Russell, Vettel, Leclerc e le altre squalifiche inevitabili: quando la FIA non commette errori
In Belgio il pubblico della Formula 1 ha dovuto assistere ad uno dei lati più crudeli che il nostro amato sport possa offrirci. Vedere un pilota inventarsi una strategia alternativa e riuscire per questo a tagliare per primo il traguardo andando contro tutti i pronostici, rendendo possibile l’impossibile e poi...

30/07/2024 19:00:00 Tempo di lettura: 5 minuti

In Belgio il pubblico della Formula 1 ha dovuto assistere ad uno dei lati più crudeli che il nostro amato sport possa offrirci. Vedere un pilota inventarsi una strategia alternativa e riuscire per questo a tagliare per primo il traguardo andando contro tutti i pronostici, rendendo possibile l’impossibile, festeggiare sul podio la vittoria e poi assistere alla squalifica soltanto poche ore dopo la conclusione della gara ti lascia una sensazione bruttissima addosso.

Dover assistere all’impresa eroica di Russell e al successivo pianto liberatorio nell’arco di così poco tempo fa male. Ferisce i fan del pilota e tutti gli appassionati di questo sport.

Ci sono delle regole su cui occorre essere inflessibili

Siamo stati tutti dispiaciuti per George, ma la rabbia e il dolore di veder cancellata una simile prestazione con la squalifica, non deve farci però perdere di vista quelli che sono i pilastri della Formula 1.

Che la categoria abbia una normativa interna troppo articolata è opinione comune, ma ci sono delle regole alla base dello sport sulle quali occorre essere inflessibili. Possiamo discutere del budget cap, possiamo parlare del modo in cui ultimamente vengono gestiti i duelli in pista tra i piloti, sugli impeding che a volte vengono considerati penalizzanti e altre no, ma ci sono aspetti del regolamento che non possono dipendere dall’interpretazione dei giudici sportivi.

GP Belgio 2024, Mercedes

Russell, Vettel, Leclerc e le altre squalifiche inevitabili

Per questo la squalifica di Russell, per quanto ingiusta possa essere considerata, vista la magnificenza dell’impresa compiuta, è sacrosanta. Come lo è stata quella data a Vettel, giunto secondo in Ungheria 2021, su Aston Martin, alle spalle di Ocon, perché a fine gara i commissari hanno potuto estrarre dal suo serbatoio soltanto 0,3 litri di carburante, quando ce ne sarebbe dovuto essere 1 L.

La giusta squalifica data a Leclerc e Hamilton per eccessiva usura dei pattini ad Austin 2023, Charles nell’occasione giunto quinto a traguardo e Lewis secondo a 2’’2 di ritardo da Verstappen. E ancora quella data a Ricciardo al termine del suo GP di casa in Australia, nel 2014, dove è giunto secondo, perché dai dati ricevuti dal flussometro era stato riscontrato un’immissione di carburante superiore ai 100Kg/h.

La FIA non commette alcun errore in questi casi

Ve le abbiamo citate solo alcune per comprendere il concetto di fondo. Riprendendo il caso di Russell, non importa quanto il peso della sua vettura sia stato trovato inferiore ai 798 Kg consentiti. La monoposto #63 era più leggera di 1,5 Kg, ma avrebbe anche potuto pesare 797,99 Kg e sarebbe stata ugualmente da squalificare. Perché? Perché lo dice il regolamento. Le squadre e i piloti sanno che non devono oltrepassare detto limite e sta alla loro bravura avvicinarcisi senza andare mai oltre.

La stessa cosa vale anche per i track-limits. “Il pilota aveva oltrepassato la riga per neanche mezza ruota”, “Sì, ma lì non ci stava neanche un capello, la penalità è ingiusta”. No! La pista ha un layout e di conseguenza dei limiti. Se gli steward iniziassero a consentire anche le uscite dal circuito, allora tanto vale tirare due righe fuori da un centro commerciale e fare le corse con il carrello della spesa, come qualche studente avrà fatto assieme ai suoi compagni di classe quando magari decideva di saltare la scuola. 

In questi casi la FIA non sbaglia, deve essere rigorosa ed è giusto che applichi un metro duro e inflessibile.


Foto copertina: X, Russell, Foto interna: X, Russell

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