Ebbene sì, sono trascorse 12 stagioni dal 2014, anno in cui sono subentrate le power unit. Essendo giunti al termine di questa era regolamentare, governata dai motori più complicati della storia della Formula 1, è arrivato il momento di tirare le somme e rendere merito alle regine di quest’epoca.
La regina indiscussa è sicuramente la Mercedes. La casa di Stoccarda, grazie al lavoro compiuto a Brixworth si è resa dominante sin dalle prime fasi di quest’era, conquistando ben 8 titoli mondiali consecutivi costruttori e 7 piloti (6 per Hamilton e 1 di Rosberg). I primi anni sono stati davvero incredibili. La concorrenza sembrava davvero essere ad anni luce da lei. Chi si ricorda il 2014, 2015 e anche 2016, sa di cosa parliamo. Ma poi ha saputo vincere anche con la McLaren (2024 e 2025) dopo il grande recupero fatto dalla Honda.
Nel 2017 era iniziata a riemergere la Ferrari. Con l’arrivo di Vettel in squadra prima e il passaggio poi di Binotto nelle vesti di team principal, il Cavallino Rampante sembrava poter essere una valida candidata alla lotta al titolo. Speranze rimaste vive fino alla fine del 2019, quando la squadra italiana si ritrovò a fare un patto con la FIA per essere stata trovata in fallo in merito ad alcune specifiche lato power unit (si supponeva all’epoca che la Ferrari facesse un uso non consentito del flussometro, immagazzinando più benzina a bassi regimi, per poi utilizzarla in fase di accelerazione). Da qui il tracollo della compagine di Maranello nel 2020 con successiva ripresa negli anni a seguire.

Con la Ferrari fuori dai giochi, la Mercedes avrebbe potuto avere ancor più campo libero e invece è subentrato un motorista inatteso: la Honda. Ci si apettava tanto dai nipponici nel 2015, stagione in cui decisero di entrare in F1, con un anno di ritardo rispetto alla concorrenza.
Il gap temporale si fece subito sentire, con la McLaren, team con cui all’epoca avevano una partnership esclusiva, a farne le spese. Honda e McLaren hanno trascorso gli anni dal 2015 al 2017 a fare il fanalino di coda del mondiale. Dal 2018 il team di Woking passa alla motorizzazione Renault e nel 2019 annuncia che dal 2021 sarebbe ripassata a quella Mercedes, come accadeva già da prima del 2014.
La cosa strabiliante è che Honda, abbandonando McLaren e unendosi alla Red Bull, è riuscita a ritrovare la quadra risalendo dall’ultimo posto, in termini di prestazioni nella classifica costruttori, fino a permettere a Verstappen di aggiudicarsi il titolo piloti nel 2021 e poi alla Red Bull di vincere il costruttori e i piloti nel 2022-2023.
Nel 2024 trionfa ancora con Max, mentre deve cedere il costruttori alla McLaren che torna a vincere con il propulsore Mercedes. Titolo che bissa nel 2025, mentre attende ancora di vincere il piloti con uno tra i suoi piloti Norris e Piastri.

In definitiva, abbiamo assistito a 12 anni in cui abbiamo avuto, almeno tra i motoristi, solamente due regnanti: la Mercedes e la Honda. Davvero curioso il fatto che a ritrovarsi in vetta alla classifica, oltre alla più che dominante Mercedes, abbiamo avuto la sola Honda come motorista, il costruttore con più ritardo nel 2015, e poi invece, guardando ai team più in linea generale la McLaren. Squadra che aveva perso completamente la bussola all’inizio dell’era regolamentare. Questo dovrebbe far riflettere molto gli altri team sul lavoro svolto internamente.
La Renault si aggiudica invece il titolo di peggior motorista del decennio. Non è mai riuscito a permettere né alla sua squadra, né ai clienti di lottare per il titolo. Ragion per cui (forse) ha deciso di farsi da parte. A partire dal 2026 infatti, l'Alpine verrà mossa dai motori costruiti dalla casa di Stoccarda.
12 anni all’insegna di Mercedes e Honda. Ora però ci attende una nuova intensa sfida, arricchita da molti più motoristi e un regolamento semplificato. All’inizio potremmo avere una disparità di prestazioni in stile 2014, ma poi, crediamo e speriamo, che grazie all’impegno di sei case costruttrici (Ferrari, Mercedes, Honda, Audi, Ford-Red Bull powertrains e Cadillac dal 2027), la situazione possa essere molto diversa nella prossima era regolamentare. Noi, ce lo auguriamo.
Foto: Red Bull
Leggi anche: Montoya crede nella contro-rimonta nonostante Piastri abbia «perso velocità»
Leggi anche: Modalità sorpasso e aerodinamica attiva potrebbero essere inutili, i dubbi di Alonso
Leggi anche: Finale difficile per Piastri, Steiner: «Potrebbe anche lasciare la McLaren»
Leggi anche: L'Aston Martin può dominare la nuova era regolamentare. Per Montoya dipende da Newey