso di due set di Hard e uno di Medie: H-M-H. L’ultima tattica a due soste vista durante il GP d’Azerbaijan è stata quella adottata dai primi quattro piloti (Verstappen, Perez, Russell e Hamilton) e da Albon: M-H-H. Una strategia resa anche possibile grazie alla doppia uscita della Virtual Safety Car. Tra questi, le due Red Bull non hanno usufruito della prima vettura di sicurezza virtuale, mentre il pilota della Williams non si è servito della seconda perché aveva già deciso di pittare al termine del 29° giro.
Le altre due tattiche rimaste sono entrambe ad una sosta. Medium-Hard portata a termine da Gasly, Vettel, Alonso, Norris e Latifi (di questi soltanto Nicholas non ha raggiunto la top-10). Hard-Medium invece per Ricciardo, Ocon e Bottas. Valtteri non è riuscito ad arrivare a punti ma è comunque giunto 11° a 6’’8 dall’obiettivo.
Al termine della gara abbiamo visto i due team principal rivali contendersi, almeno verbalmente, la miglior scelta fatta dal muretto in occasione dell’ingresso della prima Virtual Safety Car. Siamo al nono giro. Sainz ha un problema tecnico (clicca qui per maggiori dettagli e il pensiero del pilota) ed è costretto a parcheggiare l’auto nella via di fuga. La direzione gara, ricorre repentinamente all’utilizzo della vettura di sicurezza virtuale per non correre rischi. Il tempo della sosta che a Baku si attestava attorno ai 20’’, in queste circostanze risulta pressoché dimezzato.
Il muretto Ferrari mantiene i nervi saldi e decide di approfittarne con Leclerc (che in quel momento è secondo alle spalle di Perez, il messicano era passato al comando al via della gara tirando una gran staccata in curva-1). Il trio di testa era giunto sul rettilineo del traguardo nel momento in cui si entra in regime di VSC. Ottima dunque la prontezza di riflessi degli uomini del Cavallino.
Red Bull decide di proseguire dunque con entrambe le vetture, mentre Charles monta gomme Hard (come molti altri prima di lui) passando dall’avere un ritardo di 2’’3 ad uno di 21,2’’, nei confronti del leader della gara Sergio Perez. Ma siamo ancora in regime di VSC. Quando la bandiera verde inizierà a sventolare alla fine del giro, senza dare possibilità alla Red Bull di replicare alla sosta Ferrari, il gap reale che separa Perez da Charles si attesta di 15’’, mentre quello nei confronti di Max di 13’’.
Da qui ai prossimi giri il ritmo di Checo inizierà a decadere con i tempi che si alzeranno fin sopra l’1’49’’ con Verstappen a girare in 1’48’’medio e Charles in 1’47’’medio-alto. Al giro 14 Perez viene raggiunto e superato da Max, decide di compiere un ulteriore passaggio per poi pittare nel corso della 17° tornata. Verstappen si allineerà alla scelta di montare la Hard due giri più tardi.
Questa la situazione al 19° passaggio dei 51 previsti: Leclerc in testa con un vantaggio di 13’’6 su Verstappen e 17’’1 su Perez. Soltanto una tornata più tardi, pochi istanti prima che il motore della Ferrari N.16 andasse in fumo, il gap si era un po’ ridotto: 12’’3 su Max e 16’’8 su Checo. Tuttavia non possiamo basarci su questo per stabilire se e quanto tempo le Red Bull avrebbero impiegato per raggiungere Leclerc e tentare un attacco.
Charles, in quei giri probabilmente, ritrovatosi al comando della gara, con un cospicuo cuscinetto a disposizione, aveva iniziato un’accurata gestione delle gomme, che tra l’altro erano anche Hard. Sarebbe riuscito a compiere 41 passaggi sulle C2? Chi può dirlo con certezza? Nessuno. Ecco perché ha ragione Christian Horner quando a fine gara ha dichiarato: “Il ritiro di Leclerc non ci ha permesso di dimostrare che saremmo stati noi comunque a vincere”.
Mescole rimaste a disposizione dei piloti per la gara
Quello che possiamo dire però è che c’erano delle buone possibilità che Leclerc riuscisse nell’impresa. La Virtual Safety Car uscita al giro 33 (ritiro tecnico per la Haas di Kevin Magnussen), di cui molti hanno approfittato, tra cui anche le Red Bull, avrebbe permesso a Leclerc di montare un ulteriore set di gomme nuove garantendogli un finale sicuro e competitivo. Tra l’altro Charles a differenza delle Red Bull poteva contare su un set di mescole Medie, pneumatico che gli avrebbe permesso di aprire le maglie soprattutto nei primi giri d’utilizzo.
Le Red Bull avrebbero potuto decidere a quel punto di proseguire la gara e cercare di arrivare fin in fondo con le Hard montate tra il 17° e il 19° giro. Di certo è una possibilità, ma nel finale il vantaggio di Leclerc sarebbe stato troppo probabilmente troppo grande.
Purtroppo resteremo tutti con il dubbio e con l’amarezza, almeno per il pubblico Ferrarista, di aver perso un’altra bella opportunità di vittoria.